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Considerando in maniera estremamente ottimistica un ipotetica data di inizio carriera lavorativa a 20 anni, fino a 60 per semplificare abbiamo oggi il 52% circa di popolazione in età lavorativa che deve farsi carico del restante 48% ....non serve che ti spieghi che il 5% della popolazione totale, percettori del RDC, fanno parte quasi per intero della fascia in età lavorativa.guarda anche io la pensavo come te. Ma poi mi sono andato a vedere un pò di numeri e ho visto che:
- i percettori del reddito di cittadinanza sono 1,1 milioni di famiglie che rappresentano 2,5 milioni di persone, nemmeno il 5% della popolazione
- ha un csoto di 9 miliardi, ovvero anche qui parliamo di meno del 2% del budget dello stato
Io sono il primo a non avere interesse da questa legge, visto che pago un botto di imposte e tasse e lavoro da quando sono nato ma è indubbio che serva una forma di assistenza per le fasce più povere.
Ci sarà qualche furbetto del quartierino o scansafatica, ma le statistiche ci dicono che il 5% della popolazione è effettivamente poverissima in Italia, la maggior parte penso non abusino di questa legge. Poi possiamo rimodularla, rivedere gli importi (troppo alti, disicentivo al lavoro) e i tempi di erogazione, i controlli..concordo, soprattutto sui singoli che dovrebbero prendere meno e per tempi più brevi. Anzi una forma di assistenza simile andrebbe introdotta per tutti, anche per viene licenziato e sostituire le burocratiche casse integrazioni.
Ma un Paese con enormi divari tra ricchi e poveri è un paese destinato alla rovina, a maggiore criminalità, a conflitti sociali. Insomma, io penso che possiamo investire il 2% per le fasce più povere della popolazione.
Le statistiche non dicono nulla assolutamente, il perenne 10% di disoccupati, dato pressochè simile da anni e anni è formato in larghissima parte da chi vive di contratti stagionali e poi riposa un paio di mesi o più foraggiato dallo stato attraverso la disoccupazione... con la penuria di forza lavoro che c'è in giro questa cosa è inaccettabile.