Non è così semplice, bisogna prendere in esame diversi fattori come Key biodiversity areas, invasive impact/area, fragilità ecosistemica, connettività ambientale, e modellare (entro un po' nel tecnico perché lo faccio di lavoro)
Alcune specie entrano e soppiantano in base a questi valori, e portano all'estinzione di altre, per dire i conigli/volpi/cammelli in Australia 200 anni fa o le carpe in Europa 500 anni fa, lì sono rimaste. I siluri come dicevano altri non ce li si toglie più e hanno praticamente portato all'estinzione l'anguilla europea. L'obiettivo dovrebbe essere sempre la salvaguardia della biodiversità perché garantisce un alto spettro di diversità e adattabilità appunto, e quindi di complessità della vita.
Un mondo con soli umani, formiche, scarafaggi, gatti, topi e gabbiani (esempio di specie iper resilienti) non gioca bene a favore della vita sul pianeta, compresa la nostra
Ci sono anche casi opposti, l'uomo che protegge i cormorani dopo una caccia estrema e questi che fanno rebound, si spostano per cambio climatico dalle coste alle acque dolci e ora sono una seria minaccia per i salmonidi autoctoni.
Ormai ci dobbiamo rassegnare che alcune specie non possono sopravvivere alla globalizzazione, ma conta che nella pianta mai scoperta che si estingue oggi in Malawi o il roditore in Guinea, poteva esserci la risposta al cancro o al virus di domani che si libererà dall'eccessivo uso di antibiotici negli allevamenti.
PS: non c'entra nulla, ma è per questo che non sopporterò mai gente come Trump. Il capitalismo deve implodere e con lui la sovrappopolazione e la guerra alle risorse, tutte le risposte sono nella natura che stiamo fagocitando in nome di questo sistema economico malato