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Secondo il quotidiano israeliano Maariv oggi, il governo israeliano ha presentato agli Stati Uniti il suo piano post bellico per la gestione palestinese.
-fase 1: governo militare israeliano a Gaza per gestire aiuti umanitari e popolazione civile
-fase 2: creazione di una coalizione internazionale araba tra cui figurano Arabia Saudita, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Bahrain tra gli altri
-fase 3: istituzione di una "nuova autorità palestinese" con soggetti non compromessi con Hamas e non facenti parte delle guardie di Abu Mazen.
A questo punto il governo militare si scioglierà, ma Tel Aviv avrà la possibilità in qualunque momento di intervenire qualora esistano problemi di sicurezza nazionale urgenti
-fase 4: riforma totale dell'amministrazione in Cisgiordania, fino ai testi di studio a scuola per disincentiva contiguità con terrorismo e non formarne futuri adepti. Durerà tra due e quattro anni
-fase 5: qualora tutte le precedenti fasi saranno andate a buon fine, allora Tel Aviv riconoscerà uno stato palestinese innanzitutto nei territori della "nuova autorità palestinese" poi discuterà anche di aggiungervi dei territori posseduti oggi dai coloni israeliani
La perdita dell'alleato saudita, passato ufficialmente tra i BRICS, è stato uno dei grandi fallimenti esteri dell'amministrazione Biden.
Riportare in qualche modo in ottica occidentale Riyad sarebbe sicuramente di interesse per Washington, il punto è a che a prezzo e se i BRICS lo permetterebbero ovviamente.
Inoltre Israele necessita di un'alternativa rotta commerciale, visti i problemi del commercio marittimo per gli attacchi Houthi.
Netanyahu, da scaltro esperto uomo di governo, lavora su più tavoli e soprattutto non si espone mai personalmente così in caso di fallimento di un piano non sia mai lui ad aver fallito ma qualcuno dei suoi confidenti collaboratori.
In questo piano ad esempio sono attivi uomini d'affari e il suo intimo amico Ron Dermer.
C'è già il precedente del decennio scorso con "il canale di Londra", con cui Netanyahu trattò con Abu Mazen tramite il suo amico avvocato Malcho, e che portarono alla trattativa del segretario di stato Kerry su come sarebbe stato riconosciuto lo stato palestinese a cui ANP non ha mai aderito
-fase 1: governo militare israeliano a Gaza per gestire aiuti umanitari e popolazione civile
-fase 2: creazione di una coalizione internazionale araba tra cui figurano Arabia Saudita, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Bahrain tra gli altri
-fase 3: istituzione di una "nuova autorità palestinese" con soggetti non compromessi con Hamas e non facenti parte delle guardie di Abu Mazen.
A questo punto il governo militare si scioglierà, ma Tel Aviv avrà la possibilità in qualunque momento di intervenire qualora esistano problemi di sicurezza nazionale urgenti
-fase 4: riforma totale dell'amministrazione in Cisgiordania, fino ai testi di studio a scuola per disincentiva contiguità con terrorismo e non formarne futuri adepti. Durerà tra due e quattro anni
-fase 5: qualora tutte le precedenti fasi saranno andate a buon fine, allora Tel Aviv riconoscerà uno stato palestinese innanzitutto nei territori della "nuova autorità palestinese" poi discuterà anche di aggiungervi dei territori posseduti oggi dai coloni israeliani
La perdita dell'alleato saudita, passato ufficialmente tra i BRICS, è stato uno dei grandi fallimenti esteri dell'amministrazione Biden.
Riportare in qualche modo in ottica occidentale Riyad sarebbe sicuramente di interesse per Washington, il punto è a che a prezzo e se i BRICS lo permetterebbero ovviamente.
Inoltre Israele necessita di un'alternativa rotta commerciale, visti i problemi del commercio marittimo per gli attacchi Houthi.
Netanyahu, da scaltro esperto uomo di governo, lavora su più tavoli e soprattutto non si espone mai personalmente così in caso di fallimento di un piano non sia mai lui ad aver fallito ma qualcuno dei suoi confidenti collaboratori.
In questo piano ad esempio sono attivi uomini d'affari e il suo intimo amico Ron Dermer.
C'è già il precedente del decennio scorso con "il canale di Londra", con cui Netanyahu trattò con Abu Mazen tramite il suo amico avvocato Malcho, e che portarono alla trattativa del segretario di stato Kerry su come sarebbe stato riconosciuto lo stato palestinese a cui ANP non ha mai aderito