Quello che non volete ficcarvi in testa voi bocconiani o filobocconiani è che non esiste l'economia pura, ma la Politica economica. NOn esiste l'optimum tecnico assoluto dell'economia, esistono scelte di politica economica guidate dall'ideologia. L'autosufficienza dei mercati in termini di allocazione delle risorse è IDEOLOGIA. Il terrore parossistico dell'inflazione anche a costo di generare disoccupazione strutturale è IDEOLOGIA. L'accettazione di un sistema in cui uno Stato è costretto ad indebitarsi sul mercato secondario a tassi usurai col rischio di fallire per mano di 4 speculatori è IDEOLOGIA. Il debito è un problema solo in questo sistema. Fino al 79 (SME-Divorzio Banca d'Italia) il debito era fermo attorno al 50% e nel frattempo avevamo fatto autostrade, edilizia popolare, cassa del mezzogiorno, avevamo le partecipazioni statali, cose che oggi ci sogniamo. Com'era stato possibile? Semplicemente lo Stato aveva il controllo sui tassi tramite il meccanismo di dipendenza della Banca d'Italia dal Tesoro. I tassi erano negativi (tassi reali inferiore all'inflazione) e, seppur con le problematiche connaturate ad ogni sistema a guida umana, il debito era sotto controllo, e in ogni caso il problema tecnico del fallimento non si poneva proprio dal punto di vista tecnico. Lo Stato aveva un conto corrente di Tesoreria con la Banca Centrale, e poteva richiedere un'anticipazione straordinaria del 15% (sotto il Fascismo era il 100%). Avevamo il controllo della circolazione dei capitali, che riduceva il rischio di speculazioni. Avevamo leggi che imponevano agli investitori stranieri di investire in Italia parte del ricavato di attività aperte sul territorio dello Stato. Primi al mondo per sviluppo economico per venti anni, quinta potenza mondiale, il tutto con la liretta e l'inflazione a due cifre. Poi ebbe inizio la battaglia IDEOLOGICA per sostituire al nostro modello economico costituzionale DIRIGISTA, il modello liberista monetarista delle multinazionali e della concorrenza. Si iniziò a strumentalizzare la problematica dell'inflazione per attuare politiche CONTRO IL LAVORO. Ed oggi eccoci qui, con pezzi di sovranità dispersi, a fare a gara a chi deflaziona di più per ottenere minori tassi di interessi, altrimenti si fallisce. Bel sistema.
"Governo tecnico->Riforme lacrime e sangue ora per benefici a lungo termine". Benefici tipo la perdita di 7 punti di PIL, il raddoppio del tasso di disoccupazione, il debito aumentato dal 120 al 132%. IL tutto per pareggiare il saldo delle partite correnti e far contenti i creditori tedeschi. Bella roba, ma veramente. Come pure, da Paese già in crisi, aderire al MES per una quota di 60 miliardi di euro (SESSANTA MILIARDI DI EURO), per dare soldi alla Grecia da girare alle banche tedesche. Chapeau veramente. Uno statista attento ai bisogni dei cittadini, quelli stranieri. Ma sì tanto che ce frega della disoccupazione alle stelle e dei redditi sotto terra, abbiamo l'inflazione zero e il pareggio di bilancio! L'idea del tecnicismo in politica è IL MALE. E' stata la scusa per sottrarre ai popoli europei prerogative democratiche sacrosante, ed assoggettarli agli interessi del grande capitale e della finanza internazionale. E' un'aberrazione rispetto a tutto quello che sta scritto nei manuali di Diritto Costituzionale del primo anno. La sovranità appartiene al popolo. Gli organi deliberanti rappresentano l'emanazione della volontà popolare (no taxation without representation). Non siamo nella Repubblica di Platone.
Vedi tu ne fai una gran guerra di tassi, quando io li ho tirati invece in ballo in maniera molto marginale.
Io ne faccio una questione di sostenibilità di mercato.
Se assumi nel pubblico 50 persone quando ne servono 20, fai debito cattivo. Che ci sia l'euro, la dracma, la scellino o la moneta del monopoli. Che tu possa stampare soldi o meno. E' debito cattivo, non è produttivo, è uno spreco.
E se fai una pensione che pagherà qualcun altro (e, attenzione bene, con qualcun altro non intendo "uno più ricco di te", anche se in parte è così, bensì tuo figlio) non fai una cosa giusta, non fai una cosa equilibrata, perché se l'economia globale entra in recessione PER UNA RAGIONE QUALSIASI (che sia l'euro, che sia una crisi petrolifera, che siano i marziani che invadono il mondo) a qualcuno il cerino resta in mano.
Vedi perfettamente che non parlo nè di delta esportazioni, né di politica monetaria, né di sovranità monetaria. Niente di tutto questo. Io faccio un discorso di una bassezza allucinante.
Nei vent'anni in cui abbiamo fatto il Boom, se lasciavi i soldi in banca l'anno dopo ne avevi di meno, in termini di potere d'acquisto, perché le cifre si possono vedere in tanti modi
Vedo che ne mastichi parecchio, per questo non posso lasciarti passare la frase sottolineata, perché è in malafede.
Una riforma pensionistica e del lavoro non può, nè potrà mai, essere giudicata nel giro di 2/3 anni da quando è stata fatta, ma serviranno qualcosa come due decenni (stima del Sole24Ore, 2024 circa).
Son contento della frase in grassetto perché almeno tu pensi che la sovranità appartenga al popolo e che gli organi rappresentino la volontà popolare.
Però allora mettiamoci d'accordo, o c'è democrazia in italia e quindi abbiamo prodotto "noi" questo casino, oppure non c'è. Una esclude l'altra
Per inciso, non ho capito dove avrei scritto di essere bocconiano o filobocconiano
