Aborto: cosa ne pensate?

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A.C Milan 1899

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No, hai ribadito la tua opinione per cui l'aborto è uccidere un essere umano, quindi hai ignorato quello che ho detto, ovvero che l attuale legislazione occidentale consente una scelta, il nazismo ti priva della libertà di scegliere. Esattamente come vogliono privare della libertà gli antiabortisti. Quindi, se tanto mi dà tanto, sei tu ad essere vicino moralmente vicino all Aktion T4.

Inoltre, ti ripropongo la domanda precedente:
"Deduco quindi che se la tua ipotetica moglie facendo degli esami scoprisse di essere (PERCENTUALMENTE PARLANDO) in pericolo a causa della gravidanza, tu e lei andreste avanti fino in fondo, perchè PERCENTUALMENTE PARLANDO rischiate di ASSASSINARE quello che potrebbe essere vostro figlio?"

Perchè te la ripropongo? Perchè elevi la tua opinione ad opinione oggettiva...su una questione morale. E' questo che sto provando a dire da qualche post. Oggettivo, scientifico, sempre valido, sempre riproducibile. Un metodo scientifico su una questione morale (per sua natura soggettiva, storica, sociale, di costume).

E quello proposto è un esempio buttato letteralmente a caso. Dire "ABORTIRE E' UFFICIALMENTE SBAGLIATO, SEMPRE, IL 100% DEI CASI" è una tesi insostenibile se non al prezzo di fare del male, di provocare sofferenze (dolore, morte).
Ma neanche il dolore e la morte sono passabili di elementi sacri ed oggettivi. Se Mario uccide Tommaso, la condanna inflitta a Mario varia a seconda dello stato, delle leggi, del giudice, degli avvocati.

Allora, di nuovo, la questione si scioglie se lasciata aperta alla possibilità.

PS. questo problema è evidente nella psicologia: l'uomo medio è stato convinto che la scienza tutto sa e tutto può. La psicologia si occupa delle persone, quindi soggetti. E per questo non è oggettivabile. Ma oggi si deve piegare il più possibile per dirsi "scientifica", altrimenti non vale niente (mentre la psichiatria è stupenda perchè ti dà il farmaco, che sa di scienza, e son tutti contenti).

Sei tu che non hai voluto capire quello che ho scritto. Io ho scritto che l’aborto, come l’aktion T4, NON lascia scelta proprio ai più deboli in assoluto, i bambini, esposti alla tirannia e all’arbitrio del più forte, in questo caso la madre.

In questo Aktion T4 e aborto sono speculari: nella psicopatica spietatezza verso il debole. Riguardo alla tua domanda rispondo di sì, e lo dico da genitore. Aggiungo anche che l’aborto non è permesso solo in casi estremi dalla legge, ma una può abortire letteralmente per qualsiasi ragione. Quella che ti ho detto, che affermava che non prende protezioni perché tanto in caso c’è l’aborto e non le va di diventare un bue per poi dover faticare a dimagrire, potrebbe abortire senza nessun problema e sarebbe tutelata legalmente dallo Stato. Aktion T4. Punto. I bambini non hanno nessuna scelta, gli è imposto di farsi uccidere.

E poi questa “scelta” tolta alle madri fa ridere. Le donne hanno SEMPRE abortito, ovunque, indipendentemente dalle leggi. Ciò che è inaccettabile per me è la tutela statale (sovvenzionata anche coi soldi dei contrari) di chi fa certe scelte e chi le favorisce, invece di mettere gli uni e gli altri di fronte alle loro responsabilità.

Perfetto. Gli argomenti sugli animali ed altri essere umani (in generale, altri esseri viventi) sono proprio un'altra argomentazione che palesa la soggettività della questione
(oggettiva solamente per il filone antiaborto; quindi in realtà è questa opinione, imposta, quella più vicina all Aktion T4 citato).

In pratica c'è questa opinione A che pretende d'essere UFFICIALMENTE oggettiva. Se però si guarda al resto del pacchetto degli ideali, si vede immediatamente come A si contraddica, in quanto molto soggettiva. Perchè "c'è vita e vita".
Su quella vita = massima e divina tutela.
Su quell'altra vita = "ehm...prima gli italiani! Arriverderci, arriverderci".

Certamente, se si mette la vita umana allo stesso livello di quella di un maiale tutto è possibile. Ma non stupiamoci di niente allora, nemmeno se dovessero stabilire che gli over 70 sono un peso per il welfare e che vanno giustiziati, o magari “fortemente incoraggiati” a lasciarsi amorevolmente assassinare.
 
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Ti rammento solo che anche tu sei stato "quell'ammasso di cellule di 3 centimetri" e se oggi se qui a scrivere è solo perché tua madre ha avuto il coraggio di farti nascere, se invece ti avesse abortito saresti finito tra i rifiuti ospedalieri (dove vengono gettati i feti abortiti)

Pensateci ogni tanto quando parlate con tanta leggerezza della vita..io per mia moralità provo pena anche quando sono costretto ad uccidere un insetto
Se non fossi nato, non sarei esistito e nemmeno mi sarei accorto di essere stato "ucciso"(secondo il tuo punto di vista), come non sarei esistito se i miei fossero stati sterili. Quindi?
 
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Galimberti:

"Giuliano Ferrara, non so se in accordo preventivo con le gerarchie ecclesiastiche, o con le gerarchie ecclesiastiche subito al seguito della sua iniziativa, ha approfittato della recente approvazione all'Onu della moratoria sulla pena di morte per estendere analoga moratoria alla pratica dell'aborto. In questo modo ha rimesso in discussione la legge 194, approvata con un referendum degli italiani trent'anni fa, trascurando il fatto che questa legge, oltre a rendere drasticamente marginali gli aborti clandestini, ha ridotto del 40 per cento le pratiche abortive.

Ora, se consideriamo che compito dello Stato non è costruire la 'città ideale', ma ridurre il più possibile il male nella 'città reale', dobbiamo dire che questa legge ha funzionato ed è entrata nella sensibilità comune degli italiani e soprattutto nel vissuto delle donne, sul cui corpo lo Stato non può decidere, né nella forma dell'aborto forzato come accade in Cina, né nella forma della proibizione dell'aborto come si vorrebbe da noi, perché in entrambi i casi significa considerare la donna non come 'persona' e quindi come soggetto di libere scelte, ma come semplice 'funzionaria della specie', quindi sotto un profilo che non esitiamo a definire di 'bieco materialismo', in barba a tutti i valori spirituali che si vorrebbero difendere con la proibizione generalizzata della pratica dell'aborto.

La grande contraddizione. Per rendercene conto è sufficiente considerare l'insanabile contraddizione che esiste tra la 'natura' e l''individuo'. La natura quasi sempre rifiuta l'aborto perché, per la conservazione della specie, ha bisogno di tanta vita. Non perché la vita sia 'sacra'. Alla natura non appartengono giudizi di valore. Per questo essa spreca tante vite senza rimpianto.

Nel suo ciclo crudele e innocente di vita e di morte, alla natura i singoli individui interessano solo in quanto riproduttivi. Le loro biografie, le loro storie, i loro progetti, i loro sogni, il senso che essi cercano nel breve tragitto della loro esistenza, alla natura non interessano proprio nulla.

Questa, tra natura e individuo, è la grande contraddizione che nel corpo della donna, dove le esigenze della natura e quelle della propria soggettività confliggono, diventa la grande lacerazione che non consente sempre alla donna di coincidere con l'istanza materna e all'istanza materna di essere sempre compatibile con la realizzazione della propria individualità.

L'aborto è solo il drammatico epilogo di questa lacerante contraddizione, che viene prima di tutte quelle giustificazioni razionali, assolutamente da non trascurare, che sono l'età in cui si resta incinte, il numero dei figli già nati, le risorse economiche della famiglia, il costo delle abitazioni, la scarsa disponibilità di nidi e di asili, la sempre maggior difficoltà delle famiglie nucleari di oggi di farsi aiutare.

Tutte queste ragioni vengono dopo, molto dopo. Prima di queste, inconfessatamente, segretamente, inconsciamente, c'è il rifiuto della donna di consegnarsi ineluttabilmente e incondizionatamente alle richieste della natura, che guarda gli individui esclusivamente come fattori riproduttivi per la sua autoconservazione.

I rappresentanti dei vari 'movimenti per la vita', oggi impegnati nei consultori a dispensare i loro consigli, non conoscono questa lacerazione. Con la parola 'vita' essi pensano alla vita della 'natura' non a quella dell''individuo', dimenticando che è stato proprio il cristianesimo a far nascere e a far crescere il concetto di 'individuo'.
E lo ha fatto emancipando la persona dall'ordine naturale, per instaurarla come compiuta soggettività, a cui compete capacità di discernimento e libero arbitrio. Si è dimenticata la Chiesa di questo suo principio che ha dato forma alla cultura occidentale, rendendola riconoscibile e differenziandola dalle altre culture proprio a partire da questo suo dettato?
 
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"...smascherando la sottile persuasione che si va diffondendo secondo la quale, senza religione, non è possibile darsi una morale. Non è così. Basta rifarsi a due fondamentali insegnamenti di Kant.

Il primo recita: "La morale è fatta per l'uomo, non l'uomo per la morale". Che è quanto basta per far piazza pulita di tutte quelle morali fondate sui principi religiosi, che nel nostro tempo sono inapplicabili, perché formulati quando la natura era considerata immutabile e non come oggi in ogni suo aspetto modificabile. I progressi della scienza e della tecnica, che la chiesa non ha mai smesso di contrastare, rendono quei principi del tutto inutilizzabili.

Il secondo dettato che Kant pone alla base della morale laica recita: "L'uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo". Un principio questo che, applicato alla questione dell'aborto, significa: non trattare la donna solo come un 'mezzo' riproduttivo, imponendole in ogni caso la procreazione, ma come un 'fine', e quindi come persona libera e responsabile delle sue scelte.

Credo che bastino questi due principi difficilmente contestabili per ispirare un'etica laica, come deve essere quella dello Stato se vuol essere rispettoso di tutte le opinioni e le credenze, comprese quella cristiana, perché neppure il cristiano può accettare di trattare la donna come un 'mezzo' e non come una 'persona', dal momento che fu proprio il cristianesimo, lo ripetiamo, a introdurre nella nostra cultura il concetto di 'persona'.

Un'ultima parola agli uomini di religione. Se avete bisogno degli strumenti giuridici per difendere la vostra morale imponendola a tutti, dimostrate solo la debolezza della vostra fede che, se ricorre al dispositivo legislativo, vuol dire che più non si fida del convincimento delle coscienze. A me questo pare un problema grave. Ma è un problema vostro, che però non potete far pagare anche a chi non aderisce al vostro credo.
 
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Sei tu che non hai voluto capire quello che ho scritto. Io ho scritto che l’aborto, come l’aktion T4, NON lascia scelta proprio ai più deboli in assoluto, i bambini, esposti alla tirannia e all’arbitrio del più forte, in questo caso la madre.

In questo Aktion T4 e aborto sono speculari: nella psicopatica spietatezza verso il debole. Riguardo alla tua domanda rispondo di sì, e lo dico da genitore. Aggiungo anche che l’aborto non è permesso solo in casi estremi dalla legge, ma una può abortire letteralmente per qualsiasi ragione. Quella che ti ho detto, che affermava che non prende protezioni perché tanto in caso c’è l’aborto e non le va di diventare un bue per poi dover faticare a dimagrire, potrebbe abortire senza nessun problema e sarebbe tutelata legalmente dallo Stato. Aktion T4. Punto. I bambini non hanno nessuna scelta, gli è imposto di farsi uccidere.

E poi questa “scelta” tolta alle madri fa ridere. Le donne hanno SEMPRE abortito, ovunque, indipendentemente dalle leggi. Ciò che è inaccettabile per me è la tutela statale (sovvenzionata anche coi soldi dei contrari) di chi fa certe scelte e chi le favorisce, invece di mettere gli uni e gli altri di fronte alle loro responsabilità.



Certamente, se si mette la vita umana allo stesso livello di quella di un maiale tutto è possibile. Ma non stupiamoci di niente allora, nemmeno se dovessero stabilire che gli over 70 sono un peso per il welfare e che vanno giustiziati, o magari “fortemente incoraggiati” a lasciarsi amorevolmente assassinare.
Tu hai tirato fuori l'esempio Aktion T4 per fare scandalo su quella che, secondo il tuo soggettivo parere, è omicidio. Allora ti ho invitato a far caso che, in realtà, sei tu, apparentemente per assurdo, ad essere vicino a quelle posizioni.

- tu sei fissato sulla questione dell'omicidio, quindi guardi al CONTENUTO. Quindi pensi che abortire è come Aktion T4.
- io ti invito a riflettere sulla MODALITA' con cui si realizza la tua opinione. Come Aktion T4 non lascia scelta, tu non vuoi dare alcuna scelta a nessuno, vuoi dire agli altri come comportarsi su una questione dalle complesse sfaccettature, che non può essere ridotta a "i bambini non possono scegliere, ogni gravidanza deve andare fino in fondo". Per questo ti rimando all'opinione di Galimberti sotto.

Non serve che arrotondi la tua opinione con queste parole : il più debole, tirannia, smembrare, psicopatica spietatezza. Sembra la versione parodistica di Alessandro Barbero. Manca solo sgozzamento. Sei stato chiaro nell'esprimerti.

Ho capito cosa vuoi dire, tu riduci l'intera questione a questo: "i bambini nel ventre materno non hanno scelta; se li uccidi è sbagliato". Ma c'è altro.
E sopratutto: pensi che proibendo l'aborto fai la COSA GIUSTA, fai il BENE. Ma il bene è materia soggettiva. E qui ci sono persone che hanno un'idea del bene diversa dalla tua. Ti sto dicendo che impedire ogni aborto per me è fare del male. E' inutile che continui a citare il nazismo (??), pensando di essere tu quello buono e gli abortisti dei cattivoni egoisti. L'esempio di quelle che vogliono abortire per non ingrassare è superfluo; è chiaro che qui nessuno pensava a quei casi.

Non credo di aver capito la parte sullo Stato. "La scelta ce l'hai comunque, Stato o meno". Certo, se è per questo, posso comunque rubare in banca. La legge dopo mi punirà, ma prima della punizione posso scegliere di rubare.
Allo stesso modo, vuoi proibire l'aborto. E poi dire "se volete abortire fuorilegge, fate pure". Cosa c'entra scusami? E' chiaro che qui si parla in linea con la legge. Tu vuoi rendere illegale l'aborto, quindi togliere a me donna la scelta di abortire.

Sul sovvenzionamento dei soldi dei contrari:
- sono contro all'uso di droghe. Se qualcuno si ammala per questo io, anche se contrario, contribuisco alle sue cure.
- un criminale che va incontro a processi vari, impegna molto la macchina statale da un punto di vista economico. Io sono contro i criminali, eppure pago le tasse per dare loro un processo.

Non è che si pagano solo le tasse che si vogliono pagare.


L'esempio dei maiali e dei MO serve come esempio, a far riflettere sul come la classifica dell'importanza delle vite è, ovviamente, soggetta all'opinione personale. La logica ti rende facile dire "davvero vogliamo mettere la vita umana allo stesso livello di quella di un maiale?". E allora tra due vite umane qual è quella più importante? E che intendiamo per più importante? Chi lo dice che un migrante vale meno di un italiano? Lo dice un italiano? E cosa c'è di più soggettivo di questo? Chi lo dice che un feto è più importante dei due genitori? Chi lo dice che se questo feto è malato, i due genitori sono costretti ad averlo? Chi lo dice insomma?

Qui sotto Galimberti, che riporta qualcosa di ancora più originario dell'idea di morale: la natura stessa.

Galimberti:

"Giuliano Ferrara, non so se in accordo preventivo con le gerarchie ecclesiastiche, o con le gerarchie ecclesiastiche subito al seguito della sua iniziativa, ha approfittato della recente approvazione all'Onu della moratoria sulla pena di morte per estendere analoga moratoria alla pratica dell'aborto. In questo modo ha rimesso in discussione la legge 194, approvata con un referendum degli italiani trent'anni fa, trascurando il fatto che questa legge, oltre a rendere drasticamente marginali gli aborti clandestini, ha ridotto del 40 per cento le pratiche abortive.

Ora, se consideriamo che compito dello Stato non è costruire la 'città ideale', ma ridurre il più possibile il male nella 'città reale', dobbiamo dire che questa legge ha funzionato ed è entrata nella sensibilità comune degli italiani e soprattutto nel vissuto delle donne, sul cui corpo lo Stato non può decidere, né nella forma dell'aborto forzato come accade in Cina, né nella forma della proibizione dell'aborto come si vorrebbe da noi, perché in entrambi i casi significa considerare la donna non come 'persona' e quindi come soggetto di libere scelte, ma come semplice 'funzionaria della specie', quindi sotto un profilo che non esitiamo a definire di 'bieco materialismo', in barba a tutti i valori spirituali che si vorrebbero difendere con la proibizione generalizzata della pratica dell'aborto.

La grande contraddizione. Per rendercene conto è sufficiente considerare l'insanabile contraddizione che esiste tra la 'natura' e l''individuo'. La natura quasi sempre rifiuta l'aborto perché, per la conservazione della specie, ha bisogno di tanta vita. Non perché la vita sia 'sacra'. Alla natura non appartengono giudizi di valore. Per questo essa spreca tante vite senza rimpianto.

Nel suo ciclo crudele e innocente di vita e di morte, alla natura i singoli individui interessano solo in quanto riproduttivi. Le loro biografie, le loro storie, i loro progetti, i loro sogni, il senso che essi cercano nel breve tragitto della loro esistenza, alla natura non interessano proprio nulla.

Questa, tra natura e individuo, è la grande contraddizione che nel corpo della donna, dove le esigenze della natura e quelle della propria soggettività confliggono, diventa la grande lacerazione che non consente sempre alla donna di coincidere con l'istanza materna e all'istanza materna di essere sempre compatibile con la realizzazione della propria individualità.

L'aborto è solo il drammatico epilogo di questa lacerante contraddizione, che viene prima di tutte quelle giustificazioni razionali, assolutamente da non trascurare, che sono l'età in cui si resta incinte, il numero dei figli già nati, le risorse economiche della famiglia, il costo delle abitazioni, la scarsa disponibilità di nidi e di asili, la sempre maggior difficoltà delle famiglie nucleari di oggi di farsi aiutare.

Tutte queste ragioni vengono dopo, molto dopo. Prima di queste, inconfessatamente, segretamente, inconsciamente, c'è il rifiuto della donna di consegnarsi ineluttabilmente e incondizionatamente alle richieste della natura, che guarda gli individui esclusivamente come fattori riproduttivi per la sua autoconservazione.

I rappresentanti dei vari 'movimenti per la vita', oggi impegnati nei consultori a dispensare i loro consigli, non conoscono questa lacerazione. Con la parola 'vita' essi pensano alla vita della 'natura' non a quella dell''individuo', dimenticando che è stato proprio il cristianesimo a far nascere e a far crescere il concetto di 'individuo'.
E lo ha fatto emancipando la persona dall'ordine naturale, per instaurarla come compiuta soggettività, a cui compete capacità di discernimento e libero arbitrio. Si è dimenticata la Chiesa di questo suo principio che ha dato forma alla cultura occidentale, rendendola riconoscibile e differenziandola dalle altre culture proprio a partire da questo suo dettato?

"...smascherando la sottile persuasione che si va diffondendo secondo la quale, senza religione, non è possibile darsi una morale. Non è così. Basta rifarsi a due fondamentali insegnamenti di Kant.

Il primo recita: "La morale è fatta per l'uomo, non l'uomo per la morale". Che è quanto basta per far piazza pulita di tutte quelle morali fondate sui principi religiosi, che nel nostro tempo sono inapplicabili, perché formulati quando la natura era considerata immutabile e non come oggi in ogni suo aspetto modificabile. I progressi della scienza e della tecnica, che la chiesa non ha mai smesso di contrastare, rendono quei principi del tutto inutilizzabili.

Il secondo dettato che Kant pone alla base della morale laica recita: "L'uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo". Un principio questo che, applicato alla questione dell'aborto, significa: non trattare la donna solo come un 'mezzo' riproduttivo, imponendole in ogni caso la procreazione, ma come un 'fine', e quindi come persona libera e responsabile delle sue scelte.

Credo che bastino questi due principi difficilmente contestabili per ispirare un'etica laica, come deve essere quella dello Stato se vuol essere rispettoso di tutte le opinioni e le credenze, comprese quella cristiana, perché neppure il cristiano può accettare di trattare la donna come un 'mezzo' e non come una 'persona', dal momento che fu proprio il cristianesimo, lo ripetiamo, a introdurre nella nostra cultura il concetto di 'persona'.

Un'ultima parola agli uomini di religione. Se avete bisogno degli strumenti giuridici per difendere la vostra morale imponendola a tutti, dimostrate solo la debolezza della vostra fede che, se ricorre al dispositivo legislativo, vuol dire che più non si fida del convincimento delle coscienze. A me questo pare un problema grave. Ma è un problema vostro, che però non potete far pagare anche a chi non aderisce al vostro credo.
 

Milanforever26

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Se non fossi nato, non sarei esistito e nemmeno mi sarei accorto di essere stato "ucciso"(secondo il tuo punto di vista), come non sarei esistito se i miei fossero stati sterili. Quindi?

è comodo ragionare così quando si è dalla parte di quelli che "esistono"...quindi per lo stesso tuo ragionamento, e parlo in generale, perché se l'aborto non è un omicidio lo dovrebbe essere uccidere un neonato?
Tanto anche lui, mica si rende conto di nulla eh..

Ma estendiamo il concetto a chiunque su questo mondo..voglio dire, se domani uno x strada mi ammazza che mi frega? In fondo da morto mica mi farei problemi nei suoi confronti o mi rammaricherei di aver smesso di vivere..

Se il problema è l'individuo anziché la specie allora l'individuo è sacro sempre, dal concepimento alla morte..oppure non vale mai nulla
 
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è comodo ragionare così quando si è dalla parte di quelli che "esistono"...quindi per lo stesso tuo ragionamento, e parlo in generale, perché se l'aborto non è un omicidio lo dovrebbe essere uccidere un neonato?
Tanto anche lui, mica si rende conto di nulla eh..

Ma estendiamo il concetto a chiunque su questo mondo..voglio dire, se domani uno x strada mi ammazza che mi frega? In fondo da morto mica mi farei problemi nei suoi confronti o mi rammaricherei di aver smesso di vivere..

Se il problema è l'individuo anziché la specie allora l'individuo è sacro sempre, dal concepimento alla morte..oppure non vale mai nulla
Un neoanto, che per definizione è nato e venuto alla vita, è in grado di percepire ciò che gli sta intorno, anche se non ne conserva memoria. Un embrione e un feto, al'interno dei limiti temporali fissati dalla legge, non hanno la medesima percezione.

Se la vita inizia dal concempimento, allora chi uccide una donna incinta dovrebbe rispondere per duplice omicidio, una donna che tenti di suicidarsi dovrebbe essere condannata per tentato omicidio o per omicidio a seconda che si verifichi un aborto o meno, la donna che utilizzi la pillola del giorno dopo dovrebbe essere condannata per omicidio eccetera. Inutile dire quanto ciò sarebbe assurdo e pericoloso. Pericoloso perché col regresso che operi tu, allora qualcuno potrebbe andare ancora più indietro nella sequenza della procreazione umana e arrivare a dichiarare illegali le pratiche contracettive(già successo durante il fascismo).

Concludo ribadendo il concetto. PER TE la vita inizia dal concepimento. E' una tua opinione legittima, ma non puoi pretendere che sia l'unica in assenza di uniformità di vedute né dal punto di vista scientifico né di quello etico-morale. Pensare che la propria visione etica e morale sia l'unica legittima storicamente non ha mai portato a nulla di buono.
 

Milanforever26

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Un neoanto, che per definizione è nato e venuto alla vita, è in grado di percepire ciò che gli sta intorno, anche se non ne conserva memoria. Un embrione e un feto, al'interno dei limiti temporali fissati dalla legge, non hanno la medesima percezione.

Se la vita inizia dal concempimento, allora chi uccide una donna incinta dovrebbe rispondere per duplice omicidio, una donna che tenti di suicidarsi dovrebbe essere condannata per tentato omicidio o per omicidio a seconda che si verifichi un aborto o meno, la donna che utilizzi la pillola del giorno dopo dovrebbe essere condannata per omicidio eccetera. Inutile dire quanto ciò sarebbe assurdo e pericoloso. Pericoloso perché col regresso che operi tu, allora qualcuno potrebbe andare ancora più indietro nella sequenza della procreazione umana e arrivare a dichiarare illegali le pratiche contracettive(già successo durante il fascismo).

Concludo ribadendo il concetto. PER TE la vita inizia dal concepimento. E' una tua opinione legittima, ma non puoi pretendere che sia l'unica in assenza di uniformità di vedute né dal punto di vista scientifico né di quello etico-morale. Pensare che la propria visione etica e morale sia l'unica legittima storicamente non ha mai portato a nulla di buono.

Mi vedi fare comizi o condannare qualcuno?
Ma posso avere la mia opinione che si basa su una verità incontrovertibile: il feto diventerà un essere umano unico e determinato, la vita di quell'individuo dunque ha già cominciato a delinearsi in quel momento.
La regressione che tu evochi è priva di connessione col mio ragionamento, io parlo di individualità..cosa centra con qualche milionata di spermatozoi?

Mi pare anche evidente la necessita di disumanizzare il feto per poter conciliare la scelta di eliminarlo come fosse una appendice inutile del corpo
 
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Mi vedi fare comizi o condannare qualcuno?
Ma posso avere la mia opinione che si basa su una verità incontrovertibile: il feto diventerà un essere umano unico e determinato, la vita di quell'individuo dunque ha già cominciato a delinearsi in quel momento.
La regressione che tu evochi è priva di connessione col mio ragionamento, io parlo di individualità..cosa centra con qualche milionata di spermatozoi?

Mi pare anche evidente la necessita di disumanizzare il feto per poter conciliare la scelta di eliminarlo come fosse una appendice inutile del corpo
Non fai comizi, ma utilizzi un linguaggio e una terminologia(per es: "è incontrovertibile") che manifestano una volontà di affermare la tua opinione come verità assoluta.
Mi sembra inutile continuare perché ripeteremmo le stesse cose. Alla prossima "litigata"... :asd:
 

Milanforever26

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Non fai comizi, ma utilizzi un linguaggio e una terminologia(per es: "è incontrovertibile") che manifestano una volontà di affermare la tua opinione come verità assoluta.
Mi sembra inutile continuare perché ripeteremmo le stesse cose. Alla prossima "litigata"... :asd:

:ok:
 
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