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Raccattapalle Lecce:"Abbraccio con Rebic il senso del calcio".
Il raccattapalle del Lecce abbracciato da Rebic, intervistato da Quotidiano di Puglia ha raccontato l'episodio. Ecco le dichiarazioni:
Gabriele Gallo, 19 anni e da cinque nella primavera del Lecce, lunedì scorso l'hanno designata come raccattapalle per Lecce-Milan, poi sull'1-3 cosa è successo?
«Io stavo facendo il raccattapalle sotto la Curva Nord quando Rebic ha segnato il terzo gol per il Milan. Non nascondo di esserne rimasto molto dispiaciuto, tanto che ho girato la testa dall'altra parte e non l'ho visto subito arrivare. Lui se n'è accorto, ha corso verso di me e mi ha prima preso amichevolmente a pugni e poi abbracciato».
Lei come si è sentito?
«Ero sorpreso e mi sono sulle prime immobilizzato, poi gli ho dato una pacca sulla spalla».
Era in imbarazzo?
«Sì, un po': mi ha spiazzato. Ma comunque era un bel gesto, la società mi ha trasmesso questi valori: sportività, rispetto per l'avversario, umanità».
E sul mancato rispetto della distanza anti Covid?
«Ha fatto tutto lui, non me lo aspettavo. In quel momento non ci ho pensato. La situazione è strana per tutti».
Il tutto è avvenuto in una condizione anomala, infatti, che soprattutto allo stadio crea un effetto straniante: spalti vuoti e pubblico che segue da casa...
«Sì, rispetto alla tragedia che stiamo vivendo è stato bello spezzare gli schemi soprattutto da rivali e ricordarci che siamo tutti fratelli.
Lo rifarebbe?
«Certo, mille altre volte perché questo il senso del calcio».
In tanti però l'hanno criticata, come si è sentito?
«Ci sono stati molti commenti positivi, di chi ha capito la situazione e li ringrazio. A chi mi ha criticato rispondo che sono sicuro di me stesso e che le persone non si giudicano dal gesto di un attimo ma si guardano nel loro atteggiamento complessivo. Io non ci ho trovato nulla di male ma le opinioni differenti mi fanno crescere».
Il raccattapalle del Lecce abbracciato da Rebic, intervistato da Quotidiano di Puglia ha raccontato l'episodio. Ecco le dichiarazioni:
Gabriele Gallo, 19 anni e da cinque nella primavera del Lecce, lunedì scorso l'hanno designata come raccattapalle per Lecce-Milan, poi sull'1-3 cosa è successo?
«Io stavo facendo il raccattapalle sotto la Curva Nord quando Rebic ha segnato il terzo gol per il Milan. Non nascondo di esserne rimasto molto dispiaciuto, tanto che ho girato la testa dall'altra parte e non l'ho visto subito arrivare. Lui se n'è accorto, ha corso verso di me e mi ha prima preso amichevolmente a pugni e poi abbracciato».
Lei come si è sentito?
«Ero sorpreso e mi sono sulle prime immobilizzato, poi gli ho dato una pacca sulla spalla».
Era in imbarazzo?
«Sì, un po': mi ha spiazzato. Ma comunque era un bel gesto, la società mi ha trasmesso questi valori: sportività, rispetto per l'avversario, umanità».
E sul mancato rispetto della distanza anti Covid?
«Ha fatto tutto lui, non me lo aspettavo. In quel momento non ci ho pensato. La situazione è strana per tutti».
Il tutto è avvenuto in una condizione anomala, infatti, che soprattutto allo stadio crea un effetto straniante: spalti vuoti e pubblico che segue da casa...
«Sì, rispetto alla tragedia che stiamo vivendo è stato bello spezzare gli schemi soprattutto da rivali e ricordarci che siamo tutti fratelli.
Lo rifarebbe?
«Certo, mille altre volte perché questo il senso del calcio».
In tanti però l'hanno criticata, come si è sentito?
«Ci sono stati molti commenti positivi, di chi ha capito la situazione e li ringrazio. A chi mi ha criticato rispondo che sono sicuro di me stesso e che le persone non si giudicano dal gesto di un attimo ma si guardano nel loro atteggiamento complessivo. Io non ci ho trovato nulla di male ma le opinioni differenti mi fanno crescere».