Maldini:"Questo Milan vuole sognare".

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Paolo Maldini alla GDS in edicola:"Non andiamo a caccia di statistiche da migliorare, ma di successi. Sinceramente non mi aspettavo una striscia di imbattibilità tanto lunga in campionato, ma avevo già visto i segnali in gennaio, prima che il mondo si fermasse”.


Maldini sul 2020 d’oro del Milan: “Lo dicono i risultati del 2020, che sono oggettivi, ma la nostra stagione adesso si snoda nell’arco di due anni. E non abbiamo un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima volta. Ci siamo qualificati in Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

Maldini sull’obiettivo Scudetto: “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Ai calciatori chiedo sempre di essere ambiziosi. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile”.

Maldini sulle difficoltà iniziali di Inter e Juventus: “Dall’Inter mi aspetto una grande crescita. La Juventus ha un allenatore giovane e logicamente bisogna assorbire metodi nuovi. Juventus, Inter, ma anche Napoli lotteranno per lo Scudetto. E noi non ci faremo da parte”.

Maldini sulle squadre più temute per il titolo: “Per me non c’è differenza. Penso al nostro percorso. Noi andiamo per la nostra strada. Questo è un club che ha abituato tutti ad alti e bassi. È un club che è andato due volte in Serie B, a volte le risalite sono state improvvise e fragorose come i tonfi. È un club imperfetto, ma particolare. Ed è capace di riprendersi più in fretta del previsto”.

Maldini sui numeri soddisfacenti del progetto Milan: “Non andiamo a caccia di record, andiamo a caccia di risultati. Contro la Sampdoria la squadra ha offerto un’altra prova di maturità, nonostante le assenze. I giovani non vanno giudicati, vanno aspettati. Se si vede la qualità, che pensiamo che ci sia, si aspetta. E la sintonia con la proprietà aiuta, c’è un programma che funziona. C’è stata armonia anche nei momenti difficili”.

Maldini sul ruolo di Stefano Pioli nel Milan: “Pioli ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio. Porta sensibilità, però anche intensità. Sembra un uomo pacato? È quello che si percepisce dall’esterno, ma assicuro che Pioli è sorprendente. Sa essere un martello a modo suo”.

Maldini sulla trasformazione di Franck Kessié: “Da giocatore e da capitano ero intransigente, però forse molte delle mie certezze calcistiche in questi due anni e mezzo da dirigente sono state abbattute. Parlo di come costruire una squadra e di come gestirla. A volte una carezza serve più di un rimprovero, non siamo tutti uguali. L’ho imparato in questi mesi. Franck ha dimostrato il suo amore per il Milan. Vuole riportare questo club in alto, come tanti altri qui nel club”.

Maldini sulla possibilità per Pioli di fare uno step nella sua carriera: “Credo sia un’opportunità per fare il salto, anche per lui. Tutti con lui stanno crescendo. Con il Milan è scattata una scintilla che forse con altri club non è scattata. Perché? Difficile dirlo, ma quando giocavo percepivo la differenza tra questo ed altri top club europei. Il Milan incute rispetto, forse proprio perché ha vinto e perso tanto”.

Maldini sul ruolo di Zlatan Ibrahimović e degli altri senatori nel Milan: “Sono importanti per favorire la crescita ed ora siamo più sicuri di quattro mesi fa. Per i giovani, vincere senza Ibrahimović, Simon Kjær, altri uomini fondamentali come Ismaël Bennacer e Rafael Leão è fondamentale. Favorisce l’autostima”.

Maldini su Rafael Leão: “Pensiamo che abbia un grande talento. Questa scommessa non è soltanto la scommessa del Milan, ma la sua. La qualità c’è ed è enorme”.

Maldini su Alexis Saelemaekers: “Spesso quando ingaggiamo giocatori molti si fanno condizionare dai nomi e dalle squadre di appartenenza. Quella di Saelemaekers è una bella storia, ma all’interno di questo Milan ce ne sono molte. Penso a Theo Hernández: sembrava che per lui fosse l’ultima possibilità dopo quella sprecata al Real Madrid, l’ultima chiamata. E la risposta c’è stata. Theo è un ragazzo per bene”.

Maldini sull’approdo di Mario Balotelli al Monza: “Sarebbe bello per lui, per Silvio Berlusconi, per Adriano Galliani, cogliere il ritorno in Serie A. Al Nizza Mario è andato bene, trovare stimoli in Serie B magari è difficile, ma vediamo. Gli auguro di riuscirci”.

Maldini su Matteo Gabbia: “La sua crescita è stata in parte una sorpresa. Non era facile immaginarlo nella coppia centrale del Milan, visto che era andato in prestito alla Lucchese e fluttuava tra due ruoli. Invece sta facendo progressi. Nessuno poteva immaginare che crescesse così tanto in così poco tempo”.

Maldini su suo figlio Daniel: “Peggio per me essere figlio di Cesare o per lui essere figlio di Paolo? Dovreste chiederlo a Daniel. Dal mio punto di vista essere figlio è peggio. Ci sono tante pressioni delle quali faresti volentieri a meno. Era così anche per me e credo sia così anche per Daniel. Dovrà trovare la sua maniera per elaborare le pressioni”.

Maldini sul suo ruolo da dirigente: “Le prove non finiscono mai. Anche qualche discussione interna aiuta a crescere. Sono stato chiamato da Leonardo che mi ha insegnato tante cose. A me pareva di non incidere, mentre lui mi diceva ‘non sai quanto conta una tua parola detta ad un procuratore’. Sono stati anni importanti per apprendere quello che serve in una professione diversa”.

Maldini su cosa lo ha stupito in questo Milan: “Onestamente i numeri sono impressionanti, ma io avevo già visto segnali di crescita prima che cominciasse la scia di imbattibilità”.

Maldini sull’Europa League: “Abbiamo combattuto tanto per giocarla. Sarebbe sciocco disinteressarsene adesso”.

Maldini sulle tre big del calcio italiano in vetta alla Serie A. Non accadeva dal 2002 … “Se il Milan non avesse fatto un exploit nelle prime dieci partite, il resto sembrerebbe perfettamente normale. Non ci vedo nulla di nuovo”.

Maldini sull’osare pronunciare la parola ‘Scudetto’: “Ripeto che ai miei chiedo sempre ambizione ed entusiasmo. Sono le parole chiave. E poi questo è un club speciale”.

Maldini su Diego Armando Maradona: “All’inizio mi sono sentito un po’ vuoto. Ma c’è tanta bellezza da rivedere nei documentari in tv. Diego trasmetteva e trasmetterà sempre la gioia del calcio, perché amava davvero il pallone. E noi non dobbiamo giudicarlo, ma soltanto ricordare la sua grandezza in campo”.

Maldini sul regalo di Natale per i tifosi del Milan: “Cosa vorrei regalare ai tifosi? Un ritorno allo stadio. È un grande peccato non averli con noi. Anche quando erano solo mille si sentiva nell’aria. Spero che torneremo presto ad un calcio senza vuoti in tribuna”
 

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Paolo Maldini alla GDS in edicola:"Non andiamo a caccia di statistiche da migliorare, ma di successi. Sinceramente non mi aspettavo una striscia di imbattibilità tanto lunga in campionato, ma avevo già visto i segnali in gennaio, prima che il mondo si fermasse”.


Maldini sul 2020 d’oro del Milan: “Lo dicono i risultati del 2020, che sono oggettivi, ma la nostra stagione adesso si snoda nell’arco di due anni. E non abbiamo un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima volta. Ci siamo qualificati in Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

Maldini sull’obiettivo Scudetto: “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Ai calciatori chiedo sempre di essere ambiziosi. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile”.

Maldini sulle difficoltà iniziali di Inter e Juventus: “Dall’Inter mi aspetto una grande crescita. La Juventus ha un allenatore giovane e logicamente bisogna assorbire metodi nuovi. Juventus, Inter, ma anche Napoli lotteranno per lo Scudetto. E noi non ci faremo da parte”.

Maldini sulle squadre più temute per il titolo: “Per me non c’è differenza. Penso al nostro percorso. Noi andiamo per la nostra strada. Questo è un club che ha abituato tutti ad alti e bassi. È un club che è andato due volte in Serie B, a volte le risalite sono state improvvise e fragorose come i tonfi. È un club imperfetto, ma particolare. Ed è capace di riprendersi più in fretta del previsto”.

Maldini sui numeri soddisfacenti del progetto Milan: “Non andiamo a caccia di record, andiamo a caccia di risultati. Contro la Sampdoria la squadra ha offerto un’altra prova di maturità, nonostante le assenze. I giovani non vanno giudicati, vanno aspettati. Se si vede la qualità, che pensiamo che ci sia, si aspetta. E la sintonia con la proprietà aiuta, c’è un programma che funziona. C’è stata armonia anche nei momenti difficili”.

Maldini sul ruolo di Stefano Pioli nel Milan: “Pioli ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio. Porta sensibilità, però anche intensità. Sembra un uomo pacato? È quello che si percepisce dall’esterno, ma assicuro che Pioli è sorprendente. Sa essere un martello a modo suo”.

Maldini sulla trasformazione di Franck Kessié: “Da giocatore e da capitano ero intransigente, però forse molte delle mie certezze calcistiche in questi due anni e mezzo da dirigente sono state abbattute. Parlo di come costruire una squadra e di come gestirla. A volte una carezza serve più di un rimprovero, non siamo tutti uguali. L’ho imparato in questi mesi. Franck ha dimostrato il suo amore per il Milan. Vuole riportare questo club in alto, come tanti altri qui nel club”.

Maldini sulla possibilità per Pioli di fare uno step nella sua carriera: “Credo sia un’opportunità per fare il salto, anche per lui. Tutti con lui stanno crescendo. Con il Milan è scattata una scintilla che forse con altri club non è scattata. Perché? Difficile dirlo, ma quando giocavo percepivo la differenza tra questo ed altri top club europei. Il Milan incute rispetto, forse proprio perché ha vinto e perso tanto”.

Maldini sul ruolo di Zlatan Ibrahimović e degli altri senatori nel Milan: “Sono importanti per favorire la crescita ed ora siamo più sicuri di quattro mesi fa. Per i giovani, vincere senza Ibrahimović, Simon Kjær, altri uomini fondamentali come Ismaël Bennacer e Rafael Leão è fondamentale. Favorisce l’autostima”.

Maldini su Rafael Leão: “Pensiamo che abbia un grande talento. Questa scommessa non è soltanto la scommessa del Milan, ma la sua. La qualità c’è ed è enorme”.

Maldini su Alexis Saelemaekers: “Spesso quando ingaggiamo giocatori molti si fanno condizionare dai nomi e dalle squadre di appartenenza. Quella di Saelemaekers è una bella storia, ma all’interno di questo Milan ce ne sono molte. Penso a Theo Hernández: sembrava che per lui fosse l’ultima possibilità dopo quella sprecata al Real Madrid, l’ultima chiamata. E la risposta c’è stata. Theo è un ragazzo per bene”.

Maldini sull’approdo di Mario Balotelli al Monza: “Sarebbe bello per lui, per Silvio Berlusconi, per Adriano Galliani, cogliere il ritorno in Serie A. Al Nizza Mario è andato bene, trovare stimoli in Serie B magari è difficile, ma vediamo. Gli auguro di riuscirci”.

Maldini su Matteo Gabbia: “La sua crescita è stata in parte una sorpresa. Non era facile immaginarlo nella coppia centrale del Milan, visto che era andato in prestito alla Lucchese e fluttuava tra due ruoli. Invece sta facendo progressi. Nessuno poteva immaginare che crescesse così tanto in così poco tempo”.

Maldini su suo figlio Daniel: “Peggio per me essere figlio di Cesare o per lui essere figlio di Paolo? Dovreste chiederlo a Daniel. Dal mio punto di vista essere figlio è peggio. Ci sono tante pressioni delle quali faresti volentieri a meno. Era così anche per me e credo sia così anche per Daniel. Dovrà trovare la sua maniera per elaborare le pressioni”.

Maldini sul suo ruolo da dirigente: “Le prove non finiscono mai. Anche qualche discussione interna aiuta a crescere. Sono stato chiamato da Leonardo che mi ha insegnato tante cose. A me pareva di non incidere, mentre lui mi diceva ‘non sai quanto conta una tua parola detta ad un procuratore’. Sono stati anni importanti per apprendere quello che serve in una professione diversa”.

Maldini su cosa lo ha stupito in questo Milan: “Onestamente i numeri sono impressionanti, ma io avevo già visto segnali di crescita prima che cominciasse la scia di imbattibilità”.

Maldini sull’Europa League: “Abbiamo combattuto tanto per giocarla. Sarebbe sciocco disinteressarsene adesso”.

Maldini sulle tre big del calcio italiano in vetta alla Serie A. Non accadeva dal 2002 … “Se il Milan non avesse fatto un exploit nelle prime dieci partite, il resto sembrerebbe perfettamente normale. Non ci vedo nulla di nuovo”.

Maldini sull’osare pronunciare la parola ‘Scudetto’: “Ripeto che ai miei chiedo sempre ambizione ed entusiasmo. Sono le parole chiave. E poi questo è un club speciale”.

Maldini su Diego Armando Maradona: “All’inizio mi sono sentito un po’ vuoto. Ma c’è tanta bellezza da rivedere nei documentari in tv. Diego trasmetteva e trasmetterà sempre la gioia del calcio, perché amava davvero il pallone. E noi non dobbiamo giudicarlo, ma soltanto ricordare la sua grandezza in campo”.

Maldini sul regalo di Natale per i tifosi del Milan: “Cosa vorrei regalare ai tifosi? Un ritorno allo stadio. È un grande peccato non averli con noi. Anche quando erano solo mille si sentiva nell’aria. Spero che torneremo presto ad un calcio senza vuoti in tribuna”

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Paolo Maldini alla GDS in edicola:"Non andiamo a caccia di statistiche da migliorare, ma di successi. Sinceramente non mi aspettavo una striscia di imbattibilità tanto lunga in campionato, ma avevo già visto i segnali in gennaio, prima che il mondo si fermasse”.


Maldini sul 2020 d’oro del Milan: “Lo dicono i risultati del 2020, che sono oggettivi, ma la nostra stagione adesso si snoda nell’arco di due anni. E non abbiamo un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima volta. Ci siamo qualificati in Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

Maldini sull’obiettivo Scudetto: “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Ai calciatori chiedo sempre di essere ambiziosi. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile”.

Maldini sulle difficoltà iniziali di Inter e Juventus: “Dall’Inter mi aspetto una grande crescita. La Juventus ha un allenatore giovane e logicamente bisogna assorbire metodi nuovi. Juventus, Inter, ma anche Napoli lotteranno per lo Scudetto. E noi non ci faremo da parte”.

Maldini sulle squadre più temute per il titolo: “Per me non c’è differenza. Penso al nostro percorso. Noi andiamo per la nostra strada. Questo è un club che ha abituato tutti ad alti e bassi. È un club che è andato due volte in Serie B, a volte le risalite sono state improvvise e fragorose come i tonfi. È un club imperfetto, ma particolare. Ed è capace di riprendersi più in fretta del previsto”.

Maldini sui numeri soddisfacenti del progetto Milan: “Non andiamo a caccia di record, andiamo a caccia di risultati. Contro la Sampdoria la squadra ha offerto un’altra prova di maturità, nonostante le assenze. I giovani non vanno giudicati, vanno aspettati. Se si vede la qualità, che pensiamo che ci sia, si aspetta. E la sintonia con la proprietà aiuta, c’è un programma che funziona. C’è stata armonia anche nei momenti difficili”.

Maldini sul ruolo di Stefano Pioli nel Milan: “Pioli ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio. Porta sensibilità, però anche intensità. Sembra un uomo pacato? È quello che si percepisce dall’esterno, ma assicuro che Pioli è sorprendente. Sa essere un martello a modo suo”.

Maldini sulla trasformazione di Franck Kessié: “Da giocatore e da capitano ero intransigente, però forse molte delle mie certezze calcistiche in questi due anni e mezzo da dirigente sono state abbattute. Parlo di come costruire una squadra e di come gestirla. A volte una carezza serve più di un rimprovero, non siamo tutti uguali. L’ho imparato in questi mesi. Franck ha dimostrato il suo amore per il Milan. Vuole riportare questo club in alto, come tanti altri qui nel club”.

Maldini sulla possibilità per Pioli di fare uno step nella sua carriera: “Credo sia un’opportunità per fare il salto, anche per lui. Tutti con lui stanno crescendo. Con il Milan è scattata una scintilla che forse con altri club non è scattata. Perché? Difficile dirlo, ma quando giocavo percepivo la differenza tra questo ed altri top club europei. Il Milan incute rispetto, forse proprio perché ha vinto e perso tanto”.

Maldini sul ruolo di Zlatan Ibrahimović e degli altri senatori nel Milan: “Sono importanti per favorire la crescita ed ora siamo più sicuri di quattro mesi fa. Per i giovani, vincere senza Ibrahimović, Simon Kjær, altri uomini fondamentali come Ismaël Bennacer e Rafael Leão è fondamentale. Favorisce l’autostima”.

Maldini su Rafael Leão: “Pensiamo che abbia un grande talento. Questa scommessa non è soltanto la scommessa del Milan, ma la sua. La qualità c’è ed è enorme”.

Maldini su Alexis Saelemaekers: “Spesso quando ingaggiamo giocatori molti si fanno condizionare dai nomi e dalle squadre di appartenenza. Quella di Saelemaekers è una bella storia, ma all’interno di questo Milan ce ne sono molte. Penso a Theo Hernández: sembrava che per lui fosse l’ultima possibilità dopo quella sprecata al Real Madrid, l’ultima chiamata. E la risposta c’è stata. Theo è un ragazzo per bene”.

Maldini sull’approdo di Mario Balotelli al Monza: “Sarebbe bello per lui, per Silvio Berlusconi, per Adriano Galliani, cogliere il ritorno in Serie A. Al Nizza Mario è andato bene, trovare stimoli in Serie B magari è difficile, ma vediamo. Gli auguro di riuscirci”.

Maldini su Matteo Gabbia: “La sua crescita è stata in parte una sorpresa. Non era facile immaginarlo nella coppia centrale del Milan, visto che era andato in prestito alla Lucchese e fluttuava tra due ruoli. Invece sta facendo progressi. Nessuno poteva immaginare che crescesse così tanto in così poco tempo”.

Maldini su suo figlio Daniel: “Peggio per me essere figlio di Cesare o per lui essere figlio di Paolo? Dovreste chiederlo a Daniel. Dal mio punto di vista essere figlio è peggio. Ci sono tante pressioni delle quali faresti volentieri a meno. Era così anche per me e credo sia così anche per Daniel. Dovrà trovare la sua maniera per elaborare le pressioni”.

Maldini sul suo ruolo da dirigente: “Le prove non finiscono mai. Anche qualche discussione interna aiuta a crescere. Sono stato chiamato da Leonardo che mi ha insegnato tante cose. A me pareva di non incidere, mentre lui mi diceva ‘non sai quanto conta una tua parola detta ad un procuratore’. Sono stati anni importanti per apprendere quello che serve in una professione diversa”.

Maldini su cosa lo ha stupito in questo Milan: “Onestamente i numeri sono impressionanti, ma io avevo già visto segnali di crescita prima che cominciasse la scia di imbattibilità”.

Maldini sull’Europa League: “Abbiamo combattuto tanto per giocarla. Sarebbe sciocco disinteressarsene adesso”.

Maldini sulle tre big del calcio italiano in vetta alla Serie A. Non accadeva dal 2002 … “Se il Milan non avesse fatto un exploit nelle prime dieci partite, il resto sembrerebbe perfettamente normale. Non ci vedo nulla di nuovo”.

Maldini sull’osare pronunciare la parola ‘Scudetto’: “Ripeto che ai miei chiedo sempre ambizione ed entusiasmo. Sono le parole chiave. E poi questo è un club speciale”.

Maldini su Diego Armando Maradona: “All’inizio mi sono sentito un po’ vuoto. Ma c’è tanta bellezza da rivedere nei documentari in tv. Diego trasmetteva e trasmetterà sempre la gioia del calcio, perché amava davvero il pallone. E noi non dobbiamo giudicarlo, ma soltanto ricordare la sua grandezza in campo”.

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Paolo Maldini alla GDS in edicola:"Non andiamo a caccia di statistiche da migliorare, ma di successi. Sinceramente non mi aspettavo una striscia di imbattibilità tanto lunga in campionato, ma avevo già visto i segnali in gennaio, prima che il mondo si fermasse”.


Maldini sul 2020 d’oro del Milan: “Lo dicono i risultati del 2020, che sono oggettivi, ma la nostra stagione adesso si snoda nell’arco di due anni. E non abbiamo un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima volta. Ci siamo qualificati in Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

Maldini sull’obiettivo Scudetto: “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Ai calciatori chiedo sempre di essere ambiziosi. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile”.

Maldini sulle difficoltà iniziali di Inter e Juventus: “Dall’Inter mi aspetto una grande crescita. La Juventus ha un allenatore giovane e logicamente bisogna assorbire metodi nuovi. Juventus, Inter, ma anche Napoli lotteranno per lo Scudetto. E noi non ci faremo da parte”.

Maldini sulle squadre più temute per il titolo: “Per me non c’è differenza. Penso al nostro percorso. Noi andiamo per la nostra strada. Questo è un club che ha abituato tutti ad alti e bassi. È un club che è andato due volte in Serie B, a volte le risalite sono state improvvise e fragorose come i tonfi. È un club imperfetto, ma particolare. Ed è capace di riprendersi più in fretta del previsto”.

Maldini sui numeri soddisfacenti del progetto Milan: “Non andiamo a caccia di record, andiamo a caccia di risultati. Contro la Sampdoria la squadra ha offerto un’altra prova di maturità, nonostante le assenze. I giovani non vanno giudicati, vanno aspettati. Se si vede la qualità, che pensiamo che ci sia, si aspetta. E la sintonia con la proprietà aiuta, c’è un programma che funziona. C’è stata armonia anche nei momenti difficili”.

Maldini sul ruolo di Stefano Pioli nel Milan: “Pioli ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio. Porta sensibilità, però anche intensità. Sembra un uomo pacato? È quello che si percepisce dall’esterno, ma assicuro che Pioli è sorprendente. Sa essere un martello a modo suo”.

Maldini sulla trasformazione di Franck Kessié: “Da giocatore e da capitano ero intransigente, però forse molte delle mie certezze calcistiche in questi due anni e mezzo da dirigente sono state abbattute. Parlo di come costruire una squadra e di come gestirla. A volte una carezza serve più di un rimprovero, non siamo tutti uguali. L’ho imparato in questi mesi. Franck ha dimostrato il suo amore per il Milan. Vuole riportare questo club in alto, come tanti altri qui nel club”.

Maldini sulla possibilità per Pioli di fare uno step nella sua carriera: “Credo sia un’opportunità per fare il salto, anche per lui. Tutti con lui stanno crescendo. Con il Milan è scattata una scintilla che forse con altri club non è scattata. Perché? Difficile dirlo, ma quando giocavo percepivo la differenza tra questo ed altri top club europei. Il Milan incute rispetto, forse proprio perché ha vinto e perso tanto”.

Maldini sul ruolo di Zlatan Ibrahimović e degli altri senatori nel Milan: “Sono importanti per favorire la crescita ed ora siamo più sicuri di quattro mesi fa. Per i giovani, vincere senza Ibrahimović, Simon Kjær, altri uomini fondamentali come Ismaël Bennacer e Rafael Leão è fondamentale. Favorisce l’autostima”.

Maldini su Rafael Leão: “Pensiamo che abbia un grande talento. Questa scommessa non è soltanto la scommessa del Milan, ma la sua. La qualità c’è ed è enorme”.

Maldini su Alexis Saelemaekers: “Spesso quando ingaggiamo giocatori molti si fanno condizionare dai nomi e dalle squadre di appartenenza. Quella di Saelemaekers è una bella storia, ma all’interno di questo Milan ce ne sono molte. Penso a Theo Hernández: sembrava che per lui fosse l’ultima possibilità dopo quella sprecata al Real Madrid, l’ultima chiamata. E la risposta c’è stata. Theo è un ragazzo per bene”.

Maldini sull’approdo di Mario Balotelli al Monza: “Sarebbe bello per lui, per Silvio Berlusconi, per Adriano Galliani, cogliere il ritorno in Serie A. Al Nizza Mario è andato bene, trovare stimoli in Serie B magari è difficile, ma vediamo. Gli auguro di riuscirci”.

Maldini su Matteo Gabbia: “La sua crescita è stata in parte una sorpresa. Non era facile immaginarlo nella coppia centrale del Milan, visto che era andato in prestito alla Lucchese e fluttuava tra due ruoli. Invece sta facendo progressi. Nessuno poteva immaginare che crescesse così tanto in così poco tempo”.

Maldini su suo figlio Daniel: “Peggio per me essere figlio di Cesare o per lui essere figlio di Paolo? Dovreste chiederlo a Daniel. Dal mio punto di vista essere figlio è peggio. Ci sono tante pressioni delle quali faresti volentieri a meno. Era così anche per me e credo sia così anche per Daniel. Dovrà trovare la sua maniera per elaborare le pressioni”.

Maldini sul suo ruolo da dirigente: “Le prove non finiscono mai. Anche qualche discussione interna aiuta a crescere. Sono stato chiamato da Leonardo che mi ha insegnato tante cose. A me pareva di non incidere, mentre lui mi diceva ‘non sai quanto conta una tua parola detta ad un procuratore’. Sono stati anni importanti per apprendere quello che serve in una professione diversa”.

Maldini su cosa lo ha stupito in questo Milan: “Onestamente i numeri sono impressionanti, ma io avevo già visto segnali di crescita prima che cominciasse la scia di imbattibilità”.

Maldini sull’Europa League: “Abbiamo combattuto tanto per giocarla. Sarebbe sciocco disinteressarsene adesso”.

Maldini sulle tre big del calcio italiano in vetta alla Serie A. Non accadeva dal 2002 … “Se il Milan non avesse fatto un exploit nelle prime dieci partite, il resto sembrerebbe perfettamente normale. Non ci vedo nulla di nuovo”.

Maldini sull’osare pronunciare la parola ‘Scudetto’: “Ripeto che ai miei chiedo sempre ambizione ed entusiasmo. Sono le parole chiave. E poi questo è un club speciale”.

Maldini su Diego Armando Maradona: “All’inizio mi sono sentito un po’ vuoto. Ma c’è tanta bellezza da rivedere nei documentari in tv. Diego trasmetteva e trasmetterà sempre la gioia del calcio, perché amava davvero il pallone. E noi non dobbiamo giudicarlo, ma soltanto ricordare la sua grandezza in campo”.

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Immenso Paolo.
 

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Maldini sul 2020 d’oro del Milan: “Lo dicono i risultati del 2020, che sono oggettivi, ma la nostra stagione adesso si snoda nell’arco di due anni. E non abbiamo un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima volta. Ci siamo qualificati in Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

Maldini sull’obiettivo Scudetto: “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Ai calciatori chiedo sempre di essere ambiziosi. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile”.

Maldini sulle difficoltà iniziali di Inter e Juventus: “Dall’Inter mi aspetto una grande crescita. La Juventus ha un allenatore giovane e logicamente bisogna assorbire metodi nuovi. Juventus, Inter, ma anche Napoli lotteranno per lo Scudetto. E noi non ci faremo da parte”.

Maldini sulle squadre più temute per il titolo: “Per me non c’è differenza. Penso al nostro percorso. Noi andiamo per la nostra strada. Questo è un club che ha abituato tutti ad alti e bassi. È un club che è andato due volte in Serie B, a volte le risalite sono state improvvise e fragorose come i tonfi. È un club imperfetto, ma particolare. Ed è capace di riprendersi più in fretta del previsto”.

Maldini sui numeri soddisfacenti del progetto Milan: “Non andiamo a caccia di record, andiamo a caccia di risultati. Contro la Sampdoria la squadra ha offerto un’altra prova di maturità, nonostante le assenze. I giovani non vanno giudicati, vanno aspettati. Se si vede la qualità, che pensiamo che ci sia, si aspetta. E la sintonia con la proprietà aiuta, c’è un programma che funziona. C’è stata armonia anche nei momenti difficili”.

Maldini sul ruolo di Stefano Pioli nel Milan: “Pioli ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio. Porta sensibilità, però anche intensità. Sembra un uomo pacato? È quello che si percepisce dall’esterno, ma assicuro che Pioli è sorprendente. Sa essere un martello a modo suo”.

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Maldini sulla possibilità per Pioli di fare uno step nella sua carriera: “Credo sia un’opportunità per fare il salto, anche per lui. Tutti con lui stanno crescendo. Con il Milan è scattata una scintilla che forse con altri club non è scattata. Perché? Difficile dirlo, ma quando giocavo percepivo la differenza tra questo ed altri top club europei. Il Milan incute rispetto, forse proprio perché ha vinto e perso tanto”.

Maldini sul ruolo di Zlatan Ibrahimović e degli altri senatori nel Milan: “Sono importanti per favorire la crescita ed ora siamo più sicuri di quattro mesi fa. Per i giovani, vincere senza Ibrahimović, Simon Kjær, altri uomini fondamentali come Ismaël Bennacer e Rafael Leão è fondamentale. Favorisce l’autostima”.

Maldini su Rafael Leão: “Pensiamo che abbia un grande talento. Questa scommessa non è soltanto la scommessa del Milan, ma la sua. La qualità c’è ed è enorme”.

Maldini su Alexis Saelemaekers: “Spesso quando ingaggiamo giocatori molti si fanno condizionare dai nomi e dalle squadre di appartenenza. Quella di Saelemaekers è una bella storia, ma all’interno di questo Milan ce ne sono molte. Penso a Theo Hernández: sembrava che per lui fosse l’ultima possibilità dopo quella sprecata al Real Madrid, l’ultima chiamata. E la risposta c’è stata. Theo è un ragazzo per bene”.

Maldini sull’approdo di Mario Balotelli al Monza: “Sarebbe bello per lui, per Silvio Berlusconi, per Adriano Galliani, cogliere il ritorno in Serie A. Al Nizza Mario è andato bene, trovare stimoli in Serie B magari è difficile, ma vediamo. Gli auguro di riuscirci”.

Maldini su Matteo Gabbia: “La sua crescita è stata in parte una sorpresa. Non era facile immaginarlo nella coppia centrale del Milan, visto che era andato in prestito alla Lucchese e fluttuava tra due ruoli. Invece sta facendo progressi. Nessuno poteva immaginare che crescesse così tanto in così poco tempo”.

Maldini su suo figlio Daniel: “Peggio per me essere figlio di Cesare o per lui essere figlio di Paolo? Dovreste chiederlo a Daniel. Dal mio punto di vista essere figlio è peggio. Ci sono tante pressioni delle quali faresti volentieri a meno. Era così anche per me e credo sia così anche per Daniel. Dovrà trovare la sua maniera per elaborare le pressioni”.

Maldini sul suo ruolo da dirigente: “Le prove non finiscono mai. Anche qualche discussione interna aiuta a crescere. Sono stato chiamato da Leonardo che mi ha insegnato tante cose. A me pareva di non incidere, mentre lui mi diceva ‘non sai quanto conta una tua parola detta ad un procuratore’. Sono stati anni importanti per apprendere quello che serve in una professione diversa”.

Maldini su cosa lo ha stupito in questo Milan: “Onestamente i numeri sono impressionanti, ma io avevo già visto segnali di crescita prima che cominciasse la scia di imbattibilità”.

Maldini sull’Europa League: “Abbiamo combattuto tanto per giocarla. Sarebbe sciocco disinteressarsene adesso”.

Maldini sulle tre big del calcio italiano in vetta alla Serie A. Non accadeva dal 2002 … “Se il Milan non avesse fatto un exploit nelle prime dieci partite, il resto sembrerebbe perfettamente normale. Non ci vedo nulla di nuovo”.

Maldini sull’osare pronunciare la parola ‘Scudetto’: “Ripeto che ai miei chiedo sempre ambizione ed entusiasmo. Sono le parole chiave. E poi questo è un club speciale”.

Maldini su Diego Armando Maradona: “All’inizio mi sono sentito un po’ vuoto. Ma c’è tanta bellezza da rivedere nei documentari in tv. Diego trasmetteva e trasmetterà sempre la gioia del calcio, perché amava davvero il pallone. E noi non dobbiamo giudicarlo, ma soltanto ricordare la sua grandezza in campo”.

Maldini sul regalo di Natale per i tifosi del Milan: “Cosa vorrei regalare ai tifosi? Un ritorno allo stadio. È un grande peccato non averli con noi. Anche quando erano solo mille si sentiva nell’aria. Spero che torneremo presto ad un calcio senza vuoti in tribuna”

Bisogna vincee.

Maldini sa cos'è il Milan, a differenza dei tanti colletti bianchi.
 

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Paolo Maldini alla GDS in edicola:"Non andiamo a caccia di statistiche da migliorare, ma di successi. Sinceramente non mi aspettavo una striscia di imbattibilità tanto lunga in campionato, ma avevo già visto i segnali in gennaio, prima che il mondo si fermasse”.


Maldini sul 2020 d’oro del Milan: “Lo dicono i risultati del 2020, che sono oggettivi, ma la nostra stagione adesso si snoda nell’arco di due anni. E non abbiamo un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima volta. Ci siamo qualificati in Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

Maldini sull’obiettivo Scudetto: “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Ai calciatori chiedo sempre di essere ambiziosi. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile”.

Maldini sulle difficoltà iniziali di Inter e Juventus: “Dall’Inter mi aspetto una grande crescita. La Juventus ha un allenatore giovane e logicamente bisogna assorbire metodi nuovi. Juventus, Inter, ma anche Napoli lotteranno per lo Scudetto. E noi non ci faremo da parte”.

Maldini sulle squadre più temute per il titolo: “Per me non c’è differenza. Penso al nostro percorso. Noi andiamo per la nostra strada. Questo è un club che ha abituato tutti ad alti e bassi. È un club che è andato due volte in Serie B, a volte le risalite sono state improvvise e fragorose come i tonfi. È un club imperfetto, ma particolare. Ed è capace di riprendersi più in fretta del previsto”.

Maldini sui numeri soddisfacenti del progetto Milan: “Non andiamo a caccia di record, andiamo a caccia di risultati. Contro la Sampdoria la squadra ha offerto un’altra prova di maturità, nonostante le assenze. I giovani non vanno giudicati, vanno aspettati. Se si vede la qualità, che pensiamo che ci sia, si aspetta. E la sintonia con la proprietà aiuta, c’è un programma che funziona. C’è stata armonia anche nei momenti difficili”.

Maldini sul ruolo di Stefano Pioli nel Milan: “Pioli ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio. Porta sensibilità, però anche intensità. Sembra un uomo pacato? È quello che si percepisce dall’esterno, ma assicuro che Pioli è sorprendente. Sa essere un martello a modo suo”.

Maldini sulla trasformazione di Franck Kessié: “Da giocatore e da capitano ero intransigente, però forse molte delle mie certezze calcistiche in questi due anni e mezzo da dirigente sono state abbattute. Parlo di come costruire una squadra e di come gestirla. A volte una carezza serve più di un rimprovero, non siamo tutti uguali. L’ho imparato in questi mesi. Franck ha dimostrato il suo amore per il Milan. Vuole riportare questo club in alto, come tanti altri qui nel club”.

Maldini sulla possibilità per Pioli di fare uno step nella sua carriera: “Credo sia un’opportunità per fare il salto, anche per lui. Tutti con lui stanno crescendo. Con il Milan è scattata una scintilla che forse con altri club non è scattata. Perché? Difficile dirlo, ma quando giocavo percepivo la differenza tra questo ed altri top club europei. Il Milan incute rispetto, forse proprio perché ha vinto e perso tanto”.

Maldini sul ruolo di Zlatan Ibrahimović e degli altri senatori nel Milan: “Sono importanti per favorire la crescita ed ora siamo più sicuri di quattro mesi fa. Per i giovani, vincere senza Ibrahimović, Simon Kjær, altri uomini fondamentali come Ismaël Bennacer e Rafael Leão è fondamentale. Favorisce l’autostima”.

Maldini su Rafael Leão: “Pensiamo che abbia un grande talento. Questa scommessa non è soltanto la scommessa del Milan, ma la sua. La qualità c’è ed è enorme”.

Maldini su Alexis Saelemaekers: “Spesso quando ingaggiamo giocatori molti si fanno condizionare dai nomi e dalle squadre di appartenenza. Quella di Saelemaekers è una bella storia, ma all’interno di questo Milan ce ne sono molte. Penso a Theo Hernández: sembrava che per lui fosse l’ultima possibilità dopo quella sprecata al Real Madrid, l’ultima chiamata. E la risposta c’è stata. Theo è un ragazzo per bene”.

Maldini sull’approdo di Mario Balotelli al Monza: “Sarebbe bello per lui, per Silvio Berlusconi, per Adriano Galliani, cogliere il ritorno in Serie A. Al Nizza Mario è andato bene, trovare stimoli in Serie B magari è difficile, ma vediamo. Gli auguro di riuscirci”.

Maldini su Matteo Gabbia: “La sua crescita è stata in parte una sorpresa. Non era facile immaginarlo nella coppia centrale del Milan, visto che era andato in prestito alla Lucchese e fluttuava tra due ruoli. Invece sta facendo progressi. Nessuno poteva immaginare che crescesse così tanto in così poco tempo”.

Maldini su suo figlio Daniel: “Peggio per me essere figlio di Cesare o per lui essere figlio di Paolo? Dovreste chiederlo a Daniel. Dal mio punto di vista essere figlio è peggio. Ci sono tante pressioni delle quali faresti volentieri a meno. Era così anche per me e credo sia così anche per Daniel. Dovrà trovare la sua maniera per elaborare le pressioni”.

Maldini sul suo ruolo da dirigente: “Le prove non finiscono mai. Anche qualche discussione interna aiuta a crescere. Sono stato chiamato da Leonardo che mi ha insegnato tante cose. A me pareva di non incidere, mentre lui mi diceva ‘non sai quanto conta una tua parola detta ad un procuratore’. Sono stati anni importanti per apprendere quello che serve in una professione diversa”.

Maldini su cosa lo ha stupito in questo Milan: “Onestamente i numeri sono impressionanti, ma io avevo già visto segnali di crescita prima che cominciasse la scia di imbattibilità”.

Maldini sull’Europa League: “Abbiamo combattuto tanto per giocarla. Sarebbe sciocco disinteressarsene adesso”.

Maldini sulle tre big del calcio italiano in vetta alla Serie A. Non accadeva dal 2002 … “Se il Milan non avesse fatto un exploit nelle prime dieci partite, il resto sembrerebbe perfettamente normale. Non ci vedo nulla di nuovo”.

Maldini sull’osare pronunciare la parola ‘Scudetto’: “Ripeto che ai miei chiedo sempre ambizione ed entusiasmo. Sono le parole chiave. E poi questo è un club speciale”.

Maldini su Diego Armando Maradona: “All’inizio mi sono sentito un po’ vuoto. Ma c’è tanta bellezza da rivedere nei documentari in tv. Diego trasmetteva e trasmetterà sempre la gioia del calcio, perché amava davvero il pallone. E noi non dobbiamo giudicarlo, ma soltanto ricordare la sua grandezza in campo”.

Maldini sul regalo di Natale per i tifosi del Milan: “Cosa vorrei regalare ai tifosi? Un ritorno allo stadio. È un grande peccato non averli con noi. Anche quando erano solo mille si sentiva nell’aria. Spero che torneremo presto ad un calcio senza vuoti in tribuna”

Bellissima anche la frecciata di classe a Balotelli.
 

Igor91

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Paolo Maldini alla GDS in edicola:"Non andiamo a caccia di statistiche da migliorare, ma di successi. Sinceramente non mi aspettavo una striscia di imbattibilità tanto lunga in campionato, ma avevo già visto i segnali in gennaio, prima che il mondo si fermasse”.


Maldini sul 2020 d’oro del Milan: “Lo dicono i risultati del 2020, che sono oggettivi, ma la nostra stagione adesso si snoda nell’arco di due anni. E non abbiamo un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima volta. Ci siamo qualificati in Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

Maldini sull’obiettivo Scudetto: “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Ai calciatori chiedo sempre di essere ambiziosi. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile”.

Maldini sulle difficoltà iniziali di Inter e Juventus: “Dall’Inter mi aspetto una grande crescita. La Juventus ha un allenatore giovane e logicamente bisogna assorbire metodi nuovi. Juventus, Inter, ma anche Napoli lotteranno per lo Scudetto. E noi non ci faremo da parte”.

Maldini sulle squadre più temute per il titolo: “Per me non c’è differenza. Penso al nostro percorso. Noi andiamo per la nostra strada. Questo è un club che ha abituato tutti ad alti e bassi. È un club che è andato due volte in Serie B, a volte le risalite sono state improvvise e fragorose come i tonfi. È un club imperfetto, ma particolare. Ed è capace di riprendersi più in fretta del previsto”.

Maldini sui numeri soddisfacenti del progetto Milan: “Non andiamo a caccia di record, andiamo a caccia di risultati. Contro la Sampdoria la squadra ha offerto un’altra prova di maturità, nonostante le assenze. I giovani non vanno giudicati, vanno aspettati. Se si vede la qualità, che pensiamo che ci sia, si aspetta. E la sintonia con la proprietà aiuta, c’è un programma che funziona. C’è stata armonia anche nei momenti difficili”.

Maldini sul ruolo di Stefano Pioli nel Milan: “Pioli ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio. Porta sensibilità, però anche intensità. Sembra un uomo pacato? È quello che si percepisce dall’esterno, ma assicuro che Pioli è sorprendente. Sa essere un martello a modo suo”.

Maldini sulla trasformazione di Franck Kessié: “Da giocatore e da capitano ero intransigente, però forse molte delle mie certezze calcistiche in questi due anni e mezzo da dirigente sono state abbattute. Parlo di come costruire una squadra e di come gestirla. A volte una carezza serve più di un rimprovero, non siamo tutti uguali. L’ho imparato in questi mesi. Franck ha dimostrato il suo amore per il Milan. Vuole riportare questo club in alto, come tanti altri qui nel club”.

Maldini sulla possibilità per Pioli di fare uno step nella sua carriera: “Credo sia un’opportunità per fare il salto, anche per lui. Tutti con lui stanno crescendo. Con il Milan è scattata una scintilla che forse con altri club non è scattata. Perché? Difficile dirlo, ma quando giocavo percepivo la differenza tra questo ed altri top club europei. Il Milan incute rispetto, forse proprio perché ha vinto e perso tanto”.

Maldini sul ruolo di Zlatan Ibrahimović e degli altri senatori nel Milan: “Sono importanti per favorire la crescita ed ora siamo più sicuri di quattro mesi fa. Per i giovani, vincere senza Ibrahimović, Simon Kjær, altri uomini fondamentali come Ismaël Bennacer e Rafael Leão è fondamentale. Favorisce l’autostima”.

Maldini su Rafael Leão: “Pensiamo che abbia un grande talento. Questa scommessa non è soltanto la scommessa del Milan, ma la sua. La qualità c’è ed è enorme”.

Maldini su Alexis Saelemaekers: “Spesso quando ingaggiamo giocatori molti si fanno condizionare dai nomi e dalle squadre di appartenenza. Quella di Saelemaekers è una bella storia, ma all’interno di questo Milan ce ne sono molte. Penso a Theo Hernández: sembrava che per lui fosse l’ultima possibilità dopo quella sprecata al Real Madrid, l’ultima chiamata. E la risposta c’è stata. Theo è un ragazzo per bene”.

Maldini sull’approdo di Mario Balotelli al Monza: “Sarebbe bello per lui, per Silvio Berlusconi, per Adriano Galliani, cogliere il ritorno in Serie A. Al Nizza Mario è andato bene, trovare stimoli in Serie B magari è difficile, ma vediamo. Gli auguro di riuscirci”.

Maldini su Matteo Gabbia: “La sua crescita è stata in parte una sorpresa. Non era facile immaginarlo nella coppia centrale del Milan, visto che era andato in prestito alla Lucchese e fluttuava tra due ruoli. Invece sta facendo progressi. Nessuno poteva immaginare che crescesse così tanto in così poco tempo”.

Maldini su suo figlio Daniel: “Peggio per me essere figlio di Cesare o per lui essere figlio di Paolo? Dovreste chiederlo a Daniel. Dal mio punto di vista essere figlio è peggio. Ci sono tante pressioni delle quali faresti volentieri a meno. Era così anche per me e credo sia così anche per Daniel. Dovrà trovare la sua maniera per elaborare le pressioni”.

Maldini sul suo ruolo da dirigente: “Le prove non finiscono mai. Anche qualche discussione interna aiuta a crescere. Sono stato chiamato da Leonardo che mi ha insegnato tante cose. A me pareva di non incidere, mentre lui mi diceva ‘non sai quanto conta una tua parola detta ad un procuratore’. Sono stati anni importanti per apprendere quello che serve in una professione diversa”.

Maldini su cosa lo ha stupito in questo Milan: “Onestamente i numeri sono impressionanti, ma io avevo già visto segnali di crescita prima che cominciasse la scia di imbattibilità”.

Maldini sull’Europa League: “Abbiamo combattuto tanto per giocarla. Sarebbe sciocco disinteressarsene adesso”.

Maldini sulle tre big del calcio italiano in vetta alla Serie A. Non accadeva dal 2002 … “Se il Milan non avesse fatto un exploit nelle prime dieci partite, il resto sembrerebbe perfettamente normale. Non ci vedo nulla di nuovo”.

Maldini sull’osare pronunciare la parola ‘Scudetto’: “Ripeto che ai miei chiedo sempre ambizione ed entusiasmo. Sono le parole chiave. E poi questo è un club speciale”.

Maldini su Diego Armando Maradona: “All’inizio mi sono sentito un po’ vuoto. Ma c’è tanta bellezza da rivedere nei documentari in tv. Diego trasmetteva e trasmetterà sempre la gioia del calcio, perché amava davvero il pallone. E noi non dobbiamo giudicarlo, ma soltanto ricordare la sua grandezza in campo”.

Maldini sul regalo di Natale per i tifosi del Milan: “Cosa vorrei regalare ai tifosi? Un ritorno allo stadio. È un grande peccato non averli con noi. Anche quando erano solo mille si sentiva nell’aria. Spero che torneremo presto ad un calcio senza vuoti in tribuna”

Ma siamo sicuri che tutti i successi dipendano in gran parte da Ibra??
Io sentissi parlare Maldini tutti i giorni, gli avversari li mangerei, e inftati i nostri ragazzi..
 

bmb

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Paolo Maldini alla GDS in edicola:"Non andiamo a caccia di statistiche da migliorare, ma di successi. Sinceramente non mi aspettavo una striscia di imbattibilità tanto lunga in campionato, ma avevo già visto i segnali in gennaio, prima che il mondo si fermasse”.


Maldini sul 2020 d’oro del Milan: “Lo dicono i risultati del 2020, che sono oggettivi, ma la nostra stagione adesso si snoda nell’arco di due anni. E non abbiamo un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima volta. Ci siamo qualificati in Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

Maldini sull’obiettivo Scudetto: “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Ai calciatori chiedo sempre di essere ambiziosi. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile”.

Maldini sulle difficoltà iniziali di Inter e Juventus: “Dall’Inter mi aspetto una grande crescita. La Juventus ha un allenatore giovane e logicamente bisogna assorbire metodi nuovi. Juventus, Inter, ma anche Napoli lotteranno per lo Scudetto. E noi non ci faremo da parte”.

Maldini sulle squadre più temute per il titolo: “Per me non c’è differenza. Penso al nostro percorso. Noi andiamo per la nostra strada. Questo è un club che ha abituato tutti ad alti e bassi. È un club che è andato due volte in Serie B, a volte le risalite sono state improvvise e fragorose come i tonfi. È un club imperfetto, ma particolare. Ed è capace di riprendersi più in fretta del previsto”.

Maldini sui numeri soddisfacenti del progetto Milan: “Non andiamo a caccia di record, andiamo a caccia di risultati. Contro la Sampdoria la squadra ha offerto un’altra prova di maturità, nonostante le assenze. I giovani non vanno giudicati, vanno aspettati. Se si vede la qualità, che pensiamo che ci sia, si aspetta. E la sintonia con la proprietà aiuta, c’è un programma che funziona. C’è stata armonia anche nei momenti difficili”.

Maldini sul ruolo di Stefano Pioli nel Milan: “Pioli ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio. Porta sensibilità, però anche intensità. Sembra un uomo pacato? È quello che si percepisce dall’esterno, ma assicuro che Pioli è sorprendente. Sa essere un martello a modo suo”.

Maldini sulla trasformazione di Franck Kessié: “Da giocatore e da capitano ero intransigente, però forse molte delle mie certezze calcistiche in questi due anni e mezzo da dirigente sono state abbattute. Parlo di come costruire una squadra e di come gestirla. A volte una carezza serve più di un rimprovero, non siamo tutti uguali. L’ho imparato in questi mesi. Franck ha dimostrato il suo amore per il Milan. Vuole riportare questo club in alto, come tanti altri qui nel club”.

Maldini sulla possibilità per Pioli di fare uno step nella sua carriera: “Credo sia un’opportunità per fare il salto, anche per lui. Tutti con lui stanno crescendo. Con il Milan è scattata una scintilla che forse con altri club non è scattata. Perché? Difficile dirlo, ma quando giocavo percepivo la differenza tra questo ed altri top club europei. Il Milan incute rispetto, forse proprio perché ha vinto e perso tanto”.

Maldini sul ruolo di Zlatan Ibrahimović e degli altri senatori nel Milan: “Sono importanti per favorire la crescita ed ora siamo più sicuri di quattro mesi fa. Per i giovani, vincere senza Ibrahimović, Simon Kjær, altri uomini fondamentali come Ismaël Bennacer e Rafael Leão è fondamentale. Favorisce l’autostima”.

Maldini su Rafael Leão: “Pensiamo che abbia un grande talento. Questa scommessa non è soltanto la scommessa del Milan, ma la sua. La qualità c’è ed è enorme”.

Maldini su Alexis Saelemaekers: “Spesso quando ingaggiamo giocatori molti si fanno condizionare dai nomi e dalle squadre di appartenenza. Quella di Saelemaekers è una bella storia, ma all’interno di questo Milan ce ne sono molte. Penso a Theo Hernández: sembrava che per lui fosse l’ultima possibilità dopo quella sprecata al Real Madrid, l’ultima chiamata. E la risposta c’è stata. Theo è un ragazzo per bene”.

Maldini sull’approdo di Mario Balotelli al Monza: “Sarebbe bello per lui, per Silvio Berlusconi, per Adriano Galliani, cogliere il ritorno in Serie A. Al Nizza Mario è andato bene, trovare stimoli in Serie B magari è difficile, ma vediamo. Gli auguro di riuscirci”.

Maldini su Matteo Gabbia: “La sua crescita è stata in parte una sorpresa. Non era facile immaginarlo nella coppia centrale del Milan, visto che era andato in prestito alla Lucchese e fluttuava tra due ruoli. Invece sta facendo progressi. Nessuno poteva immaginare che crescesse così tanto in così poco tempo”.

Maldini su suo figlio Daniel: “Peggio per me essere figlio di Cesare o per lui essere figlio di Paolo? Dovreste chiederlo a Daniel. Dal mio punto di vista essere figlio è peggio. Ci sono tante pressioni delle quali faresti volentieri a meno. Era così anche per me e credo sia così anche per Daniel. Dovrà trovare la sua maniera per elaborare le pressioni”.

Maldini sul suo ruolo da dirigente: “Le prove non finiscono mai. Anche qualche discussione interna aiuta a crescere. Sono stato chiamato da Leonardo che mi ha insegnato tante cose. A me pareva di non incidere, mentre lui mi diceva ‘non sai quanto conta una tua parola detta ad un procuratore’. Sono stati anni importanti per apprendere quello che serve in una professione diversa”.

Maldini su cosa lo ha stupito in questo Milan: “Onestamente i numeri sono impressionanti, ma io avevo già visto segnali di crescita prima che cominciasse la scia di imbattibilità”.

Maldini sull’Europa League: “Abbiamo combattuto tanto per giocarla. Sarebbe sciocco disinteressarsene adesso”.

Maldini sulle tre big del calcio italiano in vetta alla Serie A. Non accadeva dal 2002 … “Se il Milan non avesse fatto un exploit nelle prime dieci partite, il resto sembrerebbe perfettamente normale. Non ci vedo nulla di nuovo”.

Maldini sull’osare pronunciare la parola ‘Scudetto’: “Ripeto che ai miei chiedo sempre ambizione ed entusiasmo. Sono le parole chiave. E poi questo è un club speciale”.

Maldini su Diego Armando Maradona: “All’inizio mi sono sentito un po’ vuoto. Ma c’è tanta bellezza da rivedere nei documentari in tv. Diego trasmetteva e trasmetterà sempre la gioia del calcio, perché amava davvero il pallone. E noi non dobbiamo giudicarlo, ma soltanto ricordare la sua grandezza in campo”.

Maldini sul regalo di Natale per i tifosi del Milan: “Cosa vorrei regalare ai tifosi? Un ritorno allo stadio. È un grande peccato non averli con noi. Anche quando erano solo mille si sentiva nell’aria. Spero che torneremo presto ad un calcio senza vuoti in tribuna”

Chissà se quei 4 sfi*gati che lo fischiarono quel pomeriggio leggeranno questa che può essere definita "La Bibbia del Milanismo".
 

Djerry

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L'ansia da prestazione e l'esigenza di tornare a vincere ha fatto perdere la bussola a molti tifosi anche al di fuori dei falliti che si erano messi di traverso all'epoca perché Paolo non gli faceva regali e favori.
E quindi anche molti tifosi al di fuori della patologica curva hanno fatto l'errore di individuare in Maldini uno dei tanti che in questi anni hanno fallito e falliranno nel riportare il Milan al vertice, solo per pochi mesi senza risultati o per fesserie tipo Ibiza.

Perdendo di vista il fatto che è in realtà il primo ed unico garante che abbiamo, come persona e come storia, l'unico di cui ci si può fidare anche e persino se sbaglia tutto o se deve imparare il ruolo, perché sai già che metterà passione infinita ed orgoglio per rimediare il prima possibile.

Per fare il tifo servono certezze in positivo, non criticare sempre tutto e tutti e portare negatività. Saltare sul carro di Paolo era un dovere immediato di tutti noi, anche criticando se necessario ma non perdendo mai la stima e la fiducia.
Chi non l'ha fatto subito può sempre rimediare perché si vince tutti insieme, ma è ovvio che chi si è seduto in prima fila si gode lo spettacolo migliore.

E per il mio modo di vedere il calcio, più cerebrale che istintivo, questa lucidità e profondità intellettuale nelle sue parole e nelle sue interviste sono tutto quello che cerco nel mio riferimento all'interno di una passione come il Milan.
 

Zenos

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"Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso”.

A me questa cosa mette un angoscia. Se la proprietà non si pone obiettivi sportivi come pensiamo di poter davvero fare il grande salto?certo siamo una squadra solida,giovane ma se non siamo supportati ci mettiamo poco a tornare nell'oblio.
Chiaro,siamo in mano a degli usurai che non aspettano altro di costruire uno stadio ma anche qui,ad oggi,sembra di dover scalare l Everest a mani nude.
Ovviamente per adesso mi godo il momento.
 
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