Regione Lombardia:”Ma quale coronavirus come un’influenza...”.

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La percentuali dei contagiati è nettamente diversa! Chi guarisce dal covis ne esce con il cuore handicappato, ovvero può morire per altre malattie e pare che nemmeno abbiano sviluppato l'immunità al covis.
Tra l'altro credere a Sky è come credere alle notizie ufficiali dell'URSS.

Tu sei sicuro di quello che stai scrivendo?
Ti rendi conto che sono informazioni molto gravi quelle che stai pubblicando?

Cosa ne pensi della nota emanata dall'Ordine dei Biologi ?
 

Ringhio8

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Non lo so se sei paranoico, ma hai certamente travisato il contenuto di questa dottoressa che, da dentro il problema, sta vedendo che non è il virus in sé il guaio, ma la gestione del fenomeno ad esso connesso, con ospedali in tilt, comunicazione poco chiara delle istituzioni, governatori regionali che ingolfano ed aumentano il caos anziché dipanarlo, parte della gente sana che toglie tempo e spazio a chi sta veramente male

condivisibile, ma siamo nelle mani di gente incompetente quindi non mi stupirei
 

Ringhio8

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se fosse vero chiunque se lo becchi muore in breve tempo per un motivo o un altro, spero si sbagli
 

MarcoG

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Le morti stimate collegate direttamente o indirettamente sono 7-8 mila(prendo una via di mezzo fra il massimo e il minimo stimato). Considerando che il periodo di monitoraggio è di circa sei mesi, fa una media stimata di 39-44 decessi al giorno. E per la regola per cui se io mangio due polli e tu nessuno abbiamo mangiato un pollo a testa, è probabile che nelle settimane di picco si arrivi a un numero di decessi stimati a tre cifre.
A parte questo, allo stato dell’arte non è possibile fare un confronto tra gli effetti dei diversi(!) virus. La mortalità attualmente è molto più alta, ma non possiamo sapere se sia perché il virus è particolarmente pericoloso, o perché abbiamo difficoltà ad accertare i numeri dei contagi o per uno dei centomila motivi che influenzano la mortalità.
Vedremo. Nel dubbio ben vengano tutte le misure di precauzione che sono state adottate.

Dopo questa vicenda, dovremo iniziare a fare esercitazioni anche in vista di possibili epidemie. Le reazioni che stiamo vedendo da parte di molti nostri concittadini sono di una pericolosità estrema. Ho letto un’intervista a un compagno di squadra(attualmente in quarantena) del 38enne che ha detto che gente che lui conosce ha comunicato alle autorità sanitarie di aver avuto contatti recenti con lui anche se non si vedevano da mesi(lo scopo era farsi fare il tampone)... :facepalm:

Ovviamente ci sono le morti collegate, ma non le possiamo considerare. Non lo possiamo fare perché non possiamo conoscere, ancora, le collegate al conav-19. Quindi ho preso come riferimento le morti dirette da polmonite primaria e le derivate (da principi di polmonite o da polmonite collegate a patologie gravi già in essere). Questo è l'ulteriore problema in realtà, perché i protocolli di calcolo internazionale dell'OMS attribuiscono al coronavirus ogni morte in presenza di tampone positivo, anche post mortem.

Concordo con te che non si possano paragonare i virus, anche perché in realtà si paragona una specie (la stagionale) con un unico ceppo. Ma è innegabile che il conav-19 sia più virulento e aggressivo. Anche se cadere nel panico è ridicolo. Continuo a sostenere che il paragone con i numeri influenzali serva comunque, ma non per paragonare le patologie, quanto per mettere in prospettiva il rischio concreto con gli altri rischi con cui abitualmente abbiamo a che fare. Al momento, in numeri dicono che i morti e gli infetti sono una quota davvero irrisoria, quindi tutti i comportamenti di questi giorni sono in via precauzionale. Ma anche questo atteggiamento deve avere un limite, perché non si può fare la ressa ai supermercati per questo e poi ogni sabato sera andare ubriachi per le strade, in piena notte, oltre i limiti di velocità.
Mi rendo conto che siamo in un campo minato, dove molte persone non sono abituate a leggere e capire, quindi fraintendono con estrema facilità.

La tua ultima parte mi ha colpito molto, perché potremmo, con il senno di poi, addirittura trarre un vantaggio da questa situazione qualora si trasformasse tutto in una bolla di sapone. Il conav ha dimostrato che il mondo non è preparato, neanche lontanamente, ad affrontare un virus. Non lo siamo proprio a livello gestionale, politico e organizzativo. La cosa deve far riflettere.
 
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