Gazidis:"Milan senza limiti? Elliott no scadenza. Ibra...".

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Super_Lollo

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Ma quali balle?

Siamo qui, a questo punto, grazie a Maldini e a Boban.

Che siamo qui anche grazie a Maldini e Boban è fuori da ogni dubbio e concordo.
Mi riferisco al fatto che Gazidis secondo alcuni non voleva Ibra, cosa poi smentita dallo stesso Ibra che disse di essere stato lui a rifiutare il trasferimento perché non si sentiva pronto.
 
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Il mancato raggiungimento del quarto posto (che personalmente a meno di cataclismi reputo impossibile, ora abbiamo una media punti da 2,4 punti a partita, se anche calassimo, da qui a fine campionato, a 1,9 punti a partita [cioè una media che, se tenuta da inizio anno, su una proiezione di 38 partite darebbe 72 punti], chiuderemmo con 79 punti, che sarebbe il record mondiale di sempre per il quarto posto, qualora arrivassimo quarti a 79, in coabitazione col quarto posto dell’Arsenal del 2013/2014. E notare che passare da una media punti come quella attuale, cioè da 2,4, la stessa media punti che teniamo dal post-lockdown, a una media di 1,9, significherebbe avere un crollo totale, eh, ma totale. Eppure, nonostante ciò, faremmo quasi 80 punti) sarebbe una catastrofe, oltre che sportiva, anche economica, perché nel 2021 arriverà l’SA da parte della UEFA.

Ci rendiamo conto di cosa significherebbe sottostare all’SA SENZA i ricavi della Champions e SENZA gli sponsor maggiorati (che con la Champions arriverebbero, e infatti i ricavi della CL e gli sponsor ci permetteranno di rinforzare la squadra nonostante l’SA)? Ce ne rendiamo conto, visto che ora che siamo si senza CL, ma anche senza SA, siamo senza budget?

Significherebbe cedere diversi dei nostri giovani big e rimpiazzarli con scommesse che forse andrebbero bene o forse no.

In poche parole, tornare indietro di ANNI, e ci aspetterebbero anni di fango e infamia, perché l’SA sarà quadriennale.

Quindi il mancato raggiungimento della Champions (praticamente impossibile per i motivi spiegati sopra) sarebbe un disastro di portata epocale che ci permetterebbe forse di poter tornare a vedere un Milan come quello di quest’anno tra 5/6 anni.

Non vorrei sbagliare ma credo di aver sentito dire a gazidis che a livello di costi il quarto posto oggi non è un assillo.
I costi della rosa sono stati talmente abbattuti che il mancato raggiungimento del quarto posto non sarebbe un dramma e ci si potrebbe riprovare l'anno seguente.

Non so se la dichiarazione abbia un fondo di verità o lo ha detto per togliere pressione all'ambiente.
 

A.C Milan 1899

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Non vorrei sbagliare ma credo di aver sentito dire a gazidis che a livello di costi il quarto posto oggi non è un assillo.
I costi della rosa sono stati talmente abbattuti che il mancato raggiungimento del quarto posto non sarebbe un dramma e ci si potrebbe riprovare l'anno seguente.

Non so se la dichiarazione abbia un fondo di verità o lo ha detto per togliere pressione all'ambiente.

Come al solito è stata detta solo una parte della verità. I costi sono stati abbattuti molto, è verissimo, infatti al netto del Covid il bilancio AC MILAN è in netto miglioramento.

Quello che però i furbacchioni non hanno detto, è che è in arrivo il settlement agreement, che restringerebbe ulteriormente i nostri già stretti fino all’asfissia cordoni della borsa. Significherebbe quindi cedere un Bennacer rimpiazzandolo con un carneade, o cedere Theo facendo lo stesso procedimento.

Quindi si, SENZA Champions ma CON SA il risultato sarebbe univoco: PANE VECCHIO. Ma vecchio sul serio, di quello che ad addentarlo ci lascia la dentatura pure un pittbull.

Però fratello, come ti dicevo abbiamo 34 punti e 24 partite ancora da giocare. Se in queste 24 partite passassimo dalla media punti attuale alla media di 1,9 faremmo 45 punti, cioè anche con un crollo prestazionale TOTALE (perché passare da una media come quella, che teniamo ormai dal post-lockdown, ad una media inferiore ai due punti, a partita, non potrebbe essere chiamato in altro modo che crollo totale) faremmo quasi 80 punti, per la precisione 79, uno in più della quarta da record (seconda solo all’Arsenal 2013/2014 nella storia del calcio) dello scorso anno.

Ma ti dico di più:

1. Ben difficilmente quest’anno il quarto posto sarà a 78 punti come lo scorso anno.

2. Persino se la media punti, da 2,4, passasse non a 1,9, ma ad 1,8 (ossia la stessa media punti del Milan Gattusiano, perché 1,8 punti a partita su 38 partite fanno 68 punti), nelle prossime 24 partite faremmo 43 punti, ossia 77 punti a classifica di campionato chiusa. Che sarebbero più che sufficienti.

Quindi, siccome per mettere a rischio il quarto posto bisognerebbe passare a fare una media punti come il Milan di Montella (e forse nemmeno quello basterebbe, se la quota quarto posto sarà più “umana” dello scorso anno, cosa assai probabile, al 99%), personalmente sono tranquillo su quello.

E meno male, perché ripeto, significherebbe non rivedere più la luce fino al 2025 (la fine dell’SA quadriennale che ci imporranno). L’Inda l’SA quadriennale senza Champions l’ha affrontato (2015-2019, solo nel 2018/2019, l’ultimo anno in cui erano sotto SA, hanno avuto il “sollievo” della CL, e sempre guardacaso solo a fine stagione 2018/2019, finito appunto l’SA, sono tornati una squadra credibile) , e hanno defecato rocce appuntite per anni. Io non voglio passarci, per nessuna ragione. Io voglio vincere, e se non ce la dovessimo fare quest’anno (e io ci credo eccome, già quest’anno) potremmo riprovarci l’anno prossimo (perché con la CL anche l’SA sarebbe gestibilissimo e ci permetterebbe di rinforzare gradualmente la squadra), ma arrivare minimo tra le prime quattro è indispensabile (oltre che, per i motivi spiegati ad inizio post e pure nel post precedente, ormai inammissibile da fallire, perché fallirlo richiederebbe una vera e propria “impresa al contrario”, per come si sono messe le cose, per il livello della squadra che abbiamo e per il fieno che abbiamo già messo in cascina).
 

Swaitak

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Ancora Gazidis, questa volta alla GDS in edicola, sul Milan.

Tutte le dichiarazioni:

Gazidis sull’obiettivo di Elliott nel Milan: “Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire ‘ci credo’ ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e di costruire con umiltà, perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, saremmo morti. Occorre continuare e lavorare, e questo è un processo che ci rende felici”.


Gazidis sulle chance di Scudetto per il Milan: “Per ora non intravediamo un traguardo prefissato, perché siamo dentro ad un percorso. Occorre restare umili, faremo degli errori, ma dagli errori si impara e con una visione comune si superano. Posso senz’altro dire che per me non è un progetto finanziario e di business. Il mio primo movente è la passione. Io mi sono trasferito negli USA a 28 anni per dare vita alla MLS. Ero un avvocato, parenti ed amici pensavano fossi pazzo. Ma non ero interessato ad un progetto imprenditoriale: ero guidato dalla passione per il calcio, che ho tutt’ora. Tant’è vero che ho fatto lo sporting director e non seguivo la parte finanziaria. Quindi ora non ci può essere storia più bella di ciò che stiamo e sto vivendo con il Milan”.

Gazidis su Zlatan Ibrahimović che sogna il titolo con il Milan: “La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni ed anche i miei incubi … Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo, sogno. Ma quando sono sveglio, lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui”.

Gazidis sulla ‘mission’ data da Elliott per il Milan: “Il mio lavoro non è fissare obiettivi con termini specifici, ma portare il club verso una visione futura di cui la parte finanziaria è solo una componente, un mezzo per creare opportunità ed orgoglio. Per riuscirci, occorre creare una squadra che crei emozioni, i giocatori devono giocare con passione e unità e io vedo molto senso d’appartenenza. Vedo giocatori meno giovani che non hanno i soldi come obiettivo, ma qualcosa che può farli arricchire in un altro modo, a partire dalle motivazioni. Quando parliamo di auto-sostenibilità, non intendiamo un fine, ma un mezzo. Questo club appartiene all’Europa ed è stato molto doloroso accettarne l’esclusione”.

Gazidis sulla gestione del Milan da parte di Elliott e sui Singer: “Paul è un tifoso, certo. Ma è una proprietà diversa da quelle che hanno caratterizzato alcuni club italiani in passato. Posso dire che, così come non c’è un cronoprogramma in termini di obiettivi, Elliott non si pone limiti temporali in merito alla sua gestione del club. Per quanto riguarda Gordon, anche lui è un appassionato ed un esperto di calcio. Segue il Milan attentamente. Sovente mi manda dei messaggi durante le partite per commentarle, ma non mi chiamerà mai per dire ‘voglio che cambi l’allenatore’ oppure che ‘un giocatore non sta andando bene’. Ciò in cui crede la proprietà è un progetto serio, con una strategia chiara, che possa riportare il club ad alti livelli, e non nella passione senza controllo. Il Milan non è solo una squadra di calcio: è un’importante comunità globale che parte da Milano. È una istituzione per il Paese e per il Mondo. Abbiamo una grande responsabilità ed anche la proprietà ne è pienamente consapevole. Ve lo dice uno che ormai non si sente solo italiano, ma molto milanese …”.

Gazidis sul direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini: “Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho subito visto, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavora nel modo giusto in tutte le sue componenti”.

Gazidis sul tecnico del Milan, Stefano Pioli: “È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, davanti aveva una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a tutto ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo: lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini né Frederic Massara abbiamo pensato che fosse tutto finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà”.

Gazidis sugli obiettivi del Milan ora che l’asticella si è alzata: “Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza”.

Gazidis sul calciomercato di gennaio per il Milan: “Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio, ci sono personalità che emergono, come Pierre Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile ed intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri”.

Gazidis sul possibile rinnovo di Ibrahimović con il Milan: “Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale, con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto di no perché la storia con i Galaxy non era ancora finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé fa la differenza”.

Gazidis sui rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu con il Milan: “Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano ‘Pioli is on fire’, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto di questa squadra, è questo. Difficile parlare solo di individualità. Si parla spesso di Ibra, ok, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui”.

Gazidis sul nuovo stadio di Milan e Inter: “Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In MLS ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. ‘San Siro‘ è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di ‘no’ ora, sappiamo già cosa succederà … Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi ed ai loro bisogni”.

non so sento puzza di frittura...di sicuro con sta parlantina è diventato davvero italiano

il paragrafo su Kalulu poi è ambiguo.

attendo questa estate per un giudizio definitivo, se dovesse arrivare un risultato importante, mi aspetto anzi pretendo qualche sponsor che non sia Segafredo o Risparmio casa
 
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Comunque numericamente ci siamo, nel senso che riusciremo sempre a mettere in campo 11 ragazzi.
Non so con quali risultati e rapporti di forza.

Io penso che i piani e i programmi vadano fatti ma vadano anche rivisti in corsa in base alla classifica, ai rapporti di forza con le altre e alle annate.
Qualcosa andrebbe fatto, a mio modesto parere, ovviamente tenendo certamente conto di uno spogliatoio che è una famiglia.

Il calendario è fitto e giocheremo ogni tre giorni e sono certo che non potremo fare turn over totale tra giovedi e domenica.

I giorni passano e se qualcuno deve arrivare servirebbe già dal 3 di gennaio.
Vivere però solo in attesa di qualche occasione da cogliere implica anche ridursi agli ultimi giorni di gennaio, non fosse che noi dai 3 a fine gennaio giocheremo ben 8 partite.
 

A.C Milan 1899

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Comunque numericamente ci siamo, nel senso che riusciremo sempre a mettere in campo 11 ragazzi.
Non so con quali risultati e rapporti di forza.

Io penso che i piani e i programmi vadano fatti ma vadano anche rivisti in corsa in base alla classifica, ai rapporti di forza con le altre e alle annate.
Qualcosa andrebbe fatto, a mio modesto parere, ovviamente tenendo certamente conto di uno spogliatoio che è una famiglia.

Il calendario è fitto e giocheremo ogni tre giorni e sono certo che non potremo fare turn over totale tra giovedi e domenica.

Ti basti pensare che le sfide con Inter e Roma ( cruciali per giocarci lo scudetto) saranno inframmezzate dalle partite ad eliminazione diretta con la Stella Rossa. Pensare di andare avanti fino a Maggio con questa rosa è follia criminale, ma tanto avranno pensato “se anche dovessero crollare e mettersi, dalla prossima giornata in poi e fino all’ultima giornata di campionato, a performare come il ridicolo Milan di Montella del 2016/2017, che girava con Paletta, Vangioni, Honda, Kucka, Sugo e Lapadula, aveva una media punti di 1,7 a partita e chiuse a 63 punti, anche in questo caso noi chiuderemmo comunque attorno ai 73/74 punti, che nella storia del campionato italiano sono sempre stati più sufficienti per raggiungere la CL, anzi prima del 2019/2020 il record per il quarto posto erano i 72 punti del 2016/2017 e 2017/2018. Perciò... who gives a flying fuck about reinforcing the team?”.

Questo è il thought process di questi rabbini, caro fratello. I conti li sanno fare bene, molto bene.
 
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Ti basti pensare che le sfide con Inter e Roma ( cruciali per giocarci lo scudetto) saranno inframmezzate dalle partite ad eliminazione diretta con la Stella Rossa. Pensare di andare avanti fino a Maggio con questa rosa è follia criminale, ma tanto avranno pensato “se anche dovessero crollare e mettersi, dalla prossima giornata in poi e fino all’ultima giornata di campionato, a performare come il ridicolo Milan di Montella del 2016/2017, che aveva una media punti di 1,7 a partita e chiuse a 63 punti, noi chiuderemmo comunque attorno ai 73/74 punti, che nella storia del campionato italiano sono sempre stati più sufficienti per raggiungere la CL, anzi prima del 2019/2020 il record per il quarto posto erano i 72 punti del 2016/2017 e 2017/2018. Perciò... who gives a flying fuck about reinforcing the team?”.

Questo è il thought process di questi rabbini, caro fratello. I conti li sanno fare bene, molto bene.

Fossero un campionato e una gestione vecchio stile senza nemmeno arrossire o imbarazzarmi non ti nego che non disdegnerei un'eliminazione dalla coppa.
Però con questi ragazzi che hanno un entusiasmo contagioso e che assorbono come una spugna come si fa?
E' impossibile.
Giocare una coppa da protagonisti ci può preparare per gli anni futuri e quindi credo sia importante giocare seriamente l'el.
Non so dove potremo arrivare ma ogni partita è una tappa che servirà per il futuro.

E' chiaro però che mancano due-tre pedine in questa rosa per esser in grado di giocare 3 partite in sette giorni.
I ruoli e le lacune li conosciamo.

Per questi e altri motivi dico che non riconoscere quello che il gruppo sta facendo è da irriconoscenti ma non continuare nel lavoro di rafforzamento è da criminali.
 

A.C Milan 1899

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Fossero un campionato e una gestione vecchio stile senza nemmeno arrossire o imbarazzarmi non ti nego che non disdegnerei un'eliminazione dalla coppa.
Però con questi ragazzi che hanno un entusiasmo contagioso e che assorbono come una spugna come si fa?
E' impossibile.
Giocare una coppa da protagonisti ci può preparare per gli anni futuri e quindi credo sia importante giocare seriamente l'el.
Non so dove potremo arrivare ma ogni partita è una tappa che servirà per il futuro.

E' chiaro però che mancano due-tre pedine in questa rosa per esser in grado di giocare 3 partite in sette giorni.
I ruoli e le lacune li conosciamo.

Per questi e altri motivi dico che non riconoscere quello che il gruppo sta facendo è da irriconoscenti ma non continuare nel lavoro di rafforzamento è da criminali.

E io la penso come te. Ma che ci vuoi fare, la Shylock & Loan Sharks Enterprises di noi se ne sbatte altamente, poi hanno pure una parte di tifoseria Gianninizzata che probabilmente li appoggerebbe pure se, tornati in CL, questi ci prendessero di tutta risposta L’ovetto (A.K.A Lovato) e Stacacca (A.K.A Scamacca) in Estate 2021 (in effetti sarebbero grandi colpi per un Milan che non torna in CL dal 2013), perciò...

Alea iacta est.
 
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E io la penso come te. Ma che ci vuoi fare, la Shylock & Loan Sharks Enterprises di noi se ne sbatte altamente, poi hanno pure una parte di tifoseria Gianninizzata che probabilmente li appoggerebbe pure se, tornati in CL, questi ci prendessero di tutta risposta L’ovetto (A.K.A Lovato) e Stacacca (A.K.A Scamacca) in Estate 2021 (in effetti sarebbero grandi colpi per un Milan che non torna in CL dal 2013), perciò...

Alea iacta est.

Speriamo Maldini peschi qualche giovane forte in stile theo.
Cito theo in quanto un giocatore in orbita real non è esattamente banale e normale.
L'alternativa sarebbe operazioni alla hauge.

Purtroppo i giocatori forti, in ascesa e affermati oramai è chiaro non sono in agenda.
Scartati a priori.

Jovic forse rientra tra le possibilità ma purchè non ci sia un'asta altrimenti siamo tagliati fuori.
Come vedi quello che spacciano per 'mercato serio e senza compromessi' altro non è che il mercato dei pezzenti.
Puoi edulcorare la pillola quanto vuoi ma poi alla fine scopri che in realtà era una supposta.
 
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Ancora Gazidis, questa volta alla GDS in edicola, sul Milan.

Tutte le dichiarazioni:

Gazidis sull’obiettivo di Elliott nel Milan: “Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire ‘ci credo’ ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e di costruire con umiltà, perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, saremmo morti. Occorre continuare e lavorare, e questo è un processo che ci rende felici”.


Gazidis sulle chance di Scudetto per il Milan: “Per ora non intravediamo un traguardo prefissato, perché siamo dentro ad un percorso. Occorre restare umili, faremo degli errori, ma dagli errori si impara e con una visione comune si superano. Posso senz’altro dire che per me non è un progetto finanziario e di business. Il mio primo movente è la passione. Io mi sono trasferito negli USA a 28 anni per dare vita alla MLS. Ero un avvocato, parenti ed amici pensavano fossi pazzo. Ma non ero interessato ad un progetto imprenditoriale: ero guidato dalla passione per il calcio, che ho tutt’ora. Tant’è vero che ho fatto lo sporting director e non seguivo la parte finanziaria. Quindi ora non ci può essere storia più bella di ciò che stiamo e sto vivendo con il Milan”.

Gazidis su Zlatan Ibrahimović che sogna il titolo con il Milan: “La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni ed anche i miei incubi … Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo, sogno. Ma quando sono sveglio, lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui”.

Gazidis sulla ‘mission’ data da Elliott per il Milan: “Il mio lavoro non è fissare obiettivi con termini specifici, ma portare il club verso una visione futura di cui la parte finanziaria è solo una componente, un mezzo per creare opportunità ed orgoglio. Per riuscirci, occorre creare una squadra che crei emozioni, i giocatori devono giocare con passione e unità e io vedo molto senso d’appartenenza. Vedo giocatori meno giovani che non hanno i soldi come obiettivo, ma qualcosa che può farli arricchire in un altro modo, a partire dalle motivazioni. Quando parliamo di auto-sostenibilità, non intendiamo un fine, ma un mezzo. Questo club appartiene all’Europa ed è stato molto doloroso accettarne l’esclusione”.

Gazidis sulla gestione del Milan da parte di Elliott e sui Singer: “Paul è un tifoso, certo. Ma è una proprietà diversa da quelle che hanno caratterizzato alcuni club italiani in passato. Posso dire che, così come non c’è un cronoprogramma in termini di obiettivi, Elliott non si pone limiti temporali in merito alla sua gestione del club. Per quanto riguarda Gordon, anche lui è un appassionato ed un esperto di calcio. Segue il Milan attentamente. Sovente mi manda dei messaggi durante le partite per commentarle, ma non mi chiamerà mai per dire ‘voglio che cambi l’allenatore’ oppure che ‘un giocatore non sta andando bene’. Ciò in cui crede la proprietà è un progetto serio, con una strategia chiara, che possa riportare il club ad alti livelli, e non nella passione senza controllo. Il Milan non è solo una squadra di calcio: è un’importante comunità globale che parte da Milano. È una istituzione per il Paese e per il Mondo. Abbiamo una grande responsabilità ed anche la proprietà ne è pienamente consapevole. Ve lo dice uno che ormai non si sente solo italiano, ma molto milanese …”.

Gazidis sul direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini: “Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho subito visto, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavora nel modo giusto in tutte le sue componenti”.

Gazidis sul tecnico del Milan, Stefano Pioli: “È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, davanti aveva una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a tutto ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo: lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini né Frederic Massara abbiamo pensato che fosse tutto finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà”.

Gazidis sugli obiettivi del Milan ora che l’asticella si è alzata: “Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza”.

Gazidis sul calciomercato di gennaio per il Milan: “Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio, ci sono personalità che emergono, come Pierre Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile ed intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri”.

Gazidis sul possibile rinnovo di Ibrahimović con il Milan: “Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale, con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto di no perché la storia con i Galaxy non era ancora finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé fa la differenza”.

Gazidis sui rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu con il Milan: “Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano ‘Pioli is on fire’, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto di questa squadra, è questo. Difficile parlare solo di individualità. Si parla spesso di Ibra, ok, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui”.

Gazidis sul nuovo stadio di Milan e Inter: “Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In MLS ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. ‘San Siro‘ è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di ‘no’ ora, sappiamo già cosa succederà … Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi ed ai loro bisogni”.

Questo a parlare è geniale.

Mi ricorda Berlusconi, fa sembrare tutto rosa e fiori e bellissimo.
Vedremo con i fatti, per ora bene così, ma delle parole ineccepibili non me ne faccio molto, non bastano più

Dargli tutte le colpe di prima e nessun merito adesso, senza SAPERE NULLA è molto poco onesto.

Son coerente, bravi tutti. Dai.
Prendere un azienda sostanzialmente FALLITA e riportarla su non è affatto facile.

Ora dopo questa intervista fiabesca, speriamo seguano dei fatti positivi e concreti.
 
Stato
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