Sacchi:"Allegri non mi diverte piú ma con lui si punta al massimo".

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Arrigo Sacchi alla GDS:"Allegri non mi diverte più, ma con lui il Milan punta al maasimo. Max viene dalla scuola calcistica italiana tipica, a me piace un gioco collettivo e offensivo, sono punti di vista. Però è uno dei migliori allenatori di casa nostra, prendendolo Tare e Furlani dimostrano di voler dare una svolta"

"Lo sbarco di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan segna un netto cambio di passo rispetto al recente passato. La società ha deciso di puntare su un nome forte, su un personaggio che, nel calcio italiano, ha vinto tantissimo, su un allenatore che conosce perfettamente l'ambiente rossonero e anche le dinamiche della Serie A. Stringere un accordo con Allegri significa puntare al massimo e questa mossa, a mio avviso, può dare entusiasmo alla gente. Ritrovare l'ottimismo è fondamentale per riconquistare il futuro. Ho grande rispetto per Allegri e per il suo lavoro. È un allenatore che ha sempre fatto il suo dovere ovunque sia andato. Devo ammettere che a me piace un calcio diverso dal suo. Non c'è niente di male, è una questione di gusti. Io non ho nulla contro Allegri, mi è semplicemente capitato nelle stagioni precedenti di muovere delle critiche al suo calcio e alle sue squadre. Tutto qui, niente di personale. Mi sembra di poter dire che è una garanzia e non penso di sbagliarmi. Allegri è un allenatore che ha seguito perfettamente le tracce della storia calcistica italiana, basata su difesa, contropiede e giocatori di alto livello. Però se mi chiedete: le sue squadre hanno giocato bene? Beh, allora, devo ammettere che io mi diverto quando vedo un calcio collettivo e offensivo, e non un calcio individuale e difensivo. Non si può dire che Allegri non sia un allenatore di alto livello, ci mancherebbe altro. In Italia sa come si fa a vincere, sa come si gestisce un gruppo, sa convincere i giocatori a fare il suo tipo di calcio. Credo che l'ingaggio del nuovo direttore sportivo Tare e quello di Allegri dimostrino che il Milan sta facendo sul serio. Evidentemente gli errori della passata stagione sono stati capiti. Serve un progetto chiaro e servono uomini affidabili che mettano l'anima affinché questo progetto possa essere realizzato. Ora Allegri dovrà fare le valutazioni sulla rosa della passata stagione, dare indicazioni su chi deve essere tenuto e chi invece va ceduto, e su chi eventualmente si deve comprare. Questo è il metodo per arrivare a costruire una squadra competitiva. Se poi darà anche uno stile al Milan, e cioè se farà praticare un calcio più moderno e più europeo, l'applauso sarà doppio".

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Arrigo Sacchi alla GDS:"Allegri non mi diverte più, ma con lui il Milan punta al maasimo. Max viene dalla scuola calcistica italiana tipica, a me piace un gioco collettivo e offensivo, sono punti di vista. Però è uno dei migliori allenatori di casa nostra, prendendolo Tare e Furlani dimostrano di voler dare una svolta"
A lui piacciono i maestri alla Giampaolo. Sono punti di vista.
 
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Arrigo Sacchi alla GDS:"Allegri non mi diverte più, ma con lui il Milan punta al maasimo. Max viene dalla scuola calcistica italiana tipica, a me piace un gioco collettivo e offensivo, sono punti di vista. Però è uno dei migliori allenatori di casa nostra, prendendolo Tare e Furlani dimostrano di voler dare una svolta"
Non penso lo abbia mai divertito.

Scherzi a parte, l'ultimo Allegri juventino era davvero estremizzato, una caricatura di se stesso, probabilmente per un sentimento (chiaramente errato) di rivalsa dovuto alle critiche ricevute negli anni in cui vinceva e fu sostituito da uno (Sarri) che aveva principi totalmente opposti ai suoi. Al suo posto non sarei mai tornato alla Juve.

Invece arriva al Milan proprio con il compito di dare quell'equilibrio che nelle ultime stagioni è mancato, senza doversi paragonare a nessun allenatore del recente passato e credo sia più libero di portare il suo lavoro senza per forza fare il personaggio da fumetto che va a scontrarsi con la critica.

Il primo compito che avrà però non è tattico ma di spogliatoio. Tolte un paio di eccezioni (Pirlo/Bonucci) dai giocatori si è sempre fatto rispettare.
 

Fiume in piena

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A lui piacciono i maestri alla Giampaolo. Sono punti di vista.

Non sò se è ironico come messaggio, ma è esattamente così: Sacchi è quello che si definisce un "Maestro di Calcio", come Gasperini, come Zeman, come Guardiola, come Giampaolo (tanti suoi ex giocatori lo hanno definito così) e gli piacciono molto meno i gestori e i risultatisti
Per me, Sacchi è molto deluso dalla piega che ha preso il suo allievo Ancelotti: partito da "Sacchiano convinto" con la fissa del 4-4-2 (tanto da cacciare Zola da Parma e rifiutare Baggio), a diventare sempre più dipendente dai fuoriclasse che aveva in rosa.
Sacchi, per dire, era convinto che i suoi schemi fossero molto più importanti del singolo giocatore, per quanto forte potesse essere
 
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