House of The Dragon (GOT prequel)

alexpozzi90

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Il mio punto non era tanto sul colore della pelle ma tanto per i colori dei capelli.. credevo che capelli super sayan = controllo dei draghi.
Comunque nel vecchio GOT sembra quasi che questi Targaynian avessero una miriade di draghi.. e dove sono? Per ora ce ne sono solo due non è che si contano sulle dita di una mano? Uno per ogni membro della famiglia?
Per ora abbiamo visto Syrax di Rhaenyra e Caraxes di Daemon, il re Viserys fu l'ultimo cavalcatore di Balerion (il drago nero di Aegon il conquistatore) e poi non si è più legato a nessun altro drago, poi

la principessa Rhaenys (la moglie del Sea Snake) cavalca un drago e pure i loro due figli in futuro, essendo di stirpe Targaryen. Non cito cavalcatori non ancora apparsi e anche l'esistenza di draghi che rimangono selvatici, dato che non so neanche se li mostreranno, visto che già solo quelli cavalcati sono parecchi nel source material e costa farli. XD

Mi lare abbiano detto che in totale nella serie se ne vedranno 17, di cui 9 nella prima stagione.
 
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Toby rosso nero

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Più tardi scriverò un post più approfondito ma per sull'episodio 3 dico:

tanta roba.
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Per me forse l'episodio migliore.

Ricordo la caccia reale di Robert Baratheon, ai tempi del budget nullo nella prima stagione. C'erano solo tre personaggi in mezzo al bosco.
Qui hanno ricreato una vera e propria caccia medievale, in larga scala.
E il re che si ubriaca era una trollata per far pensare che sarebbe finita allo stesso modo dell'altra volta.

Spero che non sia finita qui con i gemelli Lannister. Sono già arroganti come i futuri discendenti. Confido che daranno soddisfazioni.

Lo storpio degli Strong mi sa tanto di finto invalido in stile maestro Pycelle, ma non indago :asd:

La battaglia, per essere un'insignificante guerra nell'episodio 3, non poteva avere pathos.
E c'è da dire che io non amo i personaggi overpowered e con plot armor nel mondo di Game of Thrones.

Ma a questo punto all'inizio della serie ci sta, era per mostrare la follia di Daemon a cui non frega una cippa nemmeno di morire, meglio la morte che l'onta. E poi viene comunque colpito dalle frecce, se fosse stato mancato sarebbe stato totalmente irrealistico, ma così va bene.
Mi piace anche che i draghi, al momento, non siano così dannatamente potenti come quelli di Daenerys. Un manipolo di pirati è riuscito a tenere testa per anni. Ad ogni loro entrata in scena in GOT era game, set e match per Dany. Qui è giusto così, è un mondo che con i draghi ci convive e sa prendere le contromisure.
 

Toby rosso nero

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Martin se l'era legata proprio al dito...

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alexpozzi90

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Martin se l'era legata proprio al dito...

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Vabbé, ci sta, non sapevano sarebbe diventato un mega successo, già dalla season 2 con la battaglia delle acque nere si è visto subito il budget. Ora vabbé, ha lo status di cult/icona pop, quindi si spende e spande.

Parlando dell'episodio

In questo son passati 3 anni, il prossimo avrà poco salto temporale perché dalla preview il focus sarà il matrimonio della principessa (già in questo) e Daemon torna in città (ormai ha vinto). Tra l'altro il matrimonio di Rhaenyra è un altro dei punti chiave del futuro conflitto, stanno facendo un ottimo lavoro nell'hype building della guerra in tempo di pace:

Primo episodio - muore il principino, il fratello è un balordo, il re nomina la figlia erede, cosa potenzialmente esplosiva, ma si capisce che è legato alla profezia, roba che amano i Targaryen

Secondo episodio - passano 6 mesi e ci si aspetta che il re si risposi, ma lui sceglie di "affetto", rifiutando il match politico migliore (figlia della cugina), cadendo nelle trame del primo cavaliere (legittime quanto quelle di quell'altro, nessuno è buono o cattivo).

Terzo episodio - passano 3 anni e il re ha un figlio maschio e la moglie è ancora incinta, ovviamente i lord si aspettano che la principessa decada come erede e diventa succulente mira come lady di una delle casate maggiori (la madre stessa era la figlia di un Arryn e di una Targaryen, pratica normale e politicamente sensata), ma il re fa capire che lei rimane l'erede e la connessione con l'idea di profezia.
 
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Eccomi! Allora, incollo qui il pezzo che ho scritto su questo terzo episodio per il mio sito.

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"Dicono che i Targaryen siano più dei che uomini." La terza puntata di House of the Dragon, "Second of His Name", sembra costruita proprio intorno a questa credenza popolare di Westeros, confermandola e smentendola allo stesso tempo.

Ci troviamo sicuramente di fronte ad un episodio più lento rispetto ai primi due. "Second of His Name" è pieno di dialoghi, una puntata molto parlata e con poca (ma d'impatto) azione, concentrata all'inizio ed alla fine dell'episodio.

Tuttavia, questo terzo appuntamento con House of the Dragon ruota essenzialmente intorno a quelli che, finora, possiamo considerare i tre personaggi principali della serie: Viserys, Rhaenyra e Daemon Targaryen. Procediamo con ordine.

Re Viserys si conferma, per chi scrive, il miglior personaggio della serie fino a questo momento, sia per la scrittura di Ryan Condal, sia per, e ci tengo a sottolinearlo, per la prova attoriale di Paddy Considine, in grado di dare al personaggio uno spessore considerevolissimo. Viserys è il primo personaggio che smentisce la frase pronunciata dalla figlia Rhaenyra e che abbiamo riportato all'inizio dell'articolo. Una persona che ci viene rappresentata come tragica ed allo stesso tempo patetica. Un uomo palesemente inadatto a regnare, continuamente tirato da un lato all'altro, con l'ossessione di non scontentare nessuno. E proprio questo ultimo tratto è la rovina di Viserys, che ne esce tormentato, divorato dal dubbio per ogni decisione che prende, messo in crisi con la sola esistenza di un bambino, suo figlio Aegon. Tutto questo raggiunge il suo apice nella scena in cui lo vediamo ubriaco davanti al fuoco, probabilmente la miglior scena dell'episodio. In quei frangenti vediamo tutta l'umanità e la debolezza di Viserys venire a galla. Vediamo i dubbi sulla successione che lo tormentano ancora, a distanza di tre anni dalla scelta fatta di nominare la figlia come erede al Trono di Spade. In questa occasione vediamo quindi la smentita della frase iniziale. I Targaryen non sono affatto più dei che uomini. O almeno non lo è Re Viserys I.

Passiamo quindi a Rhaenyra. A seguito di questo time-skip troviamo la Principessa della Roccia del Drago in una situazione non certo piacevole. Rhaenyra in questi tre anni ha praticamente perso tutti, è rimasta (quasi) sola. Il padre è preso dalla nascita del tanto desiderato figlio maschio, quella che era la sua migliore amica è diventata la sua matrigna con il quale ha sviluppato un rapporto non più idilliaco e, cosa più importante, il resto dei lord di Westeros sembra ormai vederla come una pedina da accaparrarsi. Nella parte centrale di questo episodio, svolta in una battuta di caccia per festeggiare il secondo compleanno del principe Aegon, ci viene mostrato tutto lo stato di disagio in cui si trova Rhaenyra. Lei è consapevole che nessuno, pur essendo lei l'erede al Trono, si trova lì per festeggiarla. No, tutte le attenzioni sono per Aegon, il quale per tutti i lord è il vero e naturale erede. Rhaenyra è donna, non conta più ora che è nato il figlio maschio. E vediamo l'esplicazione di ciò nell'interazione della giovane principessa con Lord Jason Lannister, nel quale possiamo vedere come quest'ultimo, a tutti gli effetti, veda Rhaenyra come un trofeo da portarsi a Castel Granito. A tutto questo ovviamente va ad aggiungersi l'ormai pressante pensiero del matrimonio. Rhaenyra deve sposarsi per il bene della casata, come le fa notare inizialmente il padre, ma lei non ne vuole sapere, non vuole essere una pedina per i giochi politici. Decide quindi di prendere il cavallo ed andare via, seguita da quella che è forse l'unica persona che le è rimasta vicino (anche per dovere), Ser Criston Cole. Con il soldato della Guardia Reale, Rhaenyra sembra aprirsi, chiedendogli se il popolo l'accetterà mai come Regina. La risposta di Cole "saranno obbligati a farlo" ha un sottotesto che non fa altro che confermare quello che Rhaenyra già sospetta ed ha iniziato a vedere dalla nascita di Aegon: "non ti vogliono, ma saranno obbligati ad averti come Regina". Segue quindi la scena della carica del cinghiale, che la Principessa stessa finisce con una rabbia che sa tanto di sfogo. E prima di tornare all'accampamento, ecco un'altra scena chiave di questa puntata: la comparsa del cervo bianco a Rhaenyra. All'inizio dell'episodio, l'avvistamento di questo animale leggendario nel Bosco del Re viene fatto passare come un segnale divino, che il subdolo ser Otto Hightower non perde tempo ad accreditare al nipote Aegon. È chiaro che un segno come questo, nel giorno del secondo compleanno del principe, sia una palese indicazione che è lui il vero erede al trono. Tuttavia, quello che Viserys uccide con qualche difficoltà (un ulteriore segnale della sua debolezza), è un cervo comune, non il leggendario cervo bianco, che invece si manifesta a Rhaenyra che a sua volta decide di non ucciderlo. Ed è con questo simbolismo da "prescelto" che Rhaenyra incarna la nostra frase iniziale. Lei è più vicina agli dei che agli uomini perché scelta dal destino (e qui se vogliamo possiamo anche trovare un collegamento con la profezia di Aegon).

Ed infine, l'ultimo personaggio centrale di questo episodio, Daemon Targaryen. Il fratello del Re (con un Matt Smith sempre più convincente nel ruolo), lo vediamo solo alla fine ed all'inizio, impegnato ormai da diversi anni nella guerra nelle Stepstones, insieme a Lord Corlys Velaryon, contro i pirati comandanti dal Nutrigranchi. In questo episodio, Daemon ha avuto una sola battuta, eppure, il suo comportamento ci mostra come lui sia l'estremità esattamente opposta del fratello Viserys. Daemon Targaryen si sente davvero* più vicino agli dei che agli uomini, e lo dimostra la sua reazione quando riceve il messaggio dell'arrivo degli aiuti di Viserys. Perché in quella scena vediamo Daemon picchiare il messaggero? Semplice, perché il Principe Canaglia voleva e vuole vincere quella guerra da solo, senza l'aiuto del fratello, perché Daemon Targaryen si sente letteralmente dio. Ed arriviamo quindi all'ultima parte di questo terzo episodio, in cui Daemon piuttosto che subire l'onta dell'aiuto del fratello in quella che è la sua* guerra, decide di affrontare da solo il nemico, in quella che è a tutti gli effetti una missione suicida. Tutto questo finale di puntata (in cui forse si è messa un filo di plot armor o comunque una sensazione di "esagerazione" generale), è completamente realizzato in funzione della crescita del personaggio di Daemon e della sua affermazione. Lo stesso Nutrigranchi, un personaggio che ha ricevuto in una certa misura un mini build-up da villain, in realtà non lo è mai stato*, ma ha svolto ugualmente la sua funzione, ovvero quello di personaggio utile alla crescita di Daemon. E tutto ciò si sublima nella scena finale, dove vediamo Daemon emergere dalla caverna, come un dio o un eroe della mitologia classica, coperto di sangue e con il torso del Nutrigranchi.

Il terzo episodio di House of the Dragon serve quindi da morte e rinascita per i suoi tre personaggi principali*. Viserys, Rhaenyra e Daemon Targaryen iniziano la puntata in un modo, per poi finirlo in un altro, morendo per i personaggi che sono stati nel primo e nel secondo episodio, e rinascendo in quelli che saranno da ora in poi. I tre definiscono ognuno a modo suo e differentemente, quella frase che accompagna la Casata del Drago da secoli: "dicono che i Targaryen siano più dei che uomini".
 
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Butcher

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Per ora devo dire tanta roba. Mi sta piacendo molto ed è anche abbastanza fedele al libro (che comunque non essendo un romanzo da solo lo scheletro della storia).
Quindi ottimo.
 

Toby rosso nero

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Lasciate trombare in pace questa povera ragazza :asd:
E anche il buon Viserys ha le sue necessità nel cuore della notte.

Non è stato il mio episodio preferito, ma il livello resta altissimo.
 
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Rieccoci. Faccio come la settimana scorsa, ormai mi sa che userò questo metodo qui. Premessa: per quel che mi riguarda, miglior episodio fino ad ora.

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La scena iniziale che ci vede per la prima volta all’interno di Capo Tempesta è forse la più debole dell’episodio. Vediamo Rhaenyra, assolutamente il personaggio centrale di questa puntata, ospite di Lord Baratheon mentre una sfilza di pretendenti le sfila davanti per chiedere la sua mano. Ed è proprio qui che gli showrunner Miguel Sapochnik e Ryan Condal hanno inserito la prima chicca dell’episodio. Un confronto tra un Blackwood ed un Bracken che i lettori dei libri avranno sicuramente apprezzato data la secolare rivalità tra queste due casate, dalle quali in futuro nasceranno due personaggi importantissimi per il mondo di Westeros (chi ha letto i libri sa bene di cosa parliamo…). Tuttavia, la decisione di uccidere il lord o comunque erede dei Bracken è sembrata un qualcosa forse di eccessivo e non necessario. Va bene, si sarà voluto dare all’episodio la sua “dose di sangue”, ma atti come questo nei Sette Regni avrebbero delle gravi conseguenze. Ciò si era visto anche nel torneo avvenuto nel primo episodio, ed anche stavolta come allora, si è avuto la sensazione che le morti in questo contesto siano trattate con un po’ troppa leggerezza.

Intanto, Rhaenyra decide di concludere anzitempo la sua permanenza nelle Terre della Tempesta e di tornare ad Approdo del Re, dove assistiamo al ritorno di Daemon Targaryen a corte. Scopriamo che è passato un altro anno rispetto alla terza puntata mentre va in scena il primo confronto tra la Regina Alicent Hightower e Rhaenyra il cui rapporto sembra stare migliorando. Inizia in questo punto un lungo dualismo tra le due giovani ragazze che si protrarrà per tutta la parte centrale dell’episodio che approfondiremo più avanti. In seguito avviene anche un avvicinamento la stessa Principessa e lo zio Daemon. Il discorso ci va vedere come entrambi i personaggi siano maturati nello scorrere del tempo, affrontando anche il discorso del matrimonio in quello specifico contesto sociale. Se infatti Daemon afferma che “anche se ti sposi, puoi fare comunque quello che vuoi”, Rhaenyra ribatte che questo è valido in verità solo per gli uomini, e che per le donne il matrimonio è più una condanna a morte.

Ora, questa cosa non va assolutamente vista come un femminismo forzato, poiché perfettamente inserito nel contesto. Nel mondo di Martin così come nel nostro Medioevo, il ruolo della donna non era certamente molto diverso da quello descritto da Rhaenyra, ovvero “la tua funzione principale è fare figli.” Ma tornando alla puntata, è interessantissimo notare come da questo discorso si evinca che la stessa Principessa abbia paura di restare incinta, di vivere una vita come quella della madre, “condannata” a sua volta a dare un erede maschio a Viserys, finendo per rimetterci la vita. Palese inoltre la chimica tra zio e nipote, già accennata negli episodi precedenti (se ci fate caso, Daemon e Rhaenyra sono i personaggi che più spesso parlano tra di loro in alto valyriano, segno di confidenza, di complicità).

E così arriviamo alla parte centrale dell’episodio, la più importante e la più… bollente. Mentre Rhaenyra si traveste da paggio, (qui abbiamo la seconda degli sceneggiatori: fare vedere i passaggi segreti della Fortezza Rossa, più citati anche in GoT e mai visti), e va in giro per la città insieme allo zio Daemon, ecco vediamo anche l’apice del dualismo con Alicent di cui accennavamo prima. Ora fermiamoci qui con l’analisi scena per scena e concentriamoci sui personaggi.

In questa Rhaenyra, in un certo senso, matura, o per meglio dire, apre gli occhi e lo fa tramite un argomento scottante come il sesso, argomento centrale della puntata. Quello che vediamo nella scena del bordello è l’esatto capovolgimento delle convinzioni della Principessa espresse proprio allo zio al banchetto. Daemon fa capire alla nipote che il sesso non è solo dovere ma può essere anche piacere ( “qui tutti fanno quello che vogliono“, “qui tutti prendono quello che desiderano“). E il fratello fa esattamente questo, prende quello che desidera, ovvero la nipote. Perché sebbene inizialmente l’intento di Daemon fosse quello di screditare Rhaenyra in quanto ormai non cerca più l’approvazione del fratello ma è tutti gli effetti un agente del caos, è altrettanto vero che questo screditamento è attuato paradossalmente per prendersi e sposare lui la nipote. Daemon ha la conferma che Rhaenyra è attratta da lui, i due si baciano in una scena in cui si vede attrazione, desiderio, tangibile tensione sessuale, la chimica esplode, sono sul punto di fare sesso… ma lui si ferma. La domanda ovviamente sorge spontanea: perché Daemon si ferma? Non abbiamo una spiegazione chiara, ma secondo chi scrive i sentimenti hanno vinto sul piano. Daemon, che qui vediamo essere un personaggio totalmente emotivo ed istintivo, non riesce a prendere la verginità della nipote in quel ed in quel modo, proprio perché a lei ci tiene davvero.

E mentre tutto questo avviene, vediamo anche il contraltare di tutto ciò. Se osserviamo il sesso come piacere nelle scene di Rhaenyra e Daemon, contemporaneamente assistiamo al sesso come dovere di Alicent. La Regina si trova ad essere un “prigioniero politico”, vittima del suo status indotto dal padre, infelice, sola, nella personificazione di quello che Rhaenyra diceva al banchetto allo zio. In questo episodio, Alicent è esattamente ciò che Rhaenyra non vuole essere e non vuole diventare. E nel frattempo, se Daemon è andato via, a Rhaenyra ormai gli ormoni sono partiti. E così, quando torna alla Fortezza Rossa ecco la scena con Ser Criston Cole. Una scena totalmente diversa da quella di soli pochi minuti prima. Sebbene infatti Ser Criston sia attratto da Rhaenyra, i suoi dubbi sono evidenti e lo sono per quasi tutta la scena, con quella particolare inquadratura sul mantello bianco della Guardia Reale ad rappresentarne l’apice. Inoltre c’è meno passione, meno desiderio, più delicatezza… Alla luce di tutto questo, in questa scena vediamo infine l’importanza del sesso, che se nella scena tra Daemon e Rhaenyra è usato come mezzo di scoperta e di piacere, in quella tra la Principessa e la Guardia Reale viene invece usato come mezzo di libertà, di evoluzione.

Possiamo quindi dire che ne “Il Re del Mare Stretto”, il sesso ha avuto una funzione narrativa che servisse a far evolvere i personaggi (principalmente quello di Rhaenyra ed a proposito, un plauso a Milly Alcock che sia nella scena nel bordello che in quella con Ser Criston è riuscita rendere il personaggio estremamente sensuale e seducente), e non come mero “fanservice”.

Infine, nella parte finale vediamo le conseguenze di questa notte di delirio e follia ad Approdo del Re, con Rhaenyra che finisce per manipolare anche lei il padre, raggiungendo l’obiettivo di far allontanare Otto Hightower dalla posizione di Primo Cavaliere. Un accenno doveroso a Viserys, ormai sempre più decadente nel corpo e sempre più stanco. Ancora una volta Paddy Considine tira fuori un’interpretazione magistrale, con anche il suo personaggio che si evolve. La scena del confronto con il fratello è meravigliosa, e mostra un Viserys che finalmente tira fuori gli attributi e che chiarisce ad Otto come sia perfettamente consapevole di essere stato manipolato (peccato però che quest’ultima scena, così come quella del confronto con Rhaenyra, sia l’ennesima conferma di come il Re non sia proprio adatto a regnare…).

Per chiudere, un ultimo accenno alla profezia di Aegon che in questa puntata torna ad essere menzionata. Oltre a dare a Rhaenyra quell’aura da prescelta ed eroina che personalmente trovo fastidiosa, è evidente come questo elemento della storia non possa andare a coincidere con il finale della serie madre. C’è effettivamente poco da dire, possiamo solo ipotizzare che forse, il fantomatico sequel di Game of Thrones non sia soltanto un’idea strampalata dell’HBO…
 
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