Non mi piace Gazidis, non gli perdonerò mai come ha trattato un milanista vero come Zvone e come ha sabotato la nostra qualificazione in Champions facendo saltare l'arrivo di Zlatan già nel 2019. Non mi piace la sua politica oltranzista dei giovani a prescindere e tutta la retorica perbenista inascoltabile. Avrei preferito di gran lunga al suo posto Umberto Gandini.
Detto questo, non capisco le critiche onestamente. Gazidis, così come tutti gli altri dirigenti dei migliori club europei, incluso Marotta, cioè il sogno bagnato di molti qui dentro, è entrato in una Superlega che ci avrebbe consentito un incremento di fatturato che altrimenti ci metteremmo 10 anni a raggiungere. Tra l'altro non è neanche da escludere che questo piano gli sia stato imposto dalla proprietà per poi rivendere lo "slot" Milan della Superlega al miglior offerente. Che cosa avrebbe dovuto fare? Se fosse rimasto fuori richiamandosi ai valori dello sport sano e competitivo sarebbe stato ricoperto di insulti dagli stessi che ora chiedono la sua testa. Gazidis, pur fallendo, ha cercato di rendere il Milan più competitivo e di riavvicinarlo al blasone che gli spetta e per questo non mi sento di criticarlo.
Saremmo stati sparring partner delle big europee? Magari sì, magari no, nessuno può saperlo ma quello che ci aspetta di sicuro è molto peggio. Se i nostri obiettivi da quarto posto si chiamano Scamacca e D'Ambrosio, allora capisco la tentazione di andare all in e di esporsi anche ad una figura barbina, come è effettivamente successo.