- Registrato
- 21 Febbraio 2019
- Messaggi
- 42,970
- Reaction score
- 15,709
Ricciardi ha parlato ad una lezione ad hoc del nuovo master in Comunicazione sanitaria dell'università Cattolica.
Il titolo è indicativo: "Comunicare la salute durante la pandemia. Verità, fake news ed etica dell’informazione"
Usa la situazione dei contagi in aumento di migliaia del Regno Unito per spalleggiarsi:
"C'è chi dice che abbia perso la faccia perché oggi le cose vanno meglio, ma come si fa a dirlo?
Sono morte 70mila persone nella seconda ondata, se avessimo fatto un lockdown ad ottobre e poi a febbraio avremmo evitato questi decessi.
Ci sono stati 130 mila morti, 60mila nella prima ondata e 70mila nella seconda.
Non scherziamo!
Sono famiglie distrutte, anziani che ci hanno lasciato, la memoria del Paese.
E ci sono media che scotomizzano tutto questo
In una settimana in Gran Bretagna la variante indiana è diventata predominante arrivando al 75% delle infezioni.
Il problema è che va a trovare un substrato di persone che non sono straordinariamente protette ma solo blandamente perché si è scelto di fare, azzardando, una prima dose di vaccino a tutti.
Così cominciano ad emergere contagi in chi è vaccinato.
Questo ci dice di come all'inizio la Gran Bretagna, che sembrava essere uscita da una situazione difficile con buoni risultati, dopo un mese rischia di trovarsi in una situazione compromessa.
La scelte della politica devono essere supportate dalle evidenze scientifiche
Negli ultimi mesi ho deciso di parlare solo con il ministro Speranza per consigliare il Governo e scrivere su 'Avvenire'
Non c'è possibilità di uscire dalla pandemia senza l'intervento dei governi e la collaborazione tra Stati.
C'è chi ha gestito bene l'emergenza con lockdown tempestivi e il blocco della mobilità che impedisce al virus di muoversi perché è trasportato dalle persone.
Un esempio virtuoso è stata la Nuova Zelanda, che ha ben fatto anche nella comunicazione alla popolazione.
Il primo ministro era spesso in televisione a spiegare quello che stava accadendo
C'è un 15-16% della popolazione che teme i vaccini ed esita nel farli.
Non sono no-vax, che invece sono una percentuale irrisoria
Quando è scoppiato il caso AstraZeneca ho ricevuto molte telefonate di persone di grande cultura e competenza nel loro settore, terrorizzate nel doversi sottoporre al vaccino.
Questo ci fa capire quanto l'esitazione non sia soltanto delle persone meno istruite, ma anche di quelle più colte.
Per affrontare questa esitazione si deve intervenire e la comunicazione dovrebbe essere agile, flessibile, provocatoria e ispirante per convincerli. Invece le pubbliche amministrazioni non la sanno fare"
Il titolo è indicativo: "Comunicare la salute durante la pandemia. Verità, fake news ed etica dell’informazione"
Usa la situazione dei contagi in aumento di migliaia del Regno Unito per spalleggiarsi:
"C'è chi dice che abbia perso la faccia perché oggi le cose vanno meglio, ma come si fa a dirlo?
Sono morte 70mila persone nella seconda ondata, se avessimo fatto un lockdown ad ottobre e poi a febbraio avremmo evitato questi decessi.
Ci sono stati 130 mila morti, 60mila nella prima ondata e 70mila nella seconda.
Non scherziamo!
Sono famiglie distrutte, anziani che ci hanno lasciato, la memoria del Paese.
E ci sono media che scotomizzano tutto questo
In una settimana in Gran Bretagna la variante indiana è diventata predominante arrivando al 75% delle infezioni.
Il problema è che va a trovare un substrato di persone che non sono straordinariamente protette ma solo blandamente perché si è scelto di fare, azzardando, una prima dose di vaccino a tutti.
Così cominciano ad emergere contagi in chi è vaccinato.
Questo ci dice di come all'inizio la Gran Bretagna, che sembrava essere uscita da una situazione difficile con buoni risultati, dopo un mese rischia di trovarsi in una situazione compromessa.
La scelte della politica devono essere supportate dalle evidenze scientifiche
Negli ultimi mesi ho deciso di parlare solo con il ministro Speranza per consigliare il Governo e scrivere su 'Avvenire'
Non c'è possibilità di uscire dalla pandemia senza l'intervento dei governi e la collaborazione tra Stati.
C'è chi ha gestito bene l'emergenza con lockdown tempestivi e il blocco della mobilità che impedisce al virus di muoversi perché è trasportato dalle persone.
Un esempio virtuoso è stata la Nuova Zelanda, che ha ben fatto anche nella comunicazione alla popolazione.
Il primo ministro era spesso in televisione a spiegare quello che stava accadendo
C'è un 15-16% della popolazione che teme i vaccini ed esita nel farli.
Non sono no-vax, che invece sono una percentuale irrisoria
Quando è scoppiato il caso AstraZeneca ho ricevuto molte telefonate di persone di grande cultura e competenza nel loro settore, terrorizzate nel doversi sottoporre al vaccino.
Questo ci fa capire quanto l'esitazione non sia soltanto delle persone meno istruite, ma anche di quelle più colte.
Per affrontare questa esitazione si deve intervenire e la comunicazione dovrebbe essere agile, flessibile, provocatoria e ispirante per convincerli. Invece le pubbliche amministrazioni non la sanno fare"