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Anche io ho la medesima impressione.Penso che la Guerra Ucraina si stia, passo dopo passo, trasformando in una guerra di potere interno alla Russia.
Guarda caso i capi dei principali eserciti privati (kadyrov, Prijgozin ..) hanno iniziato a spingere Putin verso soluzionii non percorribili, iniziando sotto sotto ad accusarlo di fallimento qualora no bevesse fino in fondo l'amaro calice.
L'annessione delle zone occupate ha già prodotto che per la prima volta dal 1944 la Russia ha perso una città considerata città Russa all'interno di una guerra dal 1944.
Lyman è stata Russa per un giorno ed è stata immediatamente persa.
Infatti Kadyrov ha già reclamato l'uso dell'atomica alla quale questa annessione "farsa" aveva preparato il campo.
Putin non potrà a lungo sopportare la perdita di altre città "Russe" (cosa succederà dovesse "cadere" Svierdonesk?)
Sembra quasi che questi signori della guerra stiano preparando il terreno per un "colpo di stato" a capo dei loro eserciti con la scusa di rimpiazzare gli sconfitti Putin e Sojgu.
Forse Putin farebbe bene a tenersi sano un bel pezzo di esercito per fermare Wagner e i lupi di kadyrov.
Kadyrov comunque conta come il due di bastoni a briscola denari, al massimo in caso di caos ne approfitterebbe per diventare "re" e non piu "duca" della Cecenia.
Io non vedo però personaggi particolarmente rilevanti tra i siloviki che possano prendere il potere. Lo stesso prijgozin (non ho voglia di andare a cercarmi come si scriva, e si che l'ho citato varie volte

Per me un crollo di Putin equivale all'inizio di una stagione dei torbidi in cui un leader "riconosciuto" debole (per me Medvedev) farebbe il Malenkov della situazione mentre sotto di lui andrebbe a crearsi un collegio di quadrumviri che si ammazzano dietro le quinte, e chi resta ad un certo punto si prenderà il potere.
Il tutto ovviamente escludendo lo scenario di vaste rivolte di piazza che al momento non mi sembra probabile, i russi sono politicamente narcotizzati dai tempi della rivoluzione d'ottobre e non sono esattamente dei fulmini di guerra a livello di dibattito politico