Ognuno legge ciò che più lo aggrada.
Non conosco le opere ma faccio considerazioni di metodo.
Non è che Alpozzi sia un fine ricercatore accademico, con pari grado che vagliano e commentano il suo lavoro, eh!
Il suo curriculum non è garanzia in tal senso.
Veramente è considerato un riferimento nel tema, considerando che non solo tiene conferenze ed è conosciuto in tutto il mondo, anche e soprattutto tra intellettuali somali ed eritrei, ma ha persino recentemente recensito negativamente la mostra coloniale tenutasi a Torino, portando a scuse ufficiali da parte degli organizzatori.
Oltretutto le sue opere si basano su fonti e documenti storici pubblici.
Non basta leggere i libri, ma anche verificarne l’attendibilità.
Perché se fai il ricercatore fai solo quello.
Poi scrive anche romanzi storici.
Il che ci porta sulla Storia Narrativa.
Genere di tutto rispetto. Ma quello rimane.
Veramente non ha scritto romanzi storici, semmai una prefazione su un romanzo di Saccani, chiamato I prigionieri del Sole.
Perdonami Milanoide, però le ricerche su Google fatte su due piedi giusto per rispondere ai post non valgono.
I libri vanno acquistati prima di recensire gli autori.
La collana Bugie Coloniali, Romanamente, quelle sull’architettura in Eritrea e nel Corno d’Africa ecc. sono libri storici con fon
Considera che stai parlando con uno che le opere le ha tutte, e sono pronto a smentirti portandoti gli screen shot dei libri.
Ho studiato Storia Contemporanea con studioso di questi argomenti e la sua posizione era che non esiste un Colonialismo bonario.
Dipende sempre dalle fonti che usi a sostegno delle tue tesi.
I documenti storici e le dichiarazioni di politici dell’epoca, sia italiani antifascisti come Brusasca, che gli stessi Hailè Selassiè e Siad Barre, smentiscono la narrazione ufficiale su cui i libri di scuola sono stati scritti.
Milanoide, quando si fa ricerca storica, ci si basa su fatti, atti pubblici e dichiarazioni di persone che l’epoca l’hanno vissuta.
Non libri universitari o scolastici.
E ripeto: che le cose siano andate come ho descritto non è un’opinione discutibile. Sono fatti, basati su documenti protocollati e atti pubblici.
Il resto sono chiacchiere ideologizzate.
Del Boca parimenti non era un Accademico.
Delle distorsioni interpretative di Del Boca leggo i commenti sparsi qui e là. Alla fine, più che falsità sembra aver scritto verità parziali, secondo una sua personale presa di posizione.
Contestava le violazioni del diritto italiane e non metteva in rilievo quelle degli aggrediti.
Insomma, aveva delle tesi preconcette che assecondava.
Un po' come qualcuno qui dentro che interpreta sempre tutto secondo un'unica chiave interpretativa.
Non è assolutamente vero.
Del Boca ha volutamente falsificato le citazioni su cui si basava, scrivendo nei suoi libri il contrario di ciò che le fonti affermavano.
Non è una interpretazione, è falsificazione.
Se tu scrivi che gli italiani lasciavano scalzi gli africani, mentre le scarpe se le tenevano per loro, non stai interpretando nulla. Stai scrivendo falsità, specialmente se la citazione usata diceva il contrario. E soprattutto perché non porti prove a sostegno delle tesi.
Il mio professore citava e corroborava la tesi di Del Boca sull uso dei gas vescicanti da parte degli italiani. A quei tempi Montanelli diceva che lui in quei luoghi c'era stato in divisa e di gas non ne aveva visto punto.
Montanelli Gervaso. Altro esempio di Storia Narrativa che è e rimane sempre meglio che niente.
Ma permetti che un Luciano Canfora o una Eva Cantarella hanno tutto un altro spessore, al netto di quali possano essere i loro orientamenti politici?
Ribadisco quanto ti ho detto sopra: la Storia la si descrive con le prove. Non con le chiacchiere.
Le chiacchiere le fai al comizio politico.
Alberto Alpozzi si è sempre detto pronto al confronto pubblico con chi la pensava diversamente.
Ed è sempre andato a tutte le manifestazioni culturali sul colonialismo.
E nessuno mai di questi signori di spessore ha mai accettato confronti in tal senso. Fatti due domande.
Dal punto di vista metodologico la ricerca storica e sociologica espone a rischi enormi.
E si può solo tentare di schivare gli inevitabili tranelli e pregiudizi di chi affronta un argomento.
Infatti è proprio questo il problema. L’ideologia.
Per un evento descritto in una riga di un manuale vi sono sottese migliaia di pagine di ricerche e documenti.
Che però i documenti storici sottoscrivono quello che ti sto dicendo io e quanto descritto da Alberto Alpozzi.
Ma sicuramente hai ragione tu e il tuo professore eh, mica l’Imperatore d’Etiopia che con gli italiani ci ha fatto una guerra.
Dio mio…
Quindi, in sintesi, al netto del tribalismo e delle difficoltà di quei luoghi, abbiamo seguito le potenze europee nella politica di potenza.
Se tutti ci volevano così bene e se militarmente gli italiani erano sempre i migliori come si spiegano alcune disfatte epocali?
Ma che discorsi fai?
Gli Stati Uniti sono considerati il più forte esercito del mondo, eppure hanno una sequenza di sconfitte militari da record assoluto.
Quindi sono scarsoni anche loro, secondo il tuo ragionamento.
Citami un solo esercito tra le potenze moderne che ha accumulato solo vittorie e nessuna sconfitta, per favore.
E se un incivile africano ti combatte come ultima risorsa con le pallottole ad espansione, tu civilissimo europeo ti senti intitolato a usare un gas vescicante?
È questa la civiltà che porti?
La civiltà che è stata portata è stata basata sulla costruzione di opere, sulla resa dei campi fertili nel deserto, sull’abolizione di schiavitù e madamato, sull’istruzione delle popolazioni e sulla lotta alle malattie portate in quei posti.
Ripeto: mentre fate chiacchiere la Somalia era il Paese più ricco e prospero dell’Africa al momento della sua indipendenza, dopo l’AFIS.
E l’AFIS fu una richiesta degli stessi somali. Tanto per chiarirci.
Ma naturalmente i somali non hanno spessore in queste vicende, mica sono figuri dell’intellighenzia della sinistra italiana.
E Gheddafi, quello che quando era in vena di farti sentire in colpa indossava la maglietta di Omar Al Mukthar?
E allora?
Ci andava bene perché ci ha permesso di guadagnare in investimenti, in fornitura di idrocarburi e ha controllato il traffico dei migranti.
Ed era un nostro protetto, tra l’altro. Fini a che non abbiamo deciso di calare le braghe agli statunitensi e ai francesi.
Delle magliette che indossava non me ne può fregar di meno.