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Repubblica: la richiesta di rinvio a giudizio dei vertici societari, ormai dimissionari, l’effetto domino sul calcio italino e il rischio di esclusione dalle coppe: l’inchiesta che coinvolge la Juventus promette di sconvolgere il mondo del pallone. Dopo la Consob, la procura di Torino e quella della Figc, sui conti del club ha aperto un procedimento anche la Uefa. In una nota ufficiale, l’organo di controllo finanziario della federazione europea (Cfcb) comunica: “La prima sezione ha avviato un’indagine sulla Juventus. Coopererà con le autorità nazionali e si con- centrerà sulle presunte violazioni finanziarie recentemente rese pubbliche”.
Se i procedimenti dovessero accertare che la Juventus ha mes- so a bilancio dati falsi, la Uefa potrebbe annullare l’accordo firmato con il club lo scorso agosto, che prevedeva il pagamento di 3,5 mln per compensare lo scostamento di bilancio tra il 2019 e il 2022. Nel dettaglio, nel caso in cui la situazione finanziaria del club fosse significativamente diversa da quella comunicata alla Uefa al momento della conclusione dell’accordo, “la Cfcb si riserva il diritto di rescindere l’accordo stesso, intraprendere qualsiasi azione legale ritenuta opportuna e imporre misure disciplinari in conformità con le regole procedurali Uefa applicabili”. In pratica, l’istituzione di Nyon potrebbe mettere in campo nei confronti del club un’ampia gamma di sanzioni, economiche e sportive, a seconda della gravità dei fatti accertati. Per violazioni molto gravi, oltre a multe consistenti, sarebbe ipotizzabile anche l’esclusione dalle coppe europee.
Ieri intanto sono state firmate e depositate dai magistrati della procura di Torino le richieste di rinvio a giudizio per Andrea Agnelli, presidente dimissionario della Juventus, altre undici persone, e la società bianconera. Dovranno difendersi dalle accuse notificate il 24 ottobre: plusvalenze fittizie per 155 milioni, comunicazione di perdite di esercizio inferiori a quelle reali, notizie false sulla manovra relativa agli stipendi.
«Gestire i momenti di negatività è importante», ha raccontato ieri Allegri nel seminario tenuto all’Università politecnica delle Marche, quasi un manifesto del momento del club: «Questi momenti vanno gestiti con lucidità, rimanendo un po’ staccati dagli aspetti emozionali». Nel frattempo gli scenari potrebbero mutare sensibilmente, sia per la Juventus che per altri club eventualmente coinvolti nell’inchiesta, come spiegato dal ministro dello Sport Andrea Abodi: «La situazione della Juventus è la punta estrema e, per certi versi, anche clamorosa, di un fenomeno su cui non possiamo voltarci dall’altra parte. Probabilmente la Juve non è l’unica». Leggendo le carte emergono criticità che coinvolgono club italiani e stranieri che con i bianconeri avevano un rapporto di “collaborazione e di partnership”: Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese ma anche Grosseto, Parma, Pisa, Monza, Cosenza, Pescara, Genoa e le straniere Lugano, Basilea, Marsiglia e Sion.
La GDS in edicola
Se i procedimenti dovessero accertare che la Juventus ha mes- so a bilancio dati falsi, la Uefa potrebbe annullare l’accordo firmato con il club lo scorso agosto, che prevedeva il pagamento di 3,5 mln per compensare lo scostamento di bilancio tra il 2019 e il 2022. Nel dettaglio, nel caso in cui la situazione finanziaria del club fosse significativamente diversa da quella comunicata alla Uefa al momento della conclusione dell’accordo, “la Cfcb si riserva il diritto di rescindere l’accordo stesso, intraprendere qualsiasi azione legale ritenuta opportuna e imporre misure disciplinari in conformità con le regole procedurali Uefa applicabili”. In pratica, l’istituzione di Nyon potrebbe mettere in campo nei confronti del club un’ampia gamma di sanzioni, economiche e sportive, a seconda della gravità dei fatti accertati. Per violazioni molto gravi, oltre a multe consistenti, sarebbe ipotizzabile anche l’esclusione dalle coppe europee.
Ieri intanto sono state firmate e depositate dai magistrati della procura di Torino le richieste di rinvio a giudizio per Andrea Agnelli, presidente dimissionario della Juventus, altre undici persone, e la società bianconera. Dovranno difendersi dalle accuse notificate il 24 ottobre: plusvalenze fittizie per 155 milioni, comunicazione di perdite di esercizio inferiori a quelle reali, notizie false sulla manovra relativa agli stipendi.
«Gestire i momenti di negatività è importante», ha raccontato ieri Allegri nel seminario tenuto all’Università politecnica delle Marche, quasi un manifesto del momento del club: «Questi momenti vanno gestiti con lucidità, rimanendo un po’ staccati dagli aspetti emozionali». Nel frattempo gli scenari potrebbero mutare sensibilmente, sia per la Juventus che per altri club eventualmente coinvolti nell’inchiesta, come spiegato dal ministro dello Sport Andrea Abodi: «La situazione della Juventus è la punta estrema e, per certi versi, anche clamorosa, di un fenomeno su cui non possiamo voltarci dall’altra parte. Probabilmente la Juve non è l’unica». Leggendo le carte emergono criticità che coinvolgono club italiani e stranieri che con i bianconeri avevano un rapporto di “collaborazione e di partnership”: Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese ma anche Grosseto, Parma, Pisa, Monza, Cosenza, Pescara, Genoa e le straniere Lugano, Basilea, Marsiglia e Sion.
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