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Secondo me hai toccato un punto molto importante, quello della responsabilità.esatto. E' proprio quello che voglio dire io.
Con Maldini avevamo Pioli, Krunic, Leao svagato, Giroud vecchio, Kjaer, Tomori casinista, Calabria, ecc.
Però non credo che si dicesse a destra e sinistra "quello non può, quello non ce la fa, con quello non si vince, con quell'altro è impossibile fare così, ecc."
Ognuno si è preso le sue responsabilità e poi derby lì, Radu là, abbiamo vinto lo scudetto. Chiaramente non basta convincersi di vincere e quindi si vince. Ma sicuro al 100% è che se tu non punti a vincere e quindi ti crei una montagna di alibi e giustificazioni, non vincerai mai.
Non miglioreremo mai se appunto non c'è il culto della vittoria. Il culto della vittoria è appunto quella cosa che ti fa vedere solo la vittoria e tu devi fare tutto il necessario per raggiuingerla. E se tu indossi la maglia del Milan, di default devi puntare a vincere e a non cercare giustificazioni. Da noi è ormai appunto il contrario, ancora prima di scendere in campo, già giustifichiamo eventuali futuri insuccessi.
Noi abbiamo ormai il culto del maniavantismo.
Ed essere realisti non vuol dire essere maniavantisti. Sono il primo a capire che questo Milan ad oggi ha pochissimi chances di vittoria, però bisogna capire che la vittoria dei trofei è il nostro obbiettivo, non ce ne è un altro. Se non vinciamo è colpa nostra. Di chi acquista/vende, di chi allena e di chi scende in campo. Finchè non si prenderanno tutti le proprie responsabilità, non potremo mai sviluppare appunto un culto della vittoria.
E poi comunque ci sarebbe anche da fare un discorso sulla dignità perchè sempre all'insegna del giustificazionismo anti-vittoria, qua si passa dal "non ho vinto lo scudetto" a "vabbè dai, mi sono qualificato per la champions (a cui non penso neanche che potrò mai vincere)" e nel mezzo ci sono partite imbarazzanti, derby umilianti, coppe e coppette buttate via, ecc. Ma questo è un altro discorso.
Nessuno nell'attuale società vuole prendersi responsablità, questo mi sembra ovvio. Lo scorso anno Pioli è stato nominato "super coach", non perché si credesse che potesse diventare il nuovo Ferguson, ma per potergli addossare tutte le responsabilità in caso di fallimento sportivo. Qui sul forum c'erano persone che lo avevano capito 12 mesi fa, ed infatti è andata esattamente così.
Quello che vedo oggi sono tanti slogan e proclami da parte di Ibra e Fonseca, ma se hai notato si parla sempre di vincere "nel lungo", ad esempio nessuno si è preso l'impegno verso i tifosi di lottare per lo scudetto quest'anno, hanno tutti sviato, o detto vagamente che "siamo il Milan, e dobbiamo gicare sempre per vincere". Chi gioca per perdere? Dico io.
La volontà di vincere la si vede dalle mosse della dirigenza, ancor prima che dalle mosse sul campo. Una squadra che non ha un DS, per me non è una squadra che punta ad obiettivi sportivi. Una dirigenza che è da un anno che deve comprare il centroavanti ed aspetta offerte low cost dell'ultimo minuto, non è una dirigenza che vuole vincere.
Buttare la croce addosso ad allenatore e squadra per me non ha senso, se non c'è dietro una dirigenza forte che svolge un lavoro che deve portare la squadra ad essere competitiva.
Nella storia del calcio le squadre che hanno vinto hanno sempre avuto alle spalle una proprietà ed una dirigenza forti, e soprattutto dirigenti capaci, cosa che a noi manca totalmente, almeno per quanto riguarda la parte sportiva.
Non voglio dare alibi a squadra ed allenatore sia chiaro, ma c'è un ordine di responsabilità.