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Ci sono due cose da tenere in considerazione, IMHO:
1) il dominio mediatico della Juventus/Agnelli, che fa sì che partano sviolinate per gente mediocre come il Maestro allenatore o per il grande contributo (???) di CR7 alla Juventus, che nella realtà dei fatti non ha né influito dal punto di vista calcistico, così come non ci riuscì Higuaìn visto che gli scudetti li hanno vinti anche con Càceres o Krasic, e né dal punto di vista economico, dove anzi sta dando loro sempre più problemi di bilancio ogni anno che passa. Lo stesso dominio che invece fa sì che si minimizzi l'impatto dal punto di vista della personalità che Ibrahimovic ha dato alla squadra.
Basti pensare al Chalanoglu leader in campo ieri sera. Lo stesso Chala che qua dentro chiamavamo "la turca" e che era un giocatore troppo timido per giocare in un club come il nostro.
C'è una chiara subalternità dei media allo strapotere degli Agnelli. Subalternità che prima era controbilanciata da Berlusconi, mentre adesso non c'è più.
2) Dopo dieci anni di vergogne anch'io considero ancora il Milan una squadretta. Sia chiaro, non è un demerito. Ma anzi, è proprio la dimensione che io aspettavo raggiungessimo.
Io, ma anche altri qui dentro, dicevamo sempre che uno dei problemi del Milan era proprio il fatto che non ci si rendeva conto di non essere più il club top di un tempo, e che le nostre avversarie erano davvero la Fiorentina o il Sassuolo.
Solo una volta preso coscienza dei nostri limiti, sia economici che tecnici, avremmo potuto migliorare.
E secondo me è proprio quello che è successo: ci siamo resi conto che siamo una squadretta. E stiamo lavorando con quello che abbiamo, dando tutto quello che abbiamo da dare. Stiamo pensando a vincere la partita, non a vincere lo scudetto. Stiamo pensando a far bene giorno per giorno, non a dimostrare i frutti di spese folli sul mercato. Questo è stato l'errore del duo Fassone-Mirabelli. Prima prendevamo i Biglia, oggi prendiamo i Theo Hernandez.
Prima mancavamo di umiltà, come club e come tifoseria. Adesso ne abbiamo abbastanza da poter far bene. Da poter crescere e poter migliorare.
E va bene se non siamo nella lista delle favorite. Non dobbiamo esserlo. Noi siamo gli outsider. Siamo quelli che stanno costruendo adesso, e che potrebbero un domani aprire un ciclo vincente che riporti gloria al calcio italiano. Ma dobbiamo stare con i piedi per terra.
Vinceremo il campionato o lo vincerà qualcun'altro? Non lo so. Sono valutazioni che faccio alla fine del campionato, non adesso. Adesso è presto per tutti.
L'unica cosa che a me interessa è che ci sia una programmazione. Un progetto, con una chiara volontà di tornare grandi, ma con la consapevolezza di non esserlo nell'attuale.
Bel commento.
Riguardo al punto uno, faccio una considerazione: in Italia ci sono più tifosi della Juve che della Nazionale. Oltre un tifoso su due è juventino ormai.
Questo determina i palinsesti, la scelta degli opinionisti e più in generale l'orientamento dei media, che in fondo fanno solo il proprio interesse. Deprecabile quanto si vuole, ma anche tutto sommato logico.
Riguardo al punto due, con me sfondi una porta aperta. Per me il segreto di tutto e stato ripartire senza il fardello, finalmente, di voler dimostrare che siamo il Milan. Quando abbiamo iniziato a lavorare senza obiettivi, senza pretese, senza pressioni, in silenzio ma con grande competenza i risultati sono arrivati. Io nel nostro stile vedo tanto di Maldini. Questo Milan secondo me è sua immagine adesso. Anche Pioli poi, naturalmente, e una rosa giovane e umile hanno inciso, è evidente, con la mentalità di Ibra che ha innescato il cambiamento.