In aggiunta, bisogna considerare che generalmente ci sono milioni di persone a rischio complicanze in relazione al(ai)virus dell'influenza stagionale, e non sono solo quelle in età avanzata. Ci sono, per esempio, innumerevoli patologie croniche che vengono controllate con terapie per nulla invasive che consentono alle persone che ne sono affette di condurre una vita normalissima. Anche, più semplicemente, una donna incinta è alto rischio complicanze.
A tutte queste persone viene consigliata la vaccinazione contro i virus dell'influenza stagionale, ma per questo virus parzialmente nuovo il vaccino non c'è. Quindi, anche volendo prescindere da quella che sarà la percentuale di decessi(e speriamo si attesti su livelli molto inferiori al 2%!), è d'obbligo fare il possibile per limitare la diffusione del virus a tutela di questi soggetti in particolare e di tutti i cittadini in generale.
Le categorie più a rischio (anziani, immunocompromessi , pazienti con altre patologie,ecc) sono sempre state vittime della classica influenza stagionale e la vaccinazione mira proprio a proteggerli.
In questo caso del coronavirus, ovviamente, il vaccino non lo abbiamo ancora e partiamo già ad handicap.
Sappiamo poi che in alcuni soggetti il quadro clinico di chi contrae questa infezione non è severo ed è paragonabile a una normale influenza o addirittura a un raffreddamento.
C'è un però: alcuni soggetti, anche giovani e in ottime condizioni fisiche, tipo il podista 38enne, manifestano sintomi gravi e preoccupanti che ne mettono addirittura a rischio la vita.
Il tutto pare sia dovuto alla polmonite virale.
Con l'influenza stagionale quanti giovani adulti e in ottime condizioni fisiche rischiano la vita??
Il vero confronto da fare è questo, senza farsi fuorviare da anziani o soggetti con altre patologie .