Il "nodo" Donnarumma lo scioglierei volentieri cedendo il ragazzo: il problema principale è che i compratori offrono noccioline, ammesso ci siano. Lo cederei non perché non lo reputi all'altezza (abbiamo avuto portieri ben meno validi in squadre molto più competitive), ma per una questione d'inguaribile idiosincrasia che nutro nei confronti del suo procuratore, dal quale il giocatore non si vuole proprio separare. Il rinnovo di due anni fa a 6 milioni a stagione è stato una follia. Personalmente non ingaggerei più nessun assistito di quel verme che non perde occasione per ricattare la società, è un cancro da estirpare senza compromessi.
Maldini, con Boban, non li avrei mai esautorati. Una volta che scegli di dar loro le chiavi della squadra, devi anche dare la possibilità di sbagliare. Hanno sbagliato qualcosa, ma hanno anche azzeccato diverse mosse. Dirigenti ora molto quotati hanno fatto cappellate madornali in situazioni anche meno complesse di quella nostra attuale.
Perdere Paolo sarebbe grave, specialmente considerando che il Milan ha quasi del tutto perso la propria identità e per un club calcistico con la sua storia è un peccato mortale, quasi quanto farne un cartello del politicamente corretto.
In ultimo, capitolo Rangnick. Un tecnico "fondamentalista" straniero alla prima esperienza di vita nel nostro paese, con una squadra da rifondare e senza le dovute conoscenze di lingua, campionato e cultura calcistica italiane, in una società "provvisoria" e una dirigenza rattoppata, inesperta e piena di falle, quali presupposti ha per fare meglio dei predecessori? Senza contare che mettere insieme una sequela di ragazzini provenienti da ogni dove e senza esperienza professionistica di un certo tipo, per poi buttarli a San Siro, è solo che stupido. Il rischio maggiore è quello di regalare l'ennesimo ingiustificato stipendio da nababbo a un mero visionario. Spero di sbagliarmi.