Non ripianerai mai i conti dello Stato fino a che non nazionalizzi di nuovo la Banca d'Italia e la rimetti sotto il controllo del Ministero del Tesoro come fino agli anni '70.
Fino a che il tuo interlocutore preferenziale per la svendita dei tuoi Titoli di Stato è qualche usuraio circonciso, che è lo stesso che poi ti chiede di svendere l'industria nazionale paralizzando la tua economia e impedendoti di diventare solvibile, puoi parlare di "spending review" quanto ti pare.
Non fai smettere ad un drogato di drogarsi togliendogli il portafogli.
Non vedo questo "disegno" per colpire la nostra struttura produttiva in particolare, ci facciamo già abbastanza male da soli.
Con il nostro capitalismo famigliare e familismo amorale. Però potrei essere accecato ed avere ragione tu.
Allo stesso tempo, se rimettessimo la Banca d'Italia sotto il controllo del Ministero del Tesoro, quindi della politica, metteresti la politica industriale nelle mani dei drogati, di quegli imprenditori che vivrebbero di sola svalutazione, senza innovazione e senza reale miglioramento di produttività, che non sia fatto sulla pelle dei lavoratori a reddito fisso.
Cosa che nel solito scambio elettorale e nelle fisiologiche rappresentanze degli interessi più o meno nascosti, continuerebbe a nascondere e rimandare i problemi, anziché tentare di risolverli.
Vorrebbe dire creare un campionato industriale a misura di rubentus, salvo stupirsi che nella Coppa dei Campioni non vincono mai.
Perché si realizzasse quello che tu auspichi, tutto dovrebbe tornare come negli anni '70, non solo la Banca d'Italia e la valuta.
Perché allora c'era la guerra fredda, i mercati chiusi, una demografia favorevole e quelle cose difficilmente misurabili empiricamente come la giusta fame che determina voglia di fare, di ricostruire, voglia di riscatto sociale.
Non c'erano i social e le minchiate da bar rimanevano nei bar.
C'era una forte pulsione egualitaria con il maggior partito Comunista d'Europa, ma un rispetto verso chi ne sapeva più di te che oggi ha lasciato spazio al rutto libero.
Nessuno aveva la pretesa di saperne più di chi stava al vertice, meritatamente o meno.
Poi si, il '68, lo smantellamento dell'autoritarismo in famiglia e sui luoghi di lavoro. Eccesso di tutela sindacale anche su casi moralmente riprovevoli di fancazzismo, assenteismo e furfanteria.
Ma alcune grandi aziende nazionali, proprio in quegli anni, hanno preso più di quanto hanno dato? (Cosa che sembrano dire anche da questo governo!)
In soldoni, al Ministero del Tesoro farebbero gli interessi di lungo periodo dell'Italia e degli italiani o solo quelli immediati dei padroni del vapore o delle ferriere?