Cardinale:"Ai tifosi interessa solo vincere. Il mio messaggio...".

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Ho letto le dichiarazioni.
Alcune cose sono condivisibili, come il concetto di voler far diventare la Serie A un marchio top, con annessi e connessi.
Ineccepibile, anche se secondo me, son tutti bla bla bla.

Sulla parte dove dice che le squadre non sono dei propri tifosi invece, si è mostrato per quello che è il vero obbiettivo.
E cioè rendere il calcio una fabbrica di scarpe.
Un circo, una macchina da soldi fine a se stessa.

Perchè anche se è vero che tecnicamente i proprietari sono quelli che ci mettono i soldi, è anche vero che il Milan ( e ogni altra società) varrebbero ZERO se non avessero milioni di tifosi.
 

-Lionard-

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Ha anche ragione su molte cose, peccato che la credibilità stia a zero.

Sullo stadio per loro é inconcepibile, in America lo stato ha pochissima voce in capitolo su tutto quello che riguarda gli investimenti privati in Europa invece é totalmente inverso.

Dice cose giuste eh, ma di soluzioni non si parla ed i fatti parlano di altro.
Il problema è che lui continua a dipingere il modello arabo come negativo, dei "ricchi scemi", quasi fossero Tanzi e Cragnotti, e invece hanno costruito una struttura vincente e sostenibile (vedere ultimi bilanci) al City che ormai domina da anni il miglior campionato al mondo, altro che "voglio vincere ma non una volta sola".

Nessuno ovviamente gli chiede di disporre di una simile potenza economica ma chiudere ogni anno a ZERO e investire tutto l'attivo sul mercato per migliorare la squadra potrebbe essere un passo in avanti nel rapporto con i tifosi. Ma poi è proprio delirante il passaggio sulle sue presunte competenze...Un DS vero ed esperto porterà sempre più valore aggiunto di algoritmi che poco servono nel calcio.
 
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Ho letto le dichiarazioni.
Alcune cose sono condivisibili, come il concetto di voler far diventare la Serie A un marchio top, con annessi e connessi.
Ineccepibile, anche se secondo me, son tutti bla bla bla.

Sulla parte dove dice che le squadre non sono dei propri tifosi invece, si è mostrato per quello che è il vero obbiettivo.
E cioè rendere il calcio una fabbrica di scarpe.
Un circo, una macchina da soldi fine a se stessa.

Perchè anche se è vero che tecnicamente i proprietari sono quelli che ci mettono i soldi, è anche vero che il Milan ( e ogni altra società) varrebbero ZERO se non avessero milioni di tifosi.
Ma anche con altri prodotti funziona uguale.
Magari mi piace ad esempio una marca di auto e ogni 10 anni ne prendo una nuova, ma se poi si mettessero a fare auto scadenti virerei altrove.

I tifosi non sono i proprietari ma sono quelli che acquistano il prodotto, ma questo deve essere di proprio gradimento. Una squadra che non vince, senza giocatori attaccati alla maglia, senza talento, con un brutto gioco allontanerà i propri tifosi e farà perdere ricavi.

Berlusconi ha avuto lo stadio strapieno con il grande Milan, ma negli ultimi anni era mezzo vuoto o ancora peggio.

Certamente se crescesse tutto il movimento italiano sarebbe positivo per tutti, nel confronto europeo. Ma lui deve pensare al meglio per il Milan.

Insomma, preferisco che le cose in Italia restino come sono ma con un Milan nuovamente competitivo in Europa piuttosto che un calcio italiano che torna ad essere il migliore del mondo ma con il Milan settima/ottava forza.
 

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Cardinale, come sempre, parla dagli Usa:"Il mio messaggio alla tifoseria non sembra funzionare, quindi direi che il messaggio alla tifoseria è che non vi darò alcun messaggio finché non vinceremo. Perché capisco che è l’unica cosa che vi interessa. Ma io farò il mio lavoro e faremo tutto il possibile per vincere. Ma vincere in modo intelligente. E se lo farò, saremo longevi. E contribuiremo a far crescere l’intero ecosistema, come ritengo sia nostro dovere".

"Quando abbiamo comprato il Milan, è stato per portare in Italia quello che facciamo per mestiere. C’è una strategia molto più grande di quella che si gioca ogni settimana in Italia, ovvero vincere le partite. Oggi (ieri, ndr) giochiamo contro i nostri colleghi dell’Inter. È il derby e l’obiettivo è quello. Ma, sapete, se persone come me e Stephen Pagliuca sono venute in Serie A, credo che questo tipo di incontro e di discussione sia fondamentale».

«Quando guardo alla Serie A e al Milan, indosso più cappelli (da tifoso, ndr): quello del Milan, quello della Serie A e quello dell’Italia. Sulla Serie A, nei commenti iniziali, è venuto fuori il concetto di Made in Italy. Suggerisce che è la più alta qualità premium a livello globale: si pensa alla Ferrari, a Loro Piana, a Brunello Cucinelli. Ebbene, dovremmo pensare alla Serie A allo stesso modo. Una volta pensavamo alla Serie A allo stesso modo, poi il mondo è cambiato. E ora quando si parla di calcio a livello globale e si pensa alla massima qualità, si parla di Inghilterra, di Premier League. E una delle cose che vorrei fare come amministratore del Milan e come partecipante alla Serie A è lavorare con essa e con tutti i membri dell’ecosistema italiano per riportare l’Italia a quello che era in termini di calcio europeo globale. Credo che questo sia fondamentale. Considero la Serie A come una delle più grandi esportazioni dell’Italia, se ci concentriamo solo sul vincere le partite. Non possiamo farlo se non innoviamo, se non cambiamo questo paradigma in tutto il calcio europeo, dove sembra esserci questa nozione implicita che si debba spendere tutto il necessario per vincere, come se ci fosse una correlazione diretta tra spesa e vittoria. E credo di averlo già detto, e questo è il livello di sofisticazione che dobbiamo raggiungere in Serie A».

Non si tratta di spendere come un governo mediorientale, cosa che non si farà mai. Si tratta di spendere un euro incrementale di capitale in modo migliore, più intelligente e più innovativo. Quello che faccio in America per vivere, investendo nello sport, è sempre una partnership pubblico-privato. Servono i comuni, servono i governi. Si tratta di beni pubblici che avete la responsabilità di fornire alla vostra comunità

"In Italia non ho mai visto nulla di simile. In America, chi spende i soldi per comprare le squadre, è il proprietario della squadra. In Italia credo che i tifosi credano che la squadra sia di loro proprietà e noi abbiamo un lavoro da fare per soddisfare questo concetto. Ma quello che sto cercando di fare, e non sto ricevendo molto aiuto nell’ecosistema italiano, è una partnership tra tutti i partecipanti alla catena del valore: i tifosi, il governo locale, il governo nazionale, il capitale per costruire le nostre infrastrutture. Abbiamo gli Europei in arrivo nel 2032. Sto cercando di fare uno stadio a Milano
».
.
 

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Questo parla sempre solo ed esclusivamente in Usa. Senza il minimo contraddittorio.
 
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Ma anche con altri prodotti funziona uguale.
Magari mi piace ad esempio una marca di auto e ogni 10 anni ne prendo una nuova, ma se poi si mettessero a fare auto scadenti virerei altrove.

I tifosi non sono i proprietari ma sono quelli che acquistano il prodotto, ma questo deve essere di proprio gradimento. Una squadra che non vince, senza giocatori attaccati alla maglia, senza talento, con un brutto gioco allontanerà i propri tifosi e farà perdere ricavi.

Berlusconi ha avuto lo stadio strapieno con il grande Milan, ma negli ultimi anni era mezzo vuoto o ancora peggio.

Certamente se crescesse tutto il movimento italiano sarebbe positivo per tutti, nel confronto europeo. Ma lui deve pensare al meglio per il Milan.

Insomma, preferisco che le cose in Italia restino come sono ma con un Milan nuovamente competitivo in Europa piuttosto che un calcio italiano che torna ad essere il migliore del mondo ma con il Milan settima/ottava forza.
Tra il suo disegno e il tuo auspico la differenza sostanziale di fondo sta nel fatto che nel primo caso è il movimento a generare profitti, nel secondo caso i soldi deve metterli la proprietà.

Per cardinale si deve creare un sistema che genera spettacolo e soldi dove il tifoso è finanziatore e fruitore finale.
 

Zenos

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Cardinale, come sempre, parla dagli Usa:"Il mio messaggio alla tifoseria non sembra funzionare, quindi direi che il messaggio alla tifoseria è che non vi darò alcun messaggio finché non vinceremo. Perché capisco che è l’unica cosa che vi interessa. Ma io farò il mio lavoro e faremo tutto il possibile per vincere. Ma vincere in modo intelligente. E se lo farò, saremo longevi. E contribuiremo a far crescere l’intero ecosistema, come ritengo sia nostro dovere".

"Quando abbiamo comprato il Milan, è stato per portare in Italia quello che facciamo per mestiere. C’è una strategia molto più grande di quella che si gioca ogni settimana in Italia, ovvero vincere le partite. Oggi (ieri, ndr) giochiamo contro i nostri colleghi dell’Inter. È il derby e l’obiettivo è quello. Ma, sapete, se persone come me e Stephen Pagliuca sono venute in Serie A, credo che questo tipo di incontro e di discussione sia fondamentale».

«Quando guardo alla Serie A e al Milan, indosso più cappelli (da tifoso, ndr): quello del Milan, quello della Serie A e quello dell’Italia. Sulla Serie A, nei commenti iniziali, è venuto fuori il concetto di Made in Italy. Suggerisce che è la più alta qualità premium a livello globale: si pensa alla Ferrari, a Loro Piana, a Brunello Cucinelli. Ebbene, dovremmo pensare alla Serie A allo stesso modo. Una volta pensavamo alla Serie A allo stesso modo, poi il mondo è cambiato. E ora quando si parla di calcio a livello globale e si pensa alla massima qualità, si parla di Inghilterra, di Premier League. E una delle cose che vorrei fare come amministratore del Milan e come partecipante alla Serie A è lavorare con essa e con tutti i membri dell’ecosistema italiano per riportare l’Italia a quello che era in termini di calcio europeo globale. Credo che questo sia fondamentale. Considero la Serie A come una delle più grandi esportazioni dell’Italia, se ci concentriamo solo sul vincere le partite. Non possiamo farlo se non innoviamo, se non cambiamo questo paradigma in tutto il calcio europeo, dove sembra esserci questa nozione implicita che si debba spendere tutto il necessario per vincere, come se ci fosse una correlazione diretta tra spesa e vittoria. E credo di averlo già detto, e questo è il livello di sofisticazione che dobbiamo raggiungere in Serie A».

Non si tratta di spendere come un governo mediorientale, cosa che non si farà mai. Si tratta di spendere un euro incrementale di capitale in modo migliore, più intelligente e più innovativo. Quello che faccio in America per vivere, investendo nello sport, è sempre una partnership pubblico-privato. Servono i comuni, servono i governi. Si tratta di beni pubblici che avete la responsabilità di fornire alla vostra comunità

"In Italia non ho mai visto nulla di simile. In America, chi spende i soldi per comprare le squadre, è il proprietario della squadra. In Italia credo che i tifosi credano che la squadra sia di loro proprietà e noi abbiamo un lavoro da fare per soddisfare questo concetto. Ma quello che sto cercando di fare, e non sto ricevendo molto aiuto nell’ecosistema italiano, è una partnership tra tutti i partecipanti alla catena del valore: i tifosi, il governo locale, il governo nazionale, il capitale per costruire le nostre infrastrutture. Abbiamo gli Europei in arrivo nel 2032. Sto cercando di fare uno stadio a Milano
».

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Spendere 18 per Emerson royal sarebbe spendere un euro incrementale di capitale in modo migliore,più intelligente e più innovativo porco?
Un altra cosa per alcuni vincere è l'unica cosa che conta. Porco.
 
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