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La GDS analizza l'impatto di Adrien Rabiot al Milan dopo le prime giornate di campionato e la sua evoluzione tattica, con un focus sul rapporto con l'allenatore Massimiliano Allegri, riportando anche un aneddoto sul loro legame.
Rabiot è arrivato al Milan in sordina, ma è subito diventato un titolare inamovibile nella nuova formazione di Allegri (il 3-5-2) al fianco di Saelemaekers, Fofana, Modric, Estupiñán e Pulisic.
Numeri: Nelle 4 vittorie in campionato, ha viaggiato a una media di 2,66 falli a partita, pur commettendo pochi errori in impostazione. Nonostante la grande fisicità, Rabiot è un tuttocampista instancabile che sa essere sia interditore che costruttore. È l'unico ad aver portato con sé un titolo di campione del mondo (con la Francia) nel centrocampo rossonero. La sua esperienza è fondamentale in un gruppo ricco di giovani.
Rabiot e Allegri si ritrovano al Milan dopo aver già lavorato insieme alla Juventus. Il loro rapporto è un elemento chiave per il successo del giocatore.
Allegri vede Rabiot come un elemento versatile, un centrocampista box-to-box (mezz'ala, o interno di centrocampo) che è cresciuto moltissimo in corsa e partecipazione al gioco. Quest'anno, Rabiot ha aumentato notevolmente il numero di sponde (da 0,7 a 2 a partita). Al Milan fa anche più passaggi medi (40) e più duelli (13,7) rispetto ai tempi della Juve
Allegri e Rabiot condividono la filosofia che la virtù risieda nell'equilibrio. Allegri crede che per vincere ci vogliano esperienza e bravura tattica, e Modric e Rabiot sono i profili che offrono questo mix. Rabiot ha avuto un "rapporto turbolento" con l'ambiente esterno, spesso criticato per presunte mancanze di carattere o superficialità. Lui stesso ha ammesso che gli infortuni e l'uscita anticipata dalla Juventus (dopo 60 minuti) non gli hanno permesso di crescere in condizione, cosa che invece sta facendo oggi con il Milan.
Rabiot è arrivato al Milan in sordina, ma è subito diventato un titolare inamovibile nella nuova formazione di Allegri (il 3-5-2) al fianco di Saelemaekers, Fofana, Modric, Estupiñán e Pulisic.
Numeri: Nelle 4 vittorie in campionato, ha viaggiato a una media di 2,66 falli a partita, pur commettendo pochi errori in impostazione. Nonostante la grande fisicità, Rabiot è un tuttocampista instancabile che sa essere sia interditore che costruttore. È l'unico ad aver portato con sé un titolo di campione del mondo (con la Francia) nel centrocampo rossonero. La sua esperienza è fondamentale in un gruppo ricco di giovani.
Rabiot e Allegri si ritrovano al Milan dopo aver già lavorato insieme alla Juventus. Il loro rapporto è un elemento chiave per il successo del giocatore.
Allegri vede Rabiot come un elemento versatile, un centrocampista box-to-box (mezz'ala, o interno di centrocampo) che è cresciuto moltissimo in corsa e partecipazione al gioco. Quest'anno, Rabiot ha aumentato notevolmente il numero di sponde (da 0,7 a 2 a partita). Al Milan fa anche più passaggi medi (40) e più duelli (13,7) rispetto ai tempi della Juve
Allegri e Rabiot condividono la filosofia che la virtù risieda nell'equilibrio. Allegri crede che per vincere ci vogliano esperienza e bravura tattica, e Modric e Rabiot sono i profili che offrono questo mix. Rabiot ha avuto un "rapporto turbolento" con l'ambiente esterno, spesso criticato per presunte mancanze di carattere o superficialità. Lui stesso ha ammesso che gli infortuni e l'uscita anticipata dalla Juventus (dopo 60 minuti) non gli hanno permesso di crescere in condizione, cosa che invece sta facendo oggi con il Milan.
