Vedo spesso commenti su Israele o USA che in conflitti datati o recenti avrebbero fatto figuracce.
Vorrei ricordare che sono Stati con una opinione pubblica che ad un certo punto era molto divisa.
Inoltre, la retorica "democratica" per quanto ipocrita e molto propensa al doppio pesismo, finisce col frenare l'impeto militare.
Tradotto: se ad esempio in Vietnam gli USA avessero voluto veramente vincere, nessuno gli avrebbe impedito di usare bombe atomiche anziché Napalm e bombardamenti convenzionali. Idem in Afghanistan.
Certo armi atomiche su territori sconfinati e poco densamente popolati non sembrano scelte militarmente razionali.
Ma in patria si trovavano con delle "zecche pacifiste, proto-piddine", che con una stampa di opposizione rendevano la continuazione di certe politiche di potenza sempre più difficili nel lungo periodo.
Quando troppi ragazzi tornano a casa in un sacco, che sia dal Vietnam, dall'Afghanistan o dalla Cecenia, dopo un po' diventa politicamente insostenibile. E dall'altra parte ci sta sempre un nemico per il quale la vittoria consiste semplicemente nel non perdere, nel logorare all'infinito l'invasore.
Alcune iniziative militari potrebbero anche essere propedeutiche alla soluzione di conflitti di lunga data, ma oltre a vincere la guerra, devi poi vincere la pace. Devi sapere cosa fare dopo ed impegnarti a farlo per decenni.
Aver denazificato la Germania e dato un'altra via di sviluppo al Giappone è stato, a consuntivo, un grande risultato.
A proposito dell'Iran, per quanto siano uno Stato diviso in fazioni ed etnie, la Islamic Repubblic pur/grazie a sanzioni perenni ha comunque costruito molto.
Essere attaccati lì unisce.
Ma non voler vedere che da decenni approvvigionavano tecnologia e materiali strategici con un preciso obiettivo in testa, Israele, e che da decenni coltivavano guerre di attrito attraverso intermediari vari, senza mai esporsi troppo e direttamente, eheh anche quella cosa lì la puoi etichettare come furbizia vigliaccheria.
Non considerare una quarantennale retorica anti israeliana parossistica, mi sembra disonestà intellettuale.
Ogni Stato è libero di scegliersi le sue politiche, gli amici e nemici.
Comunque la si pensi su Israele, è stata la elite iraniana da Khomeini in poi a mettere la nazione iraniana su questa rotta di collisione.
Fa parte della loro storia considerarsi vittime di soprusi, sempre nel giusto e che questo li abbia via, via purificati in attesa del loro momento di riscossa storico.
I casus belli sono spesso tragicamente falsi e ridicoli, ma è il clima che precede i conflitti quello che conta.
I vertici militari e paramilitari iraniani eliminati il primo giorno erano presenti a turno un giorno si è l'altro pure, da 10 anni, sulla stampa nazionale a minacciare "a crushing response" se Israele avesse osato attaccare.
Israele da parte sua ha visto tutto attorno arrivare i fiammiferi, la legna, carote, sedano e cipolla, olio... Ha deciso di non essere il pasto sacrificale.
Ci va di mezzo la gente normale.