Nel giorno del lutto di un giocatore per un appassionato di calcio dovrebbe esserci solo il cordoglio come fu per gli appassionati di Motociclismo per Simoncelli.
Premettendo questo dico solo che lo sport quindi anche il calcio dovrebbe portare valori positivi e non trovo niente di positivo giocare delle partite quando 4 società di calcio piangono un ragazzo che hanno avuto con loro (Milan, Cagliari, Roma e Fiorentina) e soprattutto quando decine e decine di giocatori sono sotto traumatizzati per la morte di un loro amico.
Voi mi direte giustamente "se muore un operaio la fabbrica non chiude" si vero, sacrosanto, la fabbrica non chiude perché produce materie prime o materiali che altre aziende aspettano all'azienda ed è fattore di produzione per un paese, si chiama forza lavoro. Ma in quella fabbrica per un giorno si lavora malissimo con le lacrime agli occhi e ne paga anche la stessa produzione.
Il calcio non produce un bene se non la passione di tifosi (anche se fa girare l'economia di un paese, in Italia il calcio muove 700 M di euro l'anno) ed è uno sport e posso anche capire che anche se prendono 100 volte più di un qualsiasi operaio anche loro hanno diritto di stare malissimo per la morte di un loro amico o collega e anche loro come l'operaio che lavorerà male per tutto il giorno loro giocheranno una partita malissimo. Quindi essendo questo uno sport che deve dare valori umani, non mi pare sia molto umano racchiudere il dolore di persone milionarie ma sempre persone in un minuto di silenzio, vederli piangere durante tale minuto in TV, magari vedere anche errori in partita dei suddetti falsando anche le gare.
Quindi penso sia stato giusto non giocare delle partite di calcio.
Sono stati i diretti interessati a decidere che oggi non era il caso di giocare e i poteri alti non hanno saputo dire di no, dopo aver valutato tutti gli aspetti del caso.
Tutto ciò che tu osservi e fai notare è giustissimo : nel caso oggi si fosse giocato per molti non sarebbe stata una partita normale perchè il coinvolgimento emotivo era tanto e in molti conoscevano Astori per averci giocato assieme.
Si è deciso che oggi era giusto piangere il ragazzo ma lo si doveva fare fermando il pallone.
In passato e anche per vicende ben più gravi (la morte è sempre grave, non mi fraintendere) si è deciso comunque di giocare, ricordo ad esempio quella notte dell'11 settembre 2001 durante la quale la uefa decise di disputare comunque le gare di champions per tutta una serie di motivi, non per ultimo per motivi di ordine pubblico.
In quell'occasione il clima era surreale, come surreali furono le partite ma si decise cosi quasi per lanciare un messaggio ma anche , ovviamente, per motivi economici.
Oggi il calcio italiano ha optato per fermarsi ma in tutta franchezza se i diretti interessati avessero deciso di giocare e di onorare l'impegno, di ricordare un loro collega e amico giocando e onorando lo sport io non credo ci sarebbe stato da scandalizzarsi.
Davide amava il calcio e ci giocava con passione da quando era un ragazzino, non credo sarebbe stato fatto un torto se i suoi colleghi avessero giocato.
Non so cosa ne sarebbe venuto fuori come prodotto calcistico, forse sarebbe stata la giornata del buonismo e dei ricordi ma in un mondo che vive di immagine, di consensi , di apparenza forse anche salutare un amico giocando al gioco che lui amava non sarebbe stato offensivo.
Si poteva giocare per Davide, su tutti i campi.
Ma comunque sia, qualunque sia le decisione presa, io non mi sento di condannarla perchè la reazione al dolore è intima e personale.
Non mi scandalizzo nemmeno che qua sul sito ognuno la pensi a modo suo.
E' giusto cosi.