Vi riporto quanto mi è stato raccontato da caro amico, con moglie ucraina con tutta la famiglia ancora in Ucraina. Bado al sodo senza troppi particolari..ma oggi ho pianto insieme a lui.
Di due sorelle, una è scappata con i bambini al confine con la Polonia, dove l’aspettava un parente che li ha portati in salvo in Austria. Il marito di questa sorella è stato subito chiamato alle armi, l’hanno messo a guidare convogli che fanno la spola tra polonia e ucraina per trasportare munizioni e armi. Terrore perchè potenziale bersaglio russo. Un’altra sorella è rimasta in Ucraina insieme al marito e figlio di 18 anni. Il ragazzo al momento non è stato chiamato alle armi, lei invece sta lavorando giorno e notte in fabbrica a cucire divise militari. Il marito giorno e notte a produrre reti di metallo per arrestare avanzata mezzi russi. Il padre, 65enne, ha ripreso a lavorare e sta facendo turni bestiali a produrre enormi placche di acciaio con spunzoni da utilizzare contro i carrarmati. Sono consapevoli di essere in una situazione disperata, ma, cito testualmente, hanno molta più paura di tornare sotto la Russia che di morire. Ripeto, così che ognuno possa fare le proprie valutazioni: hanno più paura di tornare sotto la Russia che di morire. L’unica paura che hanno è per i bambini e della ferocia che si aspettano i russi mettano in campo da un momento all’altro.
Mi raccontava che, essendo stati a lungo filorussi, chiunque abbia almeno 40 anni a scuola faceva circa 6 ore a settimana, femmine comprese, a montare e smontare kalachnikov e roba simile. Lì i civili sono pronti a tutto, e sanno cosa fare con un fucile in mano. Non vogliono arrendersi.