Non c'è dubbio che i principi di gioco siano la cosa più importante però cambiare modulo se non si hanno i titolari lo trovo folle.
Ma ad oggi siamo ridotti cosi.
Mi pare una gestione da calcio amatoriale, alla meno peggio.
L'elasticità tattica che tu invochi la puoi avere anche con pochi elementi in rosa ( ne bastano pure 18 ) ma devi avere giocatori alla bonaventura che sanno giocare in più ruoli e lo fanno pure bene.
Montolivo, sosa, locatelli , biglia in un ruolo possono giocare e solo in uno, lo stesso ruolo.
Come ho detto in altri post : sento la mancanza di kucka ed ho detto tutto. Avrebbe fatto comodo quel cavallino in panca.
Coraggio, Profeta...

Riflettiamo insieme su una possibile via di uscita da questo malinconico spleen. Ne stiamo parlando da un po', osservando i movimenti di mercato di Mirabelli e Montella, sicché dobbiamo pensare ad una concordante strategia di lungo respiro, non al frutto di elaborazioni del pomeriggio del 31 agosto: il modulo della Roma Campione d'Italia 2000-2001 di Fabio Capello, il 3421, e la sua variante in corso d'opera, il 3412, con la uscita di uno dei trequarti (all'epoca, frequentemente, Marco Delvecchio), e l'inserimento di un attaccante centrale, Vincenzo Montella, accanto al centravanti, Gabriel Omar Batistuta. Modulo che Capello, eroe del 442 dell'epopea rossonera, finalizzo' per liberare gli esterni difensivi, Marcos Cafu e Vincent Candela, da costanti applicazioni in marcatura, ed esaltarne le virtù offensive, per sfruttare le capacità di inserimento in attacco di uno dei mediani, Damiano Tommasi, ed infine per mettere a disposizione di essi, oltre che dell'altro trequarti nonché del centravanti, la straordinaria produzione di gioco di attacco tra le linee del grande Francesco Totti. Il risultato fu una squadra di eccezionale compattezza difensiva, segnatamente nel trio di centrali Carlos Zago, Walter Samuel, Jonathan Zebina, con il supporto dell'ottimo Cristiano Zanetti, che spesso affiancava il centralissimo Samuel sulla linea di difesa, e che, attraverso il gioco di passaggio breve e medio di Zanetti, ed i fendenti lunghi di Samuel, si rovesciava in eccezionale gioco di propulsione sugli esterni, Cafu e Candela, veri motori di gioco che portavano in area soluzioni per Batistuta e Totti, quando non era questi ad innescarli, unitamente a Batigol, per vere e proprie incursioni nell'area di rigore. Contropiede manovrato, veloce, a triangoli di passaggi, affidato ai due grandi avanti, con difesa relativamente bloccata, salva la limitata licenza per Zago e soprattutto Tommasi, intelligente incursore, ombra di Totti, di cui spesso sfruttava le scie offensive per inserirsi e colpire. Un equilibrio tecnico e tattico che si riflesse poi nelle statistiche di fine campionato: 75 punti in 34 partite (22 vinte, 9 pareggiate, 3 perse) in una serie A molto competitiva con la Lazio di Nesta, Boksic e Salas, campione uscente, la dignitosa e sfortunata Juve di Ancelotti e dell'ultimo Zidane, l'Inter di Ronaldo e Vieri, 68 reti fatte, due a partita, 33 subite, meno di uno a partita. Un ruolino di straordinario equilibrio. Ora, noi vediamo molte similitudini tra quella Roma di inizio secolo ed il Milan che ha avviato ora il suo corso: due grandissimi esterni difensivi ma con capacità di attacco quasi uniche, per il cui sfruttamento principalmente potrebbe optarsi per il sopra detto modulo, come dichiaratamente fece il pragmatico Capello per disporre di Cafu e Candela; un grande regista difensivo come Biglia, a cui dovrebbero chiedersi mansioni, a lui per vero connaturate, simili a quelle allora presenti in Zanetti; un mediano di interdizione, corsa ed inserimento come Kessie, superiore sulla carta a quell'irripetuto Tommasi; due trequarti di gioco e di gol come Suso e Calhanoglu, a cui dovremmo chiedere quella quindicina di gol che eguagliassero le performances realizzative di Totti, soprattutto, e Delvecchio. Certo, in questo Milan manca un ammazzasette in attacco come Batigol, allora comunque in calo di numeri rispetto agli anni fiorentini, ma è sperabile che da Kalinic, e soprattutto dai giovanissimi Andre Silva e Cutrone, dalle potenzialità inesplorate, arrivino le sorprese più belle. La difesa, no, su quella abbiamo certezze in più: Donnarumma, Musacchio, Bonucci e Romagnoli non teme già ora il confronto con la pur ottima Antonioli, Zago, Samuel, Zebina. Anzi, da qui, come dagli esterni Conti (uomo che in quel ruolo di esterno puro potrebbe garantire almeno dieci gol) e Rodriguez, potrebbero uscire gol supplementari, mancanti in quei ruoli nella Roma capelliana, fondamentali per il cammino della squadra. Vorremmo che Montella ci pensasse, magari lo ha già fatto, e soprattutto ci provasse. Le sorprese, piacevoli, potrebbero essere davvero tante. E scopriremmo infine che questa rosa non è così povera sul piano dei contenuti tecnici e tattici. Dateci un punto, e solleveremo il campionato.
