Willy Wonka
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Il QS oggi in edicola dedica un ampio approfondimento alla situazione tra il Milan e la Uefa, soffermandosi in particolare sulle ragioni per le quali la UEFA dovrebbe essere clemente con i rossoneri e le ragioni invece per le quali dovrebbe essere severa.
A favore del Milan c'è innanzitutto la possibilità che a breve entri un nuovo socio ad affiancare YongHong Li, tuttavia il proprietario cinese non potrà presentare alla UEFA un ingresso in tempi ristretti di un nuovo partner. La situazione debitoria è normale, nessun eccesso, la rosa rivalutata dallo scorso mercato è un punto a favore. I rossoneri inoltre sarebbero pronti ad andare fino al TAS di Losanna a contestare un'eventuale esclusione dalle Coppe, e questa "minaccia" potrebbe far propendere l'organo europeo ad essere più clemente onde evitare per la prima volta una grande sbugiardata al sistema del FairPlay Finanziario.
Dietro ad un possibile no della Uefa invece ci sarebbe soprattutto la mancanza di fiducia in YongHong Li, un vero e proprio sconosciuto senza nemmeno una garanzia bancaria. I continui aumenti di capitali effettuati tramite prestiti a tassi elevatissimi non giocano a suo favore.
Il Milan aveva prospettato alla UEFA introiti per oltre 60 milioni l'anno dalla Cina, a partire già dalla stagione corrente, una vera e propria mossa azzardata che il Milan rischia di pagare gravemente.
Ultimo punto, ma non per importanza, la UEFA quando un club vuole rispettare le norme del FairPlay Finanziario vede di buon occhio chi cerca di tagliare i costi e contenere le spese, l'esatto opposto del Milan che ha speso nell'ultimo mercato 250 milioni di euro, con l'ovvia conseguenza di un bilancio in rosso anche a causa del mancato ingresso in Champions League.
A favore del Milan c'è innanzitutto la possibilità che a breve entri un nuovo socio ad affiancare YongHong Li, tuttavia il proprietario cinese non potrà presentare alla UEFA un ingresso in tempi ristretti di un nuovo partner. La situazione debitoria è normale, nessun eccesso, la rosa rivalutata dallo scorso mercato è un punto a favore. I rossoneri inoltre sarebbero pronti ad andare fino al TAS di Losanna a contestare un'eventuale esclusione dalle Coppe, e questa "minaccia" potrebbe far propendere l'organo europeo ad essere più clemente onde evitare per la prima volta una grande sbugiardata al sistema del FairPlay Finanziario.
Dietro ad un possibile no della Uefa invece ci sarebbe soprattutto la mancanza di fiducia in YongHong Li, un vero e proprio sconosciuto senza nemmeno una garanzia bancaria. I continui aumenti di capitali effettuati tramite prestiti a tassi elevatissimi non giocano a suo favore.
Il Milan aveva prospettato alla UEFA introiti per oltre 60 milioni l'anno dalla Cina, a partire già dalla stagione corrente, una vera e propria mossa azzardata che il Milan rischia di pagare gravemente.
Ultimo punto, ma non per importanza, la UEFA quando un club vuole rispettare le norme del FairPlay Finanziario vede di buon occhio chi cerca di tagliare i costi e contenere le spese, l'esatto opposto del Milan che ha speso nell'ultimo mercato 250 milioni di euro, con l'ovvia conseguenza di un bilancio in rosso anche a causa del mancato ingresso in Champions League.