Gazidis:"Milan senza limiti? Elliott no scadenza. Ibra...".

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Registrato
11 Aprile 2016
Messaggi
67,170
Reaction score
34,678
Impeccabile. Siamo nella fase Thohir, il fatto che abbiamo una squadra molto più forte della Sfinter di Thohir è una piacevole quanto inaspettata conseguenza dovuta al gran lavoro del Capitano con la 3, di Zvone e Massara. Fine. Nulla di voluto dalla proprietà né nulla per il quale sarebbero disposti a metterci anche solo 10.000 euro di tasca propria sul mercato (sottolineo sul mercato, prima che mi si venga a parlare di ricapitalizzazioni et similia, che in NULLA aumentano il potere d’acquisto del club sul mercato, a differenza delle sponsorizzazioni).

Il fatto è che qui non ci sarebbe manco bisogno di stuprare l’FPF come dici, basterebbe rispettarlo sfruttandone le opportunità che lascia alle proprietà (il famoso 30% -rispetto al fatturato “liscio” del club - di sponsorizzazioni “casalinghe” pompabili a bilancio) per fare un salto di qualità enorme a livello di potere d’acquisto e risorse.

Questo punto va ribadito per chiarire che non si sta manco chiedendo alla proprietà di “stuprare l’FPF a proprio piacimento”, ma di sfruttare i margini di manovra che lascia, nel pieno rispetto delle regole. Deve essere chiarito e ribadito di modo che, con questo, sia contestualmente chiarita e ribadita la loro TOTALE assenza di scuse, visto che non gli si chiede di fare nulla di illegale o fuori dalle regole, e che l’unico motivo per il quale non fanno quanto detto sopra è solo la volontà di non spendere.

A parte lo sponsor, sbaglio o non ci sono nemmeno vincoli coi giovani??
Ecco, visto che abbiamo in società gente che di calcio ne capisce perchè non andiamo a prendere i migliori under 18, 17 , 16?
Quello che fanno city, chelsea, bayern ,real, giusto per capirci.
Ma quelli buoni eh, quelli che costano e che sono già riconosciuti come i più forti tra i coetanei e che spiccano a mondiali ed europei di categoria.
 

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
234,927
Reaction score
41,271
A parte lo sponsor, sbaglio o non ci sono nemmeno vincoli coi giovani??
Ecco, visto che abbiamo in società gente che di calcio ne capisce perchè non andiamo a prendere i migliori under 18, 17 , 16?
Quello che fanno city, chelsea, bayern ,real, giusto per capirci.
Ma quelli buoni eh, quelli che costano e che sono già riconosciuti come i più forti tra i coetanei e che spiccano a mondiali ed europei di categoria.

Basta. Continuate in privato.
 

A.C Milan 1899

Bannato
Registrato
7 Aprile 2019
Messaggi
21,708
Reaction score
1,446
A parte lo sponsor, sbaglio o non ci sono nemmeno vincoli coi giovani??
Ecco, visto che abbiamo in società gente che di calcio ne capisce perchè non andiamo a prendere i migliori under 18, 17 , 16?
Quello che fanno city, chelsea, bayern ,real, giusto per capirci.
Ma quelli buoni eh, quelli che costano e che sono già riconosciuti come i più forti tra i coetanei e che spiccano a mondiali ed europei di categoria.

Certo, questa è un’altra cosa che ho fatto presente tante volte.

Nessuno, proprio nessuno, impedirebbe a questa proprietà di costruire una Masia Milanese e Milanista, né tantomeno di prendere i migliori sbarbatelli del pianeta per metterli in Primavera. Eppure, i wonder how i wonder why, non viene fatto.

Vogliono fare lo stadio, che per noi sarà assolutamente fondamentale (130 milioni all’anno per Milan e Inter a testa, a cui si aggiungerebbero i ricavi standard dei diritti televisivi + i ricavi della Champions e degli sponsor esterni, non sarebbe una svolta, sarebbe LA svolta), ma vogliono farlo solo e soltanto perché quello permetterà loro di lucrare di più sulla rivendita del club quando sarà il momento.

Invece investire a fondo perduto sul settore giovanile, costruire una Masia Milanese e Milanista e prendere i Mbappè quando hanno 16 anni, eh, quello da meno ritorni. E quindi non si fa.

Basta. Continuate in privato.

Ho visto adesso Admin. Ok. ;)
 

kipstar

Senior Member
Registrato
14 Luglio 2016
Messaggi
17,217
Reaction score
2,199
ragazzi al momento i risultati ci sono e le chiacchiere stanno a zero.
servirebbero degli innesti a gennaio per rendere l'obbiettivo sportivo più alla portata ? a mio avviso si. ma io sono un tifoso che guarda la parte sportiva al 99% ed è ovvio pensarla così.....
poi c'è tutto il resto.....ne sono consapevole.
 

Sam

Junior Member
Registrato
16 Luglio 2018
Messaggi
3,683
Reaction score
4,677
Ancora Gazidis, questa volta alla GDS in edicola, sul Milan.

Tutte le dichiarazioni:

Gazidis sull’obiettivo di Elliott nel Milan: “Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire ‘ci credo’ ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e di costruire con umiltà, perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, saremmo morti. Occorre continuare e lavorare, e questo è un processo che ci rende felici”.


Gazidis sulle chance di Scudetto per il Milan: “Per ora non intravediamo un traguardo prefissato, perché siamo dentro ad un percorso. Occorre restare umili, faremo degli errori, ma dagli errori si impara e con una visione comune si superano. Posso senz’altro dire che per me non è un progetto finanziario e di business. Il mio primo movente è la passione. Io mi sono trasferito negli USA a 28 anni per dare vita alla MLS. Ero un avvocato, parenti ed amici pensavano fossi pazzo. Ma non ero interessato ad un progetto imprenditoriale: ero guidato dalla passione per il calcio, che ho tutt’ora. Tant’è vero che ho fatto lo sporting director e non seguivo la parte finanziaria. Quindi ora non ci può essere storia più bella di ciò che stiamo e sto vivendo con il Milan”.

Gazidis su Zlatan Ibrahimović che sogna il titolo con il Milan: “La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni ed anche i miei incubi … Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo, sogno. Ma quando sono sveglio, lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui”.

Gazidis sulla ‘mission’ data da Elliott per il Milan: “Il mio lavoro non è fissare obiettivi con termini specifici, ma portare il club verso una visione futura di cui la parte finanziaria è solo una componente, un mezzo per creare opportunità ed orgoglio. Per riuscirci, occorre creare una squadra che crei emozioni, i giocatori devono giocare con passione e unità e io vedo molto senso d’appartenenza. Vedo giocatori meno giovani che non hanno i soldi come obiettivo, ma qualcosa che può farli arricchire in un altro modo, a partire dalle motivazioni. Quando parliamo di auto-sostenibilità, non intendiamo un fine, ma un mezzo. Questo club appartiene all’Europa ed è stato molto doloroso accettarne l’esclusione”.

Gazidis sulla gestione del Milan da parte di Elliott e sui Singer: “Paul è un tifoso, certo. Ma è una proprietà diversa da quelle che hanno caratterizzato alcuni club italiani in passato. Posso dire che, così come non c’è un cronoprogramma in termini di obiettivi, Elliott non si pone limiti temporali in merito alla sua gestione del club. Per quanto riguarda Gordon, anche lui è un appassionato ed un esperto di calcio. Segue il Milan attentamente. Sovente mi manda dei messaggi durante le partite per commentarle, ma non mi chiamerà mai per dire ‘voglio che cambi l’allenatore’ oppure che ‘un giocatore non sta andando bene’. Ciò in cui crede la proprietà è un progetto serio, con una strategia chiara, che possa riportare il club ad alti livelli, e non nella passione senza controllo. Il Milan non è solo una squadra di calcio: è un’importante comunità globale che parte da Milano. È una istituzione per il Paese e per il Mondo. Abbiamo una grande responsabilità ed anche la proprietà ne è pienamente consapevole. Ve lo dice uno che ormai non si sente solo italiano, ma molto milanese …”.

Gazidis sul direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini: “Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho subito visto, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavora nel modo giusto in tutte le sue componenti”.

Gazidis sul tecnico del Milan, Stefano Pioli: “È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, davanti aveva una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a tutto ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo: lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini né Frederic Massara abbiamo pensato che fosse tutto finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà”.

Gazidis sugli obiettivi del Milan ora che l’asticella si è alzata: “Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza”.

Gazidis sul calciomercato di gennaio per il Milan: “Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio, ci sono personalità che emergono, come Pierre Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile ed intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri”.

Gazidis sul possibile rinnovo di Ibrahimović con il Milan: “Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale, con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto di no perché la storia con i Galaxy non era ancora finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé fa la differenza”.

Gazidis sui rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu con il Milan: “Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano ‘Pioli is on fire’, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto di questa squadra, è questo. Difficile parlare solo di individualità. Si parla spesso di Ibra, ok, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui”.

Gazidis sul nuovo stadio di Milan e Inter: “Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In MLS ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. ‘San Siro‘ è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di ‘no’ ora, sappiamo già cosa succederà … Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi ed ai loro bisogni”.
Secondo me siamo, e mi metto tranquillamente anch'io in mezzo, un po' troppo duri nei confronti di Gazidis ed Elliott.

Hanno sicuramente commesso degli errori e alcune loro politiche sono state a dir poco discutibili. Però secondo me la volontà di far bene c'è.
Siamo tutti esseri umani, e tutti possiamo sbagliare nelle scelte. Certo, un dirigente si presume abbia anche capacità di valutare le prospettive future prima ancora che esse si verifichino, ma l'abbaglio lo può prendere chiunque. Non è che nell'epoca del grande Milan abbiamo solo fatto scelte top.

Certo, il voler rivoluzionare ogni anno è stato deleterio, perché non dà segno di continuità e disorienta l'ambiente, oltre a dare l'alibi ai giocatori di non fare ciò che gli viene detto, perché tanto sanno che a pagare sarà l'allenatore sventurato e il dirigente di turno.

Però complessivamente non credo stiamo facendo male. Alla fine a penalizzarci finanziariamente e sportivamente sono stati Berlusconi e Galliani con il loro ultimo decennio fatto di soldi sperperati in bidoni privi di logica, oltre che di qualità reale. Poi Fassone/Mirabelli e Leonardo ci hanno messo del loro, però anche qui, ragionandoci a mente fredda: questi ultimi hanno avuto solo un anno (e Leo anche meno) a disposizione per far bene e riparare a 10 anni di errori dei primi due. Mi sembra onestamente un po' ingiusto.
Di Mirabelli ne abbiamo dette tante, io per primo, eppure se abbiamo Donnarumma (con il famoso rinnovo), Kessié e Calhanoglu in squadra, ragazzi, lo dobbiamo anche a lui.
A me Kessié non è mai piaciuto come giocatore. Dissi persino, e non faccio fatica ad ammetterlo, che gli preferivo Kucka, dato il costo nettamente inferiore e le prestazioni ugualmente non sempre brillanti. Eppure oggi guardandolo in campo non posso far altro che ricordarmi di quanto avessi torto e di quanto fossi stato affrettato nei giudizi.

Il Milan era sostanzialmente una società fallita che aveva persino venduto il pullman dei giocatori, perché non ce lo si poteva permettere. Pezzenteria che manco i barboni a Milano Centrale. Non dimentichiamocelo.
Qui, con tutti gli sbagli e gli abbagli del mondo, si sta cercando di rivalutare l'investimento fatto. Quindi al netto di tutto, onestamente mi ritengo soddisfatto.

Naturalmente capisco i discorsi che fanno alcuni di noi, e da tifoso non riesco a non comprenderli, però alla fine la maturità della dirigenza si vede anche nel saper fare un passo indietro e ammettere gli errori, come nel caso Rangnick-Pioli. Berlusconi avrebbe cacciato l'allenatore a prescindere come con Mihajlovic.

Oggi critichiamo la società e abbiamo Tonali a centrocampo. Qualche anno fa in quella zona provammo a piazzarci Sosa. Direi che non abbiamo di che lamentarci, per ora.

Tutto questo IMHO, naturalmente.
 

A.C Milan 1899

Bannato
Registrato
7 Aprile 2019
Messaggi
21,708
Reaction score
1,446
Secondo me siamo, e mi metto tranquillamente anch'io in mezzo, un po' troppo duri nei confronti di Gazidis ed Elliott.

Hanno sicuramente commesso degli errori e alcune loro politiche sono state a dir poco discutibili. Però secondo me la volontà di far bene c'è.
Siamo tutti esseri umani, e tutti possiamo sbagliare nelle scelte. Certo, un dirigente si presume abbia anche capacità di valutare le prospettive future prima ancora che esse si verifichino, ma l'abbaglio lo può prendere chiunque. Non è che nell'epoca del grande Milan abbiamo solo fatto scelte top.

Certo, il voler rivoluzionare ogni anno è stato deleterio, perché non dà segno di continuità e disorienta l'ambiente, oltre a dare l'alibi ai giocatori di non fare ciò che gli viene detto, perché tanto sanno che a pagare sarà l'allenatore sventurato e il dirigente di turno.

Però complessivamente non credo stiamo facendo male. Alla fine a penalizzarci finanziariamente e sportivamente sono stati Berlusconi e Galliani con il loro ultimo decennio fatto di soldi sperperati in bidoni privi di logica, oltre che di qualità reale. Poi Fassone/Mirabelli e Leonardo ci hanno messo del loro, però anche qui, ragionandoci a mente fredda: questi ultimi hanno avuto solo un anno (e Leo anche meno) a disposizione per far bene e riparare a 10 anni di errori dei primi due. Mi sembra onestamente un po' ingiusto.
Di Mirabelli ne abbiamo dette tante, io per primo, eppure se abbiamo Donnarumma (con il famoso rinnovo), Kessié e Calhanoglu in squadra, ragazzi, lo dobbiamo anche a lui.
A me Kessié non è mai piaciuto come giocatore. Dissi persino, e non faccio fatica ad ammetterlo, che gli preferivo Kucka, dato il costo nettamente inferiore e le prestazioni ugualmente non sempre brillanti. Eppure oggi guardandolo in campo non posso far altro che ricordarmi di quanto avessi torto e di quanto fossi stato affrettato nei giudizi.

Il Milan era sostanzialmente una società fallita che aveva persino venduto il pullman dei giocatori, perché non ce lo si poteva permettere. Pezzenteria che manco i barboni a Milano Centrale. Non dimentichiamocelo.
Qui, con tutti gli sbagli e gli abbagli del mondo, si sta cercando di rivalutare l'investimento fatto. Quindi al netto di tutto, onestamente mi ritengo soddisfatto.

Naturalmente capisco i discorsi che fanno alcuni di noi, e da tifoso non riesco a non comprenderli, però alla fine la maturità della dirigenza si vede anche nel saper fare un passo indietro e ammettere gli errori, come nel caso Rangnick-Pioli. Berlusconi avrebbe cacciato l'allenatore a prescindere come con Mihajlovic.

Oggi critichiamo la società e abbiamo Tonali a centrocampo. Qualche anno fa in quella zona provammo a piazzarci Sosa. Direi che non abbiamo di che lamentarci, per ora.

Tutto questo IMHO, naturalmente.

È un bel direttore, insomma. :troll:

Comunque, scherzi a parte, io mi sono sempre divertito a perculare Sweet Gaz O’ Mine, ma non l’ho mai detestato davvero, lui è solo un sock puppet, chi deve tirare fuori i soldi non è certamente lui, sono ben altri, lui fa quello che gli viene detto di fare. Perciò è anche corretto non prendersela troppo con lui.

Specie visto che ha rinunciato a mettere becco sul tipo di acquisti che vanno fatti o meno, a quanto pare.

Anche se un paio di schiaffi a mano aperta sulla pelata glieli darei, vorrei proprio sentire un onomatopeico “SCIAFF!” al momento dell’impatto. :rotolo:

ragazzi al momento i risultati ci sono e le chiacchiere stanno a zero.
servirebbero degli innesti a gennaio per rendere l'obbiettivo sportivo più alla portata ? a mio avviso si. ma io sono un tifoso che guarda la parte sportiva al 99% ed è ovvio pensarla così.....
poi c'è tutto il resto.....ne sono consapevole.

Non proprio, diciamo che c’è chi guarda sia la parte sportiva che quella finanziaria e c’è chi guarda quella finanziaria e quella sportiva se va bene ok e se va male ci dispiace tanto ma it is what it is (i nostri amati proprietari).

.
 

Raryof

Senior Member
Registrato
24 Gennaio 2017
Messaggi
15,336
Reaction score
4,430
Certo, il voler rivoluzionare ogni anno è stato deleterio, perché non dà segno di continuità e disorienta l'ambiente, oltre a dare l'alibi ai giocatori di non fare ciò che gli viene detto, perché tanto sanno che a pagare sarà l'allenatore sventurato e il dirigente di turno.

Alla fine della fiera hanno portato avanti un progetto fastidioso per quello che era il tifoso medio del Giannino fino a qualche anno fa ma equilibrato, perché noi finché non abbiamo trovato una certa stabilità a livello dirigenziale abbiamo sempre avuto tantissimi problemi pure sul campo, pure nella scelta della strategia da usare, strategia che da quando Maldini ha azzeccato praticamente tutti gli acquisti nel 2019 (eccetto Rade) è filata via liscia come l'olio, quello è stato il punto più critico degli ultimi anni e della gestione di Maldini/Massara e in misura minore Ivan, perché senza l'acquisto di Ibra e la valorizzazione degli acquisti di Maldini da parte di Pioli ci sarebbe stato un ulteriore cambiamento avantaggiato poi da una pandemia improvvisa che invece ci è tornata comoda per fermarci, ripartire e ritrovare le nostre sicurezze, soprattutto al di fuori del campo.
La magata è stata fatta a gennaio quando sono andati a prendere Simon e Ibra, due profili che il bald guy non avrebbe mai tirato fuori col suo statDNA, due profili che hanno dato valore al mercato fatto 3-4 mesi prima e che hanno fatto trovare la quadra a Pioli, la stessa quadra che abbiamo ancora oggi senza di loro, con un Milan cresciuto di testa che ha saputo sfruttare a pieno tutto il suo potenziale. La cosa che davvero fa spavento è che siamo pure la squadra più giovane d'Europa, quasi un modello, non era semplice ma sono diversi anni, prima per caso con Donnarumma ma poi con lo scouting fatto ad alti livelli, quello vero, che ti fa trovare dei giocatori quando non costano nulla; uno come Tonali sarebbe potuto venire solo da noi, giovani come Kulu avrebbero fatto molto meglio nel Milan, in altre squadre sono dei plus che devono aspettare Ronaldo, qui da noi siamo proprio oltre e tirare fuori un anno del genere in questa situazione vale più di tutti gli scudettini vinti dalla gobba in questi 9 anni dopo che erano partiti proprio da una gestione simile a questa, allenatore, acquisti di alcuni giovani scovati a poco (noi in più abbiamo giovani che arrivano dal vivaio loro no), qualche leader vero e fine, con quel ciclo sono durati quasi 10 anni di immenso vuoto tecnico italiano... era un calcio diverso, ora è più difficile partire da 0, ora è più dura azzeccare tutti gli acquisti senza puntare su cariatidi come Vidal o simili, è più dura avere una media di 24 anni in squadra e non perdere una partita neanche per sbaglio, non perdere una partita in trasferta in un anno solare è roba da record del calcio, su questo ormai c'è poco da dire, abbiamo svoltato e le certezze che abbiamo trovato noi le abbiamo tolte agli altri che pensavano di vincere almeno una Champions prima del nostro ritorno e sono stati talmente frastornati da questo che sono andati a commettere delle leggerezze assurde (caso Suarez, Chiesa, Pirla) che fino a 4-5 anni fa non avrebbero mai commesso.
Bisogna dare atto a questa società di aver intrattenuto un percorso molto poco italiano, tanti giovani, anche arrivati dal vivaio, rimasti prima di dover essere ceduti (e per tanti pure Calabria sarebbe dovuto partire 3 mesi fa), questa gestione è un unicum nel calcio italiano attualmente ed è normalissimo che le altre non riescano a replicare lo stesso modello, chi per mancanza di struttura come la Bergamasca chi perché non l'ha mai fatto con continuità, la gobba, chi perché non lo ha nelle vene, l'Inter che da sempre è una delle squadre più vecchie della Serie A e quella meno capace di lanciare i giovani arrivati dal vivaio (salvo rarissimi casi come Bastoni).
 

Toby rosso nero

Moderatore
Membro dello Staff
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
47,050
Reaction score
32,201
Ancora Gazidis, questa volta alla GDS in edicola, sul Milan.

Tutte le dichiarazioni:

Gazidis sull’obiettivo di Elliott nel Milan: “Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire ‘ci credo’ ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e di costruire con umiltà, perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, saremmo morti. Occorre continuare e lavorare, e questo è un processo che ci rende felici”.


Gazidis sulle chance di Scudetto per il Milan: “Per ora non intravediamo un traguardo prefissato, perché siamo dentro ad un percorso. Occorre restare umili, faremo degli errori, ma dagli errori si impara e con una visione comune si superano. Posso senz’altro dire che per me non è un progetto finanziario e di business. Il mio primo movente è la passione. Io mi sono trasferito negli USA a 28 anni per dare vita alla MLS. Ero un avvocato, parenti ed amici pensavano fossi pazzo. Ma non ero interessato ad un progetto imprenditoriale: ero guidato dalla passione per il calcio, che ho tutt’ora. Tant’è vero che ho fatto lo sporting director e non seguivo la parte finanziaria. Quindi ora non ci può essere storia più bella di ciò che stiamo e sto vivendo con il Milan”.

Gazidis su Zlatan Ibrahimović che sogna il titolo con il Milan: “La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni ed anche i miei incubi … Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo, sogno. Ma quando sono sveglio, lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui”.

Gazidis sulla ‘mission’ data da Elliott per il Milan: “Il mio lavoro non è fissare obiettivi con termini specifici, ma portare il club verso una visione futura di cui la parte finanziaria è solo una componente, un mezzo per creare opportunità ed orgoglio. Per riuscirci, occorre creare una squadra che crei emozioni, i giocatori devono giocare con passione e unità e io vedo molto senso d’appartenenza. Vedo giocatori meno giovani che non hanno i soldi come obiettivo, ma qualcosa che può farli arricchire in un altro modo, a partire dalle motivazioni. Quando parliamo di auto-sostenibilità, non intendiamo un fine, ma un mezzo. Questo club appartiene all’Europa ed è stato molto doloroso accettarne l’esclusione”.

Gazidis sulla gestione del Milan da parte di Elliott e sui Singer: “Paul è un tifoso, certo. Ma è una proprietà diversa da quelle che hanno caratterizzato alcuni club italiani in passato. Posso dire che, così come non c’è un cronoprogramma in termini di obiettivi, Elliott non si pone limiti temporali in merito alla sua gestione del club. Per quanto riguarda Gordon, anche lui è un appassionato ed un esperto di calcio. Segue il Milan attentamente. Sovente mi manda dei messaggi durante le partite per commentarle, ma non mi chiamerà mai per dire ‘voglio che cambi l’allenatore’ oppure che ‘un giocatore non sta andando bene’. Ciò in cui crede la proprietà è un progetto serio, con una strategia chiara, che possa riportare il club ad alti livelli, e non nella passione senza controllo. Il Milan non è solo una squadra di calcio: è un’importante comunità globale che parte da Milano. È una istituzione per il Paese e per il Mondo. Abbiamo una grande responsabilità ed anche la proprietà ne è pienamente consapevole. Ve lo dice uno che ormai non si sente solo italiano, ma molto milanese …”.

Gazidis sul direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini: “Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho subito visto, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavora nel modo giusto in tutte le sue componenti”.

Gazidis sul tecnico del Milan, Stefano Pioli: “È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, davanti aveva una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a tutto ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo: lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini né Frederic Massara abbiamo pensato che fosse tutto finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà”.

Gazidis sugli obiettivi del Milan ora che l’asticella si è alzata: “Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza”.

Gazidis sul calciomercato di gennaio per il Milan: “Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio, ci sono personalità che emergono, come Pierre Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile ed intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri”.

Gazidis sul possibile rinnovo di Ibrahimović con il Milan: “Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale, con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto di no perché la storia con i Galaxy non era ancora finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé fa la differenza”.

Gazidis sui rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu con il Milan: “Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano ‘Pioli is on fire’, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto di questa squadra, è questo. Difficile parlare solo di individualità. Si parla spesso di Ibra, ok, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui”.

Gazidis sul nuovo stadio di Milan e Inter: “Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In MLS ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. ‘San Siro‘ è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di ‘no’ ora, sappiamo già cosa succederà … Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi ed ai loro bisogni”.

Sempre più perfetto per fare il politico, come rivolta la frittata, sale sul carro e fa il trasformista è sensazionale.
Molti parlamentari gli chiederanno lezioni private.

Ps. Buon Natale a Ragnarok, #MilanBLM e alla squadra femminile.
 
Ultima modifica:
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Alto