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No beh, sul fatto di vendere bene e comprare meglio ci sta il discorso, ma ecco, sono sicuro che il Milan difficilmente in futuro applicherà questa filosofia ai suoi campioni. Un conto è vendere bene un Castillejo per sostituirlo con un upgrade, un conto è pensare di vendere Theo, ad esempio.
Non so se mi spiego.
Anzi, a dirla tutta il nostro declino è iniziato proprio quando vendemmo Sheva. Non tanto per la vendita di Sheva in sé (come scopriremo poi, stava per iniziare la parabola discendente) ma per ciò che significava tale cessione (che non fu altro che una prima scossa -la seconda fu la cessione di Kakà nel 2009 con tanto di pappardella sui “tifosi evoluti”- che preannunciava l’eruzione che poi ci avrebbe sommerso nella maledetta Estate 2012, un’Estate in cui di fatto subimmo un “fallimento controllato” -perché perdere otto titolari, Ibra e Thiago inclusi, non fu tanto diverso da un fallimento, anche se non fallimmo de facto).
Se un club si snatura e va contro sé stesso avrà solo risultati tragici. In parte lo vediamo anche con la Juve che da anni è in peggioramento costante da quando ha rinnegato o tentato di rinnegare la sua filosofia facendo acquisti come Higuain o CR7 quando lei appunto per dna quegli acquisti li fa quando sono inesplosi e poi li vende.
Milan e Juve hanno due dna opposti, quasi, e se l’uno prova a scimmiottare l’altra o viceversa l’unica cosa che si ottiene è il disastro finanziario (la Juve c’è già arrivata, quello sportivo arriverà) e sportivo (noi abbiamo già subito entrambi).
Allegri conosce bene entrambi i club e nel 2019 disse “Milan e Juventus sono due società con due dna diversi, i contesti sono completamente diversi. L’errore che facciamo in Italia è quello di scimmiottare.” (cosa che la Juve ha iniziato a fare dal 2016, provando a scimmiottare appunto Real e Milan per elevarsi a livello europeo, con Piguain prima e CR7 poi, ma non c’è nulla da fare, non è per lei, così come noi non potremo mai essere la Juve -grazie a Dio- e fare squadre come quelle che hanno fatto loro, con elementi in gran parte da “corsa a tappe” e da “continuità” più che “estro”, anche se ci provassimo, non è proprio roba nostra).
Capisco quello che vuoi dire e sono anche d'accordo. Ma alla fine tutto dipende dai soldi che ti offrono, secondo me. Theo per me è e dovrebbe essere incedibile , perché effettivamente ritengo che non vi sia di meglio in giro, tutto considerato. Ma se arrivasse un'offerta da 120 milioni?
Non sarei più così sicuro, e credo a ragione. Comunque, non so se per fortuna o per sventura, nessuno ci mette mai di fronte a questi dilemmi, al limite il dilemma che ci capita e se rinnovare o meno uno.