New York, aborto fino all'ultimo giorno: ora si può

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Comunque come ha ribadito un altro utente è ben altra la verità.

Viene concesso e regolamentato l'aborto terapeutico, situazione dove la la partoriente è in pericolo di vita oppure il feto non può essere considerato "persona" o essere vivente.
Ci sono molte sfaccettature nel complesso discorso dell'aborto che non possono essere censurate o banalizzate dal cieco e sordo dogma religioso. Le persone che usufruiscono o usufruirebbero della pratica abortista sono anche persone cattoliche.
Quello che mina lo scambio culturale e la crescita sociale è proprio la rigidità mentale con la quale vengono analizzati temi delicati e complessi come questi.

Secondo il mio modesto parere non ci si dovrebbe schierare a favore o contrari all'aborto ma ponderare con buon senso ogni singola decisione presa dal singolo individuo. Semmai ci si dovrebbe indignare del mancato utilizzo del buon senso favorita dall'appoggio della religione.
 

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Comunque come ha ribadito un altro utente è ben altra la verità.

Viene concesso e regolamentato l'aborto terapeutico, situazione dove la la partoriente è in pericolo di vita oppure il feto non può essere considerato "persona" o essere vivente.

Non ho letto la seconda clausola. Se la madre sta benissimo e il feto non può essere considerato persona è illegale partorire a 9 mesi anche con la nuova legge mi sembra, non siamo nel moderno Belgio eugenetico per fortuna.
La vecchia legge del 1970 consente ai giudici (se la donna poi muore rischiano la galera) di fare eccezioni anche al nono mese quando la vita della donna è in pericolo.
La nuova legge parla solo che anche a nove mesi la madre può abortire se la sua SALUTE e non la sua VITA è in pericolo. Qui casca l'asino perché la depressione è considerata una malattia mentale. Nel caso specifico chi decide se la salute è in pericolo sarà il proprio medico, non ci sono paletti specifici o commissioni quindi potrebbe pure rivelarsi un lusso per ricchi.

E il problema sussiste anche nelle farmacie dove a volte si impuntano per venderti la fatidica pillola del giorno dopo.

La Bachelet (la tizia dell'ONU che vuole indagare Salvini o qualcosa del genere) quando era presidentessa del Cile fece una stramba legge che faceva chiudere le farmacie che non vendevano la pillola del giorno dopo mentre la pillola NORMALE non era obbligatoria e subiva forti limitazioni sia di numero che di legge al punto che conveniva sostituirla con quella abortiva. Tra l'altro quella pillola era indicata con nome commerciale e non con principio attivo. Non stupisce che dopo di lei abbia vinto le elezioni un ex ministro di Pinochet.
 
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Non ho letto la seconda clausola. Se la madre sta benissimo e il feto non può essere considerato persona è illegale partorire a 9 mesi anche con la nuova legge mi sembra, non siamo nel moderno Belgio eugenetico per fortuna.
La vecchia legge del 1970 consente ai giudici (se la donna poi muore rischiano la galera) di fare eccezioni anche al nono mese quando la vita della donna è in pericolo.
La nuova legge parla solo che anche a nove mesi la madre può abortire se la sua SALUTE e non la sua VITA è in pericolo. Qui casca l'asino perché la depressione è considerata una malattia mentale. Nel caso specifico chi decide se la salute è in pericolo sarà il proprio medico, non ci sono paletti specifici o commissioni quindi potrebbe pure rivelarsi un lusso per ricchi.

Premetto di aver letto non la notizia ma un articolo in inglese (e qui sono una *****) ma la notizia è stata volutamente strumentalizzata per attaccare la legge sull'aborto da parte del comitato pro Life.

La legge è vero che appare vaga nella formulazione ma sostanzialmente toglie il reato di omicidio dopo i 90 giorni.
Non legalizza l'aborto al nono mese di gravidanza, perché la condizione per poter abortire è che il feto sia di fatto senza vita. Tra l'altro l'aborto terapeutico è di fatto l'induzione del parto, perciò non è causa della morte del feto.

Per quanto riguarda invece la questione salute mentale della madre, la situazione da te ipotizzata non ha le condizioni sufficienti per poter ottenere la pratica abortista.
Tanto che si parla all'interno della legge del giudizio ragionevole e in buona fede sulla condizione della madre e del feto. La depressione non mette in pericolo la vita della madre, perché curabilissima.

Insomma la legge non legalizza l'aborto, che rimane vietato, regolamenta le situazioni già regolamentate negli altri stati.
 

Milanforever26

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Negare un diritto per tutelare la coscienza di chi ha scelto un lavoro in cui l’IVG è tra le mansioni previste non mi pare corretto. Tutti nel lavoro quotidiano dobbiamo fare scelte secondo coscienza, ma ciò non mi consente di sottrarmi ai doveri che il mio lavoro impone.

Mi pare che la scelta di togliere la vita sia un filino diversa a livello di coscienza rispetto a scelte magari economiche o simili...
Sarò antiquato io, ma siamo uomini prima che lavoratori
 
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Mi pare che la scelta di togliere la vita sia un filino diversa a livello di coscienza rispetto a scelte magari economiche o simili...
Sarò antiquato io, ma siamo uomini prima che lavoratori
Ma l'aborto rientra tra la mansioni del lavoro del ginecologo. Se uno è contrario all'uso delle armi, non fa il poliziotto. Se uno è vegano, non fa il macellaio. Se uno è contrario all'utilizzo di animali per fare capi di abbigliamento, non va a lavorare in una pellicceria.
Peraltro qualunque ginecologo, qualora al pronto soccorso arrivi una donna in imminente pericolo di vita e l'aborto sia l'unico modo per salvarla, è obbligato a praticare l'aborto, obiezione o non obiezione. L'obiezione passa in secondo piano rispetto alla necessità urgente di salvare la vita della donna e, se il medico non interviene opponendo il fatto di essere obiettore, incorre in responsabilità penali e civili.
A tuo parere, è più coerente col principio del rispetto della vita lasciare che la donna arrivi in una situazione di vita o di morte in cui un intervento potrebbe anche avere esito infausto o intervenire prima che la situazione di vita o di morte si verifichi in modo da consentire alla donna di correre solo i rischi abituali connessi a un qualunque intervento chirurgico?
 

Milanforever26

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Ma l'aborto rientra tra la mansioni del lavoro del ginecologo. Se uno è contrario all'uso delle armi, non fa il poliziotto. Se uno è vegano, non fa il macellaio. Se uno è contrario all'utilizzo di animali per fare capi di abbigliamento, non va a lavorare in una pellicceria.
Peraltro qualunque ginecologo, qualora al pronto soccorso arrivi una donna in imminente pericolo di vita e l'aborto sia l'unico modo per salvarla, è obbligato a praticare l'aborto, obiezione o non obiezione. L'obiezione passa in secondo piano rispetto alla necessità urgente di salvare la vita della donna e, se il medico non interviene opponendo il fatto di essere obiettore, incorre in responsabilità penali e civili.
A tuo parere, è più coerente col principio del rispetto della vita lasciare che la donna arrivi in una situazione di vita o di morte in cui un intervento potrebbe anche avere esito infausto o intervenire prima che la situazione di vita o di morte si verifichi in modo da consentire alla donna di correre solo i rischi abituali connessi a un qualunque intervento chirurgico?

Si ma ragazzi smettiamola di nasconderci dietro un dito, l'aborto per motivi di salute è regolarmente praticato e nessuno mette in percolo la vita della madre perché obiettore di coscienza..
L'obbiettore si rifiuta solo di praticare aborti per motivi definiamoli "privati" della madre..perché alla fine credo che metà delle gravidanze interrotte, o comunque una larga fetta, siano interrotte per motivi che con la salute non c'entra nulla..sono le gravidanze indesiderate (qua da noi meno, ma negli states è una prassi)

Sul discorso che sia un obbligo dico NO, infatti la legge prevede l'obiezione di coscienza..quindi io posso essere ginecologo e obbiettore, me lo permette la legge..non è che la possiamo prendere solo quando ci fa comodo..
Non facciamo paragoni senza senso coi vegani-macellai

PS: sia chiaro che per me abortire entro i tre mesi è un diritto sacrosanto, a cui poi eventualmente si risponderà alla propria coscienza...ma che qualcuno debba essere obbligato controvoglia a praticartelo no..mi spiace..io sangue di bambini sulle mani non ne vorrei perché alla signora(o marito) X non andava bene usare il preservativo o la pillola

E proprio sulla pillola vorrei sfondare un muro che mi da un fastidio tremendo..ma tutte ste donne in carriera o comunque che non vogliono figli, ma è tanto difficile dai 20 anni iniziare a prendere la pillola (salvo rarissimi casi di intolleranze)??
Il costo è irrisorio (pochi euro al mese) e si eviterebbero moltissimi problemi
 
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Si ma ragazzi smettiamola di nasconderci dietro un dito, l'aborto per motivi di salute è regolarmente praticato e nessuno mette in percolo la vita della madre perché obiettore di coscienza..
L'obbiettore si rifiuta solo di praticare aborti per motivi definiamoli "privati" della madre..perché alla fine credo che metà delle gravidanze interrotte, o comunque una larga fetta, siano interrotte per motivi che con la salute non c'entra nulla..sono le gravidanze indesiderate (qua da noi meno, ma negli states è una prassi)

Sul discorso che sia un obbligo dico NO, infatti la legge prevede l'obiezione di coscienza..quindi io posso essere ginecologo e obbiettore, me lo permette la legge..non è che la possiamo prendere solo quando ci fa comodo..
Non facciamo paragoni senza senso coi vegani-macellai

PS: sia chiaro che per me abortire entro i tre mesi è un diritto sacrosanto, a cui poi eventualmente si risponderà alla propria coscienza...ma che qualcuno debba essere obbligato controvoglia a praticartelo no..mi spiace..io sangue di bambini sulle mani non ne vorrei perché alla signora(o marito) X non andava bene usare il preservativo o la pillola

E proprio sulla pillola vorrei sfondare un muro che mi da un fastidio tremendo..ma tutte ste donne in carriera o comunque che non vogliono figli, ma è tanto difficile dai 20 anni iniziare a prendere la pillola (salvo rarissimi casi di intolleranze)??
Il costo è irrisorio (pochi euro al mese) e si eviterebbero moltissimi problemi
Qualche post prima ho scritto che l'obiezione era un buon compromesso quando la legge fu approvata perché i ginecologi avevano scelto quel mestiere in un'epoca in cui l'aborto non faceva parte delle mansioni. Adesso le cose sono cambiate e, a mio parere, l'obiezione non ha più ragione di esistere e andrebbe gradualmente eliminata. Un ginecologo è sempre esposto all'eventualità di dover intervenire(anche se alcuni se ne dimenticano, come dimostrano numerosissimi casi), quindi l'aborto fa parte degli specifici doveri della professione, obiezione o non obiezione. Se non sta bene, si sceglie altro.
La legge non è la Bibbia per i credenti, può essere criticata ed eventualmente essere adeguata e corretta ove manifesti criticità non altrimenti superabili.
 

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Basterebbe creare nuove figure che possano unire conoscenze mediche e facoltà di nuocere. Il giuramento di Ippocrate lascia poco scampo (certi temi c'erano già adesso e in generale c'erano meno divieti, Ippocrate non era certo un fan di aborto e Taigeto) solo figure slegate a Ippocrate potrebbero compiere certe operazioni. Non c'è solo aborto, ci sono anche sterilizzazioni forzate (tipiche nelle dittature o certi paesi nordeuropei) e la pena di morte stessa che per ovvi motivi è affidata a medici (ci sono casi di condannati che muoiono dopo più di mezz'ora o che non viene trovata la vena per l'iniezione letale figuriamoci se il boia non è un medico) o eutanasia per depressione che esiste in Svizzera. O in futuro medici al servizio dei masochisti (come provare più dolore possibile senza causare danni irreparabili e cose del genere: purtroppo i masochisti possono morire, quando andavo alle elementari ero convinto che fossero immortali perché più botte prendevano più erano contenti) dato che non credo verrà considerato a lungo il masochismo come malattia mentale.
 

Milanforever26

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Qualche post prima ho scritto che l'obiezione era un buon compromesso quando la legge fu approvata perché i ginecologi avevano scelto quel mestiere in un'epoca in cui l'aborto non faceva parte delle mansioni. Adesso le cose sono cambiate e, a mio parere, l'obiezione non ha più ragione di esistere e andrebbe gradualmente eliminata. Un ginecologo è sempre esposto all'eventualità di dover intervenire(anche se alcuni se ne dimenticano, come dimostrano numerosissimi casi), quindi l'aborto fa parte degli specifici doveri della professione, obiezione o non obiezione. Se non sta bene, si sceglie altro.
La legge non è la Bibbia per i credenti, può essere criticata ed eventualmente essere adeguata e corretta ove manifesti criticità non altrimenti superabili.

E cosa cambierebbe se in virtù di tale modifica alla legge (ovvero obbligo per i ginecologi) ci ritrovassimo con 1/100 dei ginecologi perché nessuno più vorrebbe scegliere tale specializzazione? Nulla...

Serve buon senso, come ho detto..la prima regola per me è che nei concorsi chi non è obbiettore ha un vantaggio
 
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