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Salve a tutti,
apro questa discussione perché quasi arrivato alla disperazione e per capire se qualcuno di voi si è trovato nella mia stessa situazione.
Cerco di riassumere il più possibile il racconto.
Mi sono separato dalla mia compagna, con la quale quale non ero sposato, circa 2 anni e mezzo fa, dopo 16 anni di convivenza e 3 figli.
Dopo aver sostenuto a lungo economicamente il mio nucleo, ho lasciato casa senza portare via nemmeno un cucchiaino, se non appunto i miei vestiti e cianfrusaglie personali.
I primi mesi dopo la separazione sono dovuto tornare da mia mamma e nonostante da subito abbia contribuito economicamente al mantenimento dei ragazzi la mia ex mi ha trascinato da un avvocato.
La separazione è stata piuttosto traumatica perché subita nelle decisioni e anche perché sono stato subito "sostituito" da una persona di famiglia, con la quale peraltro lei ha avuto un figlio a distanza di un anno. Oltre al dolore legato alla separazione mi sono trovato ad affrontare la chiamata dell'avvocato, che ha comportato un costo non indifferente in un momento in cui mi trovavo a dover partire da zero.
Con l'aiuto di mia madre ho comprato una casa e firmato un accordo congiunto che è stato depositato in tribunale.
Con un po' di fatica sono andato avanti gestendomi economicamente, fino a quando alcune condizioni sono cambiate.
A settembre 2021 mio figlio grande (ora 16 anni) si è trasferito da me e a quel punto in accordo con la mamma ho detratto dal mio mantenimento un terzo. Sempre in accordo con la mamma avrei dovuto percepire gli assegni familiari Inps per la quota spettante al figlio collocato da me.
Per quieto vivere non ho da subito chiesto alla mamma un suo contributo al mantenimento diretto.
La situazione economica è però diventata non più gestibile quando a Marzo, a causa dell'introduzione dell'assegno unico Inps, il mio stipendio ha risentito dell'abolizione di alcune agevolazioni che fino a quel momento avevo, comportando un deterioramento di circa 200 euro.
Fino a marzo non avevo percepito dalla mamma, nè assegni familiari Inps, né un mantenimento diretto per il ragazzo che si trova da me, nemmeno simbolico.
A fine Aprile comunico alla mia ex che anche il mio stipendio è calato e che non ero più in grado di sostenere le stesse condizioni, e decido mio malgrado di tagliare 100 euro dal mantenimento che stavo versando per gli altri 2.
A distanza di 5 ore dal mio bonifico ridotto di quei maledetti 100 euro, ho ricevuto subito un'intimazione via mail in cui lei coinvolgeva nuovamente un avvocato.
Da lì è seguito uno scambio di mail in cui io rivendico tutti gli arretrati di assegni familiari e contributo da parte della mamma, che ovviamente rigetta il tutto e anzi rilancia con le pretese.
Non credo occorra specificare che lei non lavora e non paga l'avvocato (gratuito patrocinio).
Non potendo ora nemmeno lontanamente pensare di assumere un altro avvocato, mi trovo in sostanza in una posizione senza via d'uscita.
Volevo capire se qualcuno ha competenze per guidarmi nel migliore dei modi, oppure se conosca un modo per avere assistenza legale tramite associazioni o quote pro bono.
Mi scuso per il pippone e spero di descritto bene la situazione.
apro questa discussione perché quasi arrivato alla disperazione e per capire se qualcuno di voi si è trovato nella mia stessa situazione.
Cerco di riassumere il più possibile il racconto.
Mi sono separato dalla mia compagna, con la quale quale non ero sposato, circa 2 anni e mezzo fa, dopo 16 anni di convivenza e 3 figli.
Dopo aver sostenuto a lungo economicamente il mio nucleo, ho lasciato casa senza portare via nemmeno un cucchiaino, se non appunto i miei vestiti e cianfrusaglie personali.
I primi mesi dopo la separazione sono dovuto tornare da mia mamma e nonostante da subito abbia contribuito economicamente al mantenimento dei ragazzi la mia ex mi ha trascinato da un avvocato.
La separazione è stata piuttosto traumatica perché subita nelle decisioni e anche perché sono stato subito "sostituito" da una persona di famiglia, con la quale peraltro lei ha avuto un figlio a distanza di un anno. Oltre al dolore legato alla separazione mi sono trovato ad affrontare la chiamata dell'avvocato, che ha comportato un costo non indifferente in un momento in cui mi trovavo a dover partire da zero.
Con l'aiuto di mia madre ho comprato una casa e firmato un accordo congiunto che è stato depositato in tribunale.
Con un po' di fatica sono andato avanti gestendomi economicamente, fino a quando alcune condizioni sono cambiate.
A settembre 2021 mio figlio grande (ora 16 anni) si è trasferito da me e a quel punto in accordo con la mamma ho detratto dal mio mantenimento un terzo. Sempre in accordo con la mamma avrei dovuto percepire gli assegni familiari Inps per la quota spettante al figlio collocato da me.
Per quieto vivere non ho da subito chiesto alla mamma un suo contributo al mantenimento diretto.
La situazione economica è però diventata non più gestibile quando a Marzo, a causa dell'introduzione dell'assegno unico Inps, il mio stipendio ha risentito dell'abolizione di alcune agevolazioni che fino a quel momento avevo, comportando un deterioramento di circa 200 euro.
Fino a marzo non avevo percepito dalla mamma, nè assegni familiari Inps, né un mantenimento diretto per il ragazzo che si trova da me, nemmeno simbolico.
A fine Aprile comunico alla mia ex che anche il mio stipendio è calato e che non ero più in grado di sostenere le stesse condizioni, e decido mio malgrado di tagliare 100 euro dal mantenimento che stavo versando per gli altri 2.
A distanza di 5 ore dal mio bonifico ridotto di quei maledetti 100 euro, ho ricevuto subito un'intimazione via mail in cui lei coinvolgeva nuovamente un avvocato.
Da lì è seguito uno scambio di mail in cui io rivendico tutti gli arretrati di assegni familiari e contributo da parte della mamma, che ovviamente rigetta il tutto e anzi rilancia con le pretese.
Non credo occorra specificare che lei non lavora e non paga l'avvocato (gratuito patrocinio).
Non potendo ora nemmeno lontanamente pensare di assumere un altro avvocato, mi trovo in sostanza in una posizione senza via d'uscita.
Volevo capire se qualcuno ha competenze per guidarmi nel migliore dei modi, oppure se conosca un modo per avere assistenza legale tramite associazioni o quote pro bono.
Mi scuso per il pippone e spero di descritto bene la situazione.