Il Real visto ieri sera pare una squadra in pace con se stessa, due Champions League vinte negli ultimi anni hanno dato sicurezze a squadra, club e tifoseria, appagate dal riconoscimento acclarato della loro grandezza non solo nei numeri ma anche nei titoli. Zidane prosegue nel solco di Ancelotti quanto a gestione protetta del gruppo, in cui si distinguono personalità dominanti, ma di garanzia di stabilità di spogliatoio, come Cristiano Ronaldo, Benzema, Modric, Sergio Ramos. Si tratta di un gruppo nel pieno della propria maturità psicofisica, che sta vedendo cosa possa significare una eclissi di forza e di rendimento nella sorte della eterna rivale catalana, e non spreca occasioni per mettere mani sui titoli disponibili, prima che il tempo e la natura dicano fatalmente alt. Non è più, e da tempo, una collezione di figurine, è semplicemente una grande squadra, come lo era, pur non vincendo in pari modo, quella della metà degli anni Ottabta, per la personalità con cui opprime gli avversari. Quello di ieri, il Napoli, ci ha messo del suo, paradossalmente condizionato dal gol del vantaggio, che ha creato inconsciamente atteggiamenti conservativi che sono estranei alla squadra di Sarri, ed accresciute le sicurezze del Real sul franco ribaltamento del risultato. Per il ritorno, occorrerà fare i conti con la notevole solidità difensiva di questo Real, e con la sua capacità di tenere alta l'asticella della pericolosità per la eccezionale qualità dei suoi avanti. Il Napoli deve essere semplicemente se stesso, giocare in pressione ma leggero, come suo solito, e cogliere le opportunità che si presenteranno, e che saprà procurarsi. Di De Laurentiis si conoscono gli eccessi verbali, di Sarri quelli caratteriali, accentuati da un ideologismo tattico che nuoce alla sua grandezza. Si parla per lui di Juve, me lo augurerei da tifoso rossonero: per la Juventus sarebbe un errore.
