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Paolo Condò dal CorSera in edicola: se il primo risultato può essere un caso e il secondo una coincidenza, il terzo definisce una regola. Il Milan lascia punti per strada con le piccole, ma è implacabile negli scontri diretti: questo 1-0 all’Inter segue quello alla Roma e il 2-1 al Napoli (e lo 0-0 a casa Juve gli andò stretto). L’Inter viceversa domina e spesso devasta chi le sta sotto, ma nel «suo» campionato siamo al terzo k.o. su tre: Juve, Napoli e adesso il derby. Il risultato di ieri è maturato sul prevedibile copione di un’Inter ambiziosa e un Milan umile: i due legni di Acerbi e Lautaro sommati al rigore parato dal portentoso Maignan a Calhanoglu (e siamo alla seconda prodezza decisiva dopo quella anti-Dybala) ci dicono che gli episodi hanno recitato un ruolo enorme, ma dal portiere ritrovato ai difensori accesi, dai tempi sospesi di Modric al coltellino svizzero Saelemaekers, alla puntualità in area di Pulisic, Allegri ha costruito un meccanismo che sa interpretare i momenti del match e questa è una forma di sensibilità collettiva che porta lontano. Per ora al secondo posto col Napoli, mentre la quarta sconfitta costa all’Inter l’aggancio del sempre più sicuro Bologna.