Cardinale:"Ai tifosi interessa solo vincere. Il mio messaggio...".

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Cardinale, come sempre, parla dagli Usa:"Il mio messaggio alla tifoseria non sembra funzionare, quindi direi che il messaggio alla tifoseria è che non vi darò alcun messaggio finché non vinceremo. Perché capisco che è l’unica cosa che vi interessa. Ma io farò il mio lavoro e faremo tutto il possibile per vincere. Ma vincere in modo intelligente. E se lo farò, saremo longevi. E contribuiremo a far crescere l’intero ecosistema, come ritengo sia nostro dovere".

"Quando abbiamo comprato il Milan, è stato per portare in Italia quello che facciamo per mestiere. C’è una strategia molto più grande di quella che si gioca ogni settimana in Italia, ovvero vincere le partite. Oggi (ieri, ndr) giochiamo contro i nostri colleghi dell’Inter. È il derby e l’obiettivo è quello. Ma, sapete, se persone come me e Stephen Pagliuca sono venute in Serie A, credo che questo tipo di incontro e di discussione sia fondamentale».

«Quando guardo alla Serie A e al Milan, indosso più cappelli (da tifoso, ndr): quello del Milan, quello della Serie A e quello dell’Italia. Sulla Serie A, nei commenti iniziali, è venuto fuori il concetto di Made in Italy. Suggerisce che è la più alta qualità premium a livello globale: si pensa alla Ferrari, a Loro Piana, a Brunello Cucinelli. Ebbene, dovremmo pensare alla Serie A allo stesso modo. Una volta pensavamo alla Serie A allo stesso modo, poi il mondo è cambiato. E ora quando si parla di calcio a livello globale e si pensa alla massima qualità, si parla di Inghilterra, di Premier League. E una delle cose che vorrei fare come amministratore del Milan e come partecipante alla Serie A è lavorare con essa e con tutti i membri dell’ecosistema italiano per riportare l’Italia a quello che era in termini di calcio europeo globale. Credo che questo sia fondamentale. Considero la Serie A come una delle più grandi esportazioni dell’Italia, se ci concentriamo solo sul vincere le partite. Non possiamo farlo se non innoviamo, se non cambiamo questo paradigma in tutto il calcio europeo, dove sembra esserci questa nozione implicita che si debba spendere tutto il necessario per vincere, come se ci fosse una correlazione diretta tra spesa e vittoria. E credo di averlo già detto, e questo è il livello di sofisticazione che dobbiamo raggiungere in Serie A».

Non si tratta di spendere come un governo mediorientale, cosa che non si farà mai. Si tratta di spendere un euro incrementale di capitale in modo migliore, più intelligente e più innovativo. Quello che faccio in America per vivere, investendo nello sport, è sempre una partnership pubblico-privato. Servono i comuni, servono i governi. Si tratta di beni pubblici che avete la responsabilità di fornire alla vostra comunità

"In Italia non ho mai visto nulla di simile. In America, chi spende i soldi per comprare le squadre, è il proprietario della squadra. In Italia credo che i tifosi credano che la squadra sia di loro proprietà e noi abbiamo un lavoro da fare per soddisfare questo concetto. Ma quello che sto cercando di fare, e non sto ricevendo molto aiuto nell’ecosistema italiano, è una partnership tra tutti i partecipanti alla catena del valore: i tifosi, il governo locale, il governo nazionale, il capitale per costruire le nostre infrastrutture. Abbiamo gli Europei in arrivo nel 2032. Sto cercando di fare uno stadio a Milano
».

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Aiuto dai governi e dai comuni. Se, certo, buona fortuna.

Se spera che possa investire tramite l'incremento di ricavi derivanti dal prodotto serie a allora ha già fallito in partenza. Allo stesso tempo spera che cambi il paradigma europeo secondo il quale più investi e più vinci.

Due concetti utopistici.
 

7AlePato7

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Cardinale, come sempre, parla dagli Usa:"Il mio messaggio alla tifoseria non sembra funzionare, quindi direi che il messaggio alla tifoseria è che non vi darò alcun messaggio finché non vinceremo. Perché capisco che è l’unica cosa che vi interessa. Ma io farò il mio lavoro e faremo tutto il possibile per vincere. Ma vincere in modo intelligente. E se lo farò, saremo longevi. E contribuiremo a far crescere l’intero ecosistema, come ritengo sia nostro dovere".

"Quando abbiamo comprato il Milan, è stato per portare in Italia quello che facciamo per mestiere. C’è una strategia molto più grande di quella che si gioca ogni settimana in Italia, ovvero vincere le partite. Oggi (ieri, ndr) giochiamo contro i nostri colleghi dell’Inter. È il derby e l’obiettivo è quello. Ma, sapete, se persone come me e Stephen Pagliuca sono venute in Serie A, credo che questo tipo di incontro e di discussione sia fondamentale».

«Quando guardo alla Serie A e al Milan, indosso più cappelli (da tifoso, ndr): quello del Milan, quello della Serie A e quello dell’Italia. Sulla Serie A, nei commenti iniziali, è venuto fuori il concetto di Made in Italy. Suggerisce che è la più alta qualità premium a livello globale: si pensa alla Ferrari, a Loro Piana, a Brunello Cucinelli. Ebbene, dovremmo pensare alla Serie A allo stesso modo. Una volta pensavamo alla Serie A allo stesso modo, poi il mondo è cambiato. E ora quando si parla di calcio a livello globale e si pensa alla massima qualità, si parla di Inghilterra, di Premier League. E una delle cose che vorrei fare come amministratore del Milan e come partecipante alla Serie A è lavorare con essa e con tutti i membri dell’ecosistema italiano per riportare l’Italia a quello che era in termini di calcio europeo globale. Credo che questo sia fondamentale. Considero la Serie A come una delle più grandi esportazioni dell’Italia, se ci concentriamo solo sul vincere le partite. Non possiamo farlo se non innoviamo, se non cambiamo questo paradigma in tutto il calcio europeo, dove sembra esserci questa nozione implicita che si debba spendere tutto il necessario per vincere, come se ci fosse una correlazione diretta tra spesa e vittoria. E credo di averlo già detto, e questo è il livello di sofisticazione che dobbiamo raggiungere in Serie A».

Non si tratta di spendere come un governo mediorientale, cosa che non si farà mai. Si tratta di spendere un euro incrementale di capitale in modo migliore, più intelligente e più innovativo. Quello che faccio in America per vivere, investendo nello sport, è sempre una partnership pubblico-privato. Servono i comuni, servono i governi. Si tratta di beni pubblici che avete la responsabilità di fornire alla vostra comunità

"In Italia non ho mai visto nulla di simile. In America, chi spende i soldi per comprare le squadre, è il proprietario della squadra. In Italia credo che i tifosi credano che la squadra sia di loro proprietà e noi abbiamo un lavoro da fare per soddisfare questo concetto. Ma quello che sto cercando di fare, e non sto ricevendo molto aiuto nell’ecosistema italiano, è una partnership tra tutti i partecipanti alla catena del valore: i tifosi, il governo locale, il governo nazionale, il capitale per costruire le nostre infrastrutture. Abbiamo gli Europei in arrivo nel 2032. Sto cercando di fare uno stadio a Milano
».

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Ancora sto ecosistema serie A... Continua a sbagliare approccio, al tifoso dell'ecosistema non frega assolutamente niente. Pensasse a far crescere il Milan, perché a mio parere è molto più probabile che in Serie A si possa sviluppare un modello Bundesliga o Liga in cui una o due squadre riusciranno a tornare a livello top, piuttosto che si riesca a colmare un gap che con la premier è troppo marcato. Quello che vuole lui a parole è utopia, pensasse ad acquistare qualche giocatore forte sul serio che poi l'interesse attorno al Milan crescerebbe di riflesso. Se ti presenti con un mercato fatto con Royal, Pavlovic o Fofana che interesse vuoi che si crei. Mi devono pagare per vedere una partita del Milan in questo momento.
 
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Cardinale, come sempre, parla dagli Usa:"Il mio messaggio alla tifoseria non sembra funzionare, quindi direi che il messaggio alla tifoseria è che non vi darò alcun messaggio finché non vinceremo. Perché capisco che è l’unica cosa che vi interessa. Ma io farò il mio lavoro e faremo tutto il possibile per vincere. Ma vincere in modo intelligente. E se lo farò, saremo longevi. E contribuiremo a far crescere l’intero ecosistema, come ritengo sia nostro dovere".

"Quando abbiamo comprato il Milan, è stato per portare in Italia quello che facciamo per mestiere. C’è una strategia molto più grande di quella che si gioca ogni settimana in Italia, ovvero vincere le partite. Oggi (ieri, ndr) giochiamo contro i nostri colleghi dell’Inter. È il derby e l’obiettivo è quello. Ma, sapete, se persone come me e Stephen Pagliuca sono venute in Serie A, credo che questo tipo di incontro e di discussione sia fondamentale».

«Quando guardo alla Serie A e al Milan, indosso più cappelli (da tifoso, ndr): quello del Milan, quello della Serie A e quello dell’Italia. Sulla Serie A, nei commenti iniziali, è venuto fuori il concetto di Made in Italy. Suggerisce che è la più alta qualità premium a livello globale: si pensa alla Ferrari, a Loro Piana, a Brunello Cucinelli. Ebbene, dovremmo pensare alla Serie A allo stesso modo. Una volta pensavamo alla Serie A allo stesso modo, poi il mondo è cambiato. E ora quando si parla di calcio a livello globale e si pensa alla massima qualità, si parla di Inghilterra, di Premier League. E una delle cose che vorrei fare come amministratore del Milan e come partecipante alla Serie A è lavorare con essa e con tutti i membri dell’ecosistema italiano per riportare l’Italia a quello che era in termini di calcio europeo globale. Credo che questo sia fondamentale. Considero la Serie A come una delle più grandi esportazioni dell’Italia, se ci concentriamo solo sul vincere le partite. Non possiamo farlo se non innoviamo, se non cambiamo questo paradigma in tutto il calcio europeo, dove sembra esserci questa nozione implicita che si debba spendere tutto il necessario per vincere, come se ci fosse una correlazione diretta tra spesa e vittoria. E credo di averlo già detto, e questo è il livello di sofisticazione che dobbiamo raggiungere in Serie A».

Non si tratta di spendere come un governo mediorientale, cosa che non si farà mai. Si tratta di spendere un euro incrementale di capitale in modo migliore, più intelligente e più innovativo. Quello che faccio in America per vivere, investendo nello sport, è sempre una partnership pubblico-privato. Servono i comuni, servono i governi. Si tratta di beni pubblici che avete la responsabilità di fornire alla vostra comunità

"In Italia non ho mai visto nulla di simile. In America, chi spende i soldi per comprare le squadre, è il proprietario della squadra. In Italia credo che i tifosi credano che la squadra sia di loro proprietà e noi abbiamo un lavoro da fare per soddisfare questo concetto. Ma quello che sto cercando di fare, e non sto ricevendo molto aiuto nell’ecosistema italiano, è una partnership tra tutti i partecipanti alla catena del valore: i tifosi, il governo locale, il governo nazionale, il capitale per costruire le nostre infrastrutture. Abbiamo gli Europei in arrivo nel 2032. Sto cercando di fare uno stadio a Milano
».

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Timing perfetto per fare queste vergognose dichiarazioni.
Mettiti il gel su per il c.🖕
 
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Per quanto non sopporti questo patetico figuro, i concetti che esprime hanno purtroppo senso.
Il discorso è che ha pochissimo senso fare queste battaglie se diventano battaglie irrealistiche contro i mulini a vento.

Il calcio è una bolla? Si
Viene usato per riciclare soldi sporchi? Si
La Serie A è antiquata? Si
Ha tanto potenziale inespresso? Si
La crescita della serie A fa bene anche al Milan? Si
La politica ostacola le proprietà straniere per interessi paramafiosi e clientelari? Si
Ha senso spendersi per il movimento quando sei l'unico pirla in italia che non mette prima gli interessi della propria squadra? NO.

Lui purtroppo approccia il calcio italiano in modo perfettamente razionale ed economicistico.
E quindi è condannato a fallire, perchè il calcio europeo non ha NULLA di razionale, ne tantomeno risponde a logiche di guadagno e creazione di valore.

E soprattutto, non capisce che si, I TIFOSI sono i veri proprietari.
Non sono consumatori passivi, vivono il calcio con fede religiosa.
Non è gente che va a vedere la partita occasionalmente per passare un pomeriggio in famiglia e vivere uno spettacolo.
Lo fa come rito fondante della propria identità.

Proprio è un contrasto culturale prima di tutto, che rende incomprensibile le due parti l'una all'altra.
E questa è la radice di moltissimi dei nostri problemi (e non solo nostri, in misura minore hanno lo stesso identico problema a Parma, Roma, Firenze...)
Perfetto anche nelle virgole.
 
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Cardinale, come sempre, parla dagli Usa:"Il mio messaggio alla tifoseria non sembra funzionare, quindi direi che il messaggio alla tifoseria è che non vi darò alcun messaggio finché non vinceremo. Perché capisco che è l’unica cosa che vi interessa. Ma io farò il mio lavoro e faremo tutto il possibile per vincere. Ma vincere in modo intelligente. E se lo farò, saremo longevi. E contribuiremo a far crescere l’intero ecosistema, come ritengo sia nostro dovere".

"Quando abbiamo comprato il Milan, è stato per portare in Italia quello che facciamo per mestiere. C’è una strategia molto più grande di quella che si gioca ogni settimana in Italia, ovvero vincere le partite. Oggi (ieri, ndr) giochiamo contro i nostri colleghi dell’Inter. È il derby e l’obiettivo è quello. Ma, sapete, se persone come me e Stephen Pagliuca sono venute in Serie A, credo che questo tipo di incontro e di discussione sia fondamentale».

«Quando guardo alla Serie A e al Milan, indosso più cappelli (da tifoso, ndr): quello del Milan, quello della Serie A e quello dell’Italia. Sulla Serie A, nei commenti iniziali, è venuto fuori il concetto di Made in Italy. Suggerisce che è la più alta qualità premium a livello globale: si pensa alla Ferrari, a Loro Piana, a Brunello Cucinelli. Ebbene, dovremmo pensare alla Serie A allo stesso modo. Una volta pensavamo alla Serie A allo stesso modo, poi il mondo è cambiato. E ora quando si parla di calcio a livello globale e si pensa alla massima qualità, si parla di Inghilterra, di Premier League. E una delle cose che vorrei fare come amministratore del Milan e come partecipante alla Serie A è lavorare con essa e con tutti i membri dell’ecosistema italiano per riportare l’Italia a quello che era in termini di calcio europeo globale. Credo che questo sia fondamentale. Considero la Serie A come una delle più grandi esportazioni dell’Italia, se ci concentriamo solo sul vincere le partite. Non possiamo farlo se non innoviamo, se non cambiamo questo paradigma in tutto il calcio europeo, dove sembra esserci questa nozione implicita che si debba spendere tutto il necessario per vincere, come se ci fosse una correlazione diretta tra spesa e vittoria. E credo di averlo già detto, e questo è il livello di sofisticazione che dobbiamo raggiungere in Serie A».

Non si tratta di spendere come un governo mediorientale, cosa che non si farà mai. Si tratta di spendere un euro incrementale di capitale in modo migliore, più intelligente e più innovativo. Quello che faccio in America per vivere, investendo nello sport, è sempre una partnership pubblico-privato. Servono i comuni, servono i governi. Si tratta di beni pubblici che avete la responsabilità di fornire alla vostra comunità

"In Italia non ho mai visto nulla di simile. In America, chi spende i soldi per comprare le squadre, è il proprietario della squadra. In Italia credo che i tifosi credano che la squadra sia di loro proprietà e noi abbiamo un lavoro da fare per soddisfare questo concetto. Ma quello che sto cercando di fare, e non sto ricevendo molto aiuto nell’ecosistema italiano, è una partnership tra tutti i partecipanti alla catena del valore: i tifosi, il governo locale, il governo nazionale, il capitale per costruire le nostre infrastrutture. Abbiamo gli Europei in arrivo nel 2032. Sto cercando di fare uno stadio a Milano
».

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- L'euro incrementale?
- Sì
- Ma vai a ca*a*e, Gerry Cardinale!
 

Dave90

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Secondo me le cose che dice non sono poi neppure così sbagliate, ad analizzarle a freddo.
A me pare che voglia dire che per riportare il Milan ai livelli che gli competono, non è sufficiente che cresca solo il Milan, ma con esso deve crescere anche tutta la serie A.
D'altronde, non a caso, quando il Milan dominava in Europa la Serie A faceva altrettanto, attirando i giocatori migliori.
Ovviamente poi lui vuole fare anche business, ma direttamente o indirettamente questo riguarda tutti.
Il problema sono le cose che fa, più che quelle che dice.
Perchè si parla di Stadio, e dopo avermi illuso su San Donato, ora non so più cosa succederà.
Perchè ha parlato di crescita sostenibile, eppure alla crescita e al miglioramento del nostro fatturato non ha fatto seguito una proporzionale crescita degli investimenti per la squadra. Lo dico con gli occhi ancora pieni della bella prestazione fatta da Morata nel derby, ma aver comprato Morata per me è stato come replicare l'operazione Giroud tre anni dopo, quando invece mi aspettavo un salto di qualità.
Perchè la sua idea di vincere in modo intelligente ci può stare eccome, ma presuppone le necessità di affidarsi a gente super competente, non a tirocinanti.
Perchè si parla di gruppo integrato e poi il suo più stretto collaboratore va in TV ad autoincoronarsi come Napoleone.
 
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Comunque a me sembra che lui si sia stancato di questo investimento. Da buon Americano pensava che un modello vincente sia applicabile ovunque e per tutto. Invece si sta rendendo conto che l’elemento culturale, cosa che in America non sanno neanche cosa sia, e’ la base del modello calcistico europeo.
mi sento più tranquillo adesso perche’ ho la quasi certezza che non appena abbiamo un accordo definitivo sullo stadio , questo si toglie di torno che come noi non sopportiamo lui, lui ha le bocce piene di noi.
 
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Comunque a me sembra che lui si sia stancato di questo investimento. Da buon Americano pensava che un modello vincente sia applicabile ovunque e per tutto. Invece si sta rendendo conto che l’elemento culturale, cosa che in America non sanno neanche cosa sia, e’ la base del modello calcistico europeo.
mi sento più tranquillo adesso perche’ ho la quasi certezza che non appena abbiamo un accordo definitivo sullo stadio , questo si toglie di torno che come noi non sopportiamo lui, lui ha le bocce piene di noi.
Si leggendo tra le righe sembra così. Anche nella precedente intervista traspariva un malessere e anche un mettere le mani avanti.
Tra l'altro qui inizia l'intervista con una probabilità ("se lo farò"), mentre nelle interviste più vecchie era più convinto. Poi andando avanti, nell'intervista, ancora una volta, si scontra con l'amara (per lui) realtà del calcio italiano/europeo.
 
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