Quello a cui stiamo assistendo oggi e' un riassestamento di oltre 30 anni di politiche sbagliate nel gestire il post comunismo in europa, dove anziche' dialogare con la Russia si e' preferito da una parte arricchirsi enormemente tramite l'emergenza dei suoi oligarchi (c'e' gente che in europa ha fatto i soldi con il gas russo) e dall'altra ha spinto a piu' non posso per un deleterio allargamento della Nato ad est, per combattere una minaccia che non esisteva con il risutlato ultimo di ricrearla interamente adesso ritornando, almeno di facciata, al 1989 come messaggio da dare all'opinione pubblica. Io ovviamente ritengo che non esiste alcuna minaccia militare russa per l'europa e che il predicament che stiamo sentendo in questi ultimi tempi e' solo funzionale per portare avanti una certa agenda, uno dei punti fondamentali sara' il totale smantellamento del welfare con privatizzazione della sanita' e rimozione di strumenti di aiuto per i piu bisognosi come assegni di inclusione, supporto cassa integrazione ecc. il tutto per oliare la macchina dell'economia militare dove si gioca la partita grossa. Non mi stupirei se l'intera classe dirigente politica europea sia gia' al soldo delle principali aziende del comparto difesa. Si addita tanto gli altri stati quando si parla di corruzione e democrazia (a proposito, chi ha mai votato direttamente la von der diavolen?) quando i primi campioni di corruzione e anti democrazia siamo noi europei.
Io credo che con un po' di psicologia sociale si possa comprendere quella corsa a farsi proteggere dalla Nato da parte dei paesi ex Patto di Varsavia, appena caduto il muro e crollata l'URSS.
Ed è lo stesso meccanismo che spiegava il timore di generazioni di belgi e olandesi nei confronti della Germania che appena si alzava male dal letto li invadeva.
Che la denazificazione della Germania e divisione forzata della Germania abbia contribuito a crescere generazioni di tedeschi meno bellicosi credo sia un merito da riconoscere a iuesei e comunità europea.
Mio nonno, combattente in Russia nell'Armir e poi prigioniero in Germania, lo ricordo estremamente preoccupato di una Italia dilaniata da tangentopoli e separatismo leghista mentre la Germania in controtendenza si riunificava.
Timori generazionali appunto.
Vogliamo negarli a chi è stato a lungo e malvolentieri sotto il giogo russo?
Era anche una prigione dei popoli, fra le altre cose. Il razzismo più o meno strisciante. Non ci vuole Brezinski per capire di quali atrocità furono capaci i comunisti sovietici nei confronti dei loro stessi concittadini e quadri di partito.
Tornando alla Nato "espansionista" credo sia umano assecondare un moto abbastanza spontaneo di adesioni con quella che Stoltenberg chiama politica della porta aperta. Qui di paranoico revanscista che vuole tornare ai confini dell'URSS, contro la volontà di chi vive negli stati satelliti credo ce ne sia soltanto uno.
E la privatizzazione della sanità e smantellamento del welfare italiano parte da lontano, da prima che Ivan tornasse a fare il matto. Questo smantellamento ha più a che fare con ovvie tendenze demografiche, volontà politiche di placare appetiti famelici a braccetto con la ben nota ritrosia italiana a fare la propria parte in materia fiscale.