Con Hugo sfondi una porta aperta... I Miserabili tocca una vetta raramente raggiunta dalla letteratura... E mi sono sempre chiesto perché mai a scuola come autore venga soltanto sfiorato, se non omesso del tutto (ma forse a quell'età non si è neppure in grado di comprenderlo appieno).
Caduta all'inferno e redenzione... Un uomo buono trasformato dalle ingiustizie della vita in un mostro e poi salvato da un piccolo gesto di un uomo di fede...
Uno dei primi romanzi interamente incentrato sugli "ultimi" della società e sulla miseria e per questo pure criticato ai tempi dalle elite.
Ricordo sempre la parte sui candelabri e sull'animo di Jean - da tempo ormai piegato al male - che va in pezzi di fronte ad un gesto di sincera bontà:
"Valjean pianse a lungo, pianse calde lacrime, pianse a singhiozzi, con più debolezza di una donna, con più spavento di un bimbo.
Mentre piangeva, la luce si faceva finalmente intera nel suo cervello, una luce straordinaria, una luce meravigliosa e terribile al tempo stesso.
La sua vita passata, il suo primo fallo, la sua espiazione, il suo abbrutimento esteriore, il suo indurimento interiore, la sua scarcerazione rallegrata da tanti pianti di vendetta, ciò che gli era successo dal Vescovo, l'ultima cosa che aveva fatto, quel furto di quaranta soldi ad un ragazzo, delitto tanto più vile e tanto più mostruoso in quanto veniva dopo il perdono del Vescovo, tutto ciò gli tornò dinnanzi e gli parve chiaramente, ma in una chiarezza mai conosciuta prima.
Guardò la sua vita, e gli parve orribile; la sua anima, e gli parve spaventosa. Tuttavia sorgeva un'alba di dolcezza su quella vita e su quell'anima. Gli sembrò di vedere Satana alla luce del Paradiso."
Mi emoziona ancora... Magnifique!