Che sia il migliore è fuor di dubbio dal momento che è stato premiato come miglior giocatore del campionato della scorsa stagione, in più è cercato dei top club di mezza Europa, onestamente farei come lui, perchè dovrei sbattermi se poi chi ha i soldi non vuole darmi quanto valgo?
Io sono dell'idea che invece non lo cerchi davvero nessuno, altrimenti secondo me se ne sarebbe già andato via.
Si dice che il City abbia messo sul piatto 120 milioni per averlo. Non penso che gente come Elliott e Cardinale avrebbero vacillato, soprattutto considerando che si rischia di perderlo a zero.
E tu Leao sei ancora convinto di rimanere al Milan in Serie A, anziché andare al City in Premier e puntare magari alla Champions?
Non ci credo manco se lo vedo.
Il problema di Leao è che stato dipinto come un fenomeno quando non lo è mai stato.
Sicuramente è un buon giocatore e ha degli sprazzi da fuoriclasse.
Ma questo non basta per essere un fenomeno. E i top club queste cose le sanno bene, perché i fenomeni veri li hanno in rosa.
Ecco perché poi, come Kessié, questa gente finisce per fare panchina.
Se tu vedessi colleghi in ufficio prendere 5k di stipendio al mese e tu, (elogiato da tutti) invece ne prendessi solo 800, con che spirito lavoreresti? Diresti "cerco di impegnarmi di più per provare a meritarmeli" o diresti "perchè devo sbattermi più di quello che si prende 5k se a me ne danno solo 800 nonostante sia uno dei migliori dipendenti e se mi gira posso tranquillamente andare in un altra azienda che me ne può garantire 8 o 9k?"
A me è successo davvero, agli inizi della mia carriera lavorativa. I miei colleghi prendevano molto più di me e valevano neanche un ventesimo, al punto che io da neo assunto avevo risolto problematiche che loro per anni non riuscivano a capire.
E ho continuato a prendere meno di gente tecnicamente inferiore anche negli anni successivi, sempre nella stessa azienda.
Morale della favola? Ho sempre cercato di essere un professionista esemplare ovunque andassi e tutti i clienti da cui ho lavorato mi chiamavano di notte, senza essere reperibile, per aiutarli e mi facevano offerte di lavoro per diventare un loro dipendente.
Alla fine ho dato le dimissioni, ma sono rimasto un professionista fino all'ultimo minuto dell'ultimo giorno, aiutando un mio collega più giovane nel passaggio di consegne e seguendolo passo passo.
Partecipavo pure ai meeting arrabbiandomi come se fossi ancora un dipendente, sebbene avessi potuto tirare i remi in barca e fottermene.
Il mio capo di allora, con la quale siamo rimasti amici e ci sentiamo ancora oggi su Whatsapp per parlare di cazzate e scambiarci meme, mi disse che non aveva mai conosciuto una persona che durante il preavviso lavorasse tanto quanto durante la normale vita lavorativa e mi fece i complimenti per la professionalità.
Questo non per vantarmi, eh. Non me ne frega nulla, sia chiaro.
Il punto però è: se sei un professionista lo sei SEMPRE. Non quando le cose vanno bene.
Facile lamentarsi della Pubblica Amministrazione fatta di lavativi, di politici assenteisti ecc. se poi ci comportiamo alla stessa maniera.
Se un posto non ti piace, dai le dimissioni e te ne vai. Non ti metti a rubare lo stipendio, perché altrimenti non saresti migliore delle persone che ti hanno fatto quel contratto pessimo.
La mia professoressa di Greco e Latino diceva sempre: per poter affrontare situazioni ed esprimere giudizi, bisogna essere inattaccabili.