Germania: si ritorna al nucleare per far fronte alla crisi energetica.

Rudi84

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Scusate ma con il nucleare si può fare l'energia elettrica? Non l'ho ancora capito
 

Swaitak

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Scusate ma con il nucleare si può fare l'energia elettrica? Non l'ho ancora capito
Certo,la differenza tra un impianto a combustibile fossile o nucleare sta solo nella produzione del vapore che serve ad azionare le turbine che producono l'energia elettrica
 

mandraghe

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Già... che poi ti spingono a rendere tutto elettrico anche dove non sarebbe per forza necessario (ad es. tende o tapparelle).
E ora spingono per le auto elettriche, anzi proprio vorrebbero vietare quelle altre.


Lo stesso accade con gli elettrodomestici a basso consumo.

Ti spingono a comprare quelli che consumano meno e la fattura invece di diminuire aumenta sempre di più, mah.

Lo stesso per le auto e la benzina.

Mi sembra che si facciano tante supercazzole verso noi consumatori.
 

gabri65

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Vi pongo un altro quesito: ma la dipendenza dall'uranio non sarebbe ancora peggio di quella dal petrolio?
Attualmente i paesi estrattori sono circa una decina e comprendono Usa Russia e Kazakistan (fra gli altri maggiori produttori Canada, Australia e Namibia stanno riducendo la produzione da qualche anno). Tornare (se va bene fra 5-7 anni) alle centrali a fissione significherebbe poi contrattare con loro o niente centrale.

Poi per le scorie l'argomento sarebbe molto ampio ma ho letto un paio di opinioni che vorrei commentare:
- sarebbe molto bello ma purtroppo spedire nello spazio le scorie comporterebbe un rischio troppo alto se un razzo esplodesse in volo (disastro ecologico globale)

- credo che l'atollo polinesiano sia impraticabile: solitamente le scorie vengono stoccare in profondità (a volte in siti di vecchie miniere) e lì sigillate. Sapevo però che in Germania ad esempio erano aumentate le preoccupazioni per possibili infiltrazioni d'acqua all'interno del sito di stoccaggio. Non riesco quindi a pensare come possa essere praticabile l'idea di un atollo che subisce ciclicamente mareggiate e tempeste tropicali.

Ti rispondo io, visto che evidentemente citi argomenti che ho messo nel mio post.

Gli esempi che ho fatto circa lo stoccaggio sono semplicemente i primi che mi sono venuti in mente. Sono ovviamente lontano dell'ideale e perfettibili. Naturalmente è una cosa che andrebbe studiata opportunamente e fatta come bene comune per l'umanità.

Per il malaugurato caso del razzo che esplode in volo, come dicevo il rischio zero non esiste, altrimenti non dovremmo mai uscire di casa.

Se il mondo fosse perfetto, esisterebbe una piattaforma di lancio nell'oceano aperto dove vengono lanciate le scorie, finanziato e costruito da chi ha le centrali nucleari. Sarebbe questo che io vorrei si discutesse e si mettesse a punto presso i vari enti sovrannazionali e le sedi diplomatiche, dove invece pensano solo a riscuotere grandi stipendi e ad architettare tasse e opprimere economie facendo il gioco di multinazionali, massoneria e potentati.

I danni al pianeta derivati dagli incidenti ai dispositivi di estrazione del petrolio sono immani e credo nemmeno paragonabili, se discutiamo di pericoli. Esistono ancora oggi trivelle sottomarine che sversano milioni di tonnellate di greggio in mare aperto, per non parlare degli incidenti alle navi da trasporto.

Il discorso della dipendenza onestamente può essere un problema. Comunque la scienza atomica è in grado di modificare gli elementi pesanti e quindi magari si potrebbe incrementare la produzione di materiale fissile. L'uranio è solo in minima parte usabile per la reazione a catena (U235), mentre il 98% è costituito da U238, inservibile. Però riescono a produrre il Pu239 da quest'ultimo ("fertilizzazione"), che risulta buono per la fissione, magari può essere una strada da percorrere.

Per ora il plutonio lo producono specialmente come materiale per le bombe atomiche. Ennesima nota sul fatto che, quando si vuole, si riesce a fare qualsiasi cosa quando interessa.
 

bambagias

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Ti rispondo alla prima, la densità energetica dell'uranio é molto maggiore rispetto ai carburanti fossili. Se 1 li
Kg di benzina produce 10 kwh l'uranio ne produce fino a 2,5 milioni. Quindi non c'è storia in questo senso, acquisti quantità infinitesime di uranio anche se costano di più. Poi la conversione elettrica è un altra storia
Non ponevo la questione sulla resa (su quello hai ragione, non c'è storia ma sulla reale disponibilità della materia prima. Pochi paesi che estraggono (e che ne sono anche consumatori) ed alcuni paesi su cui non si può fare affidamento (es. Russia e Niger, ma forse anche Kazakistan).
Con le previsioni attuali stimano che questo tipo di risorsa possa poi esaurirsi dai 30 ai 150 anni (stime minime/massime).
 

danjr

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La Germania che aveva avviato un piano per chiudere tutte le centrali nucleari, ora il governo tedesco ha deciso di fare dietrofront e di posticipare la chiusura di tre centrali nucleari che erano previsti per la chiusura a fine anno. Il motivo ovviamente è far fronte all'emergenza energetica. I tedeschi sono d'accordi con la riapertura degli impianti. A ripotralo è il Wall Street Journal
I paesi seri usano il nucleare
 

bambagias

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Per il malaugurato caso del razzo che esplode in volo, come dicevo il rischio zero non esiste, altrimenti non dovremmo mai uscire di casa.

Se il mondo fosse perfetto, esisterebbe una piattaforma di lancio nell'oceano aperto dove vengono lanciate le scorie, finanziato e costruito da chi ha le centrali nucleari. Sarebbe questo che io vorrei si discutesse e si mettesse a punto presso i vari enti sovrannazionali e le sedi diplomatiche, dove invece pensano solo a riscuotere grandi stipendi e ad architettare tasse e opprimere economie facendo il gioco di multinazionali, massoneria e potentati.

I danni al pianeta derivati dagli incidenti ai dispositivi di estrazione del petrolio sono immani e credo nemmeno paragonabili, se discutiamo di pericoli. Esistono ancora oggi trivelle sottomarine che sversano milioni di tonnellate di greggio in mare aperto, per non parlare degli incidenti alle navi da trasporto.
Per quanto i problemi attuali di inquinamento siano gravissimi nello scenario che ti ho proposto parliamo di un altro ordine di grandezza, quasi a livelli di estinzione di massa.
 

pinopalm

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Ti rispondo io, visto che evidentemente citi argomenti che ho messo nel mio post.

Gli esempi che ho fatto circa lo stoccaggio sono semplicemente i primi che mi sono venuti in mente. Sono ovviamente lontano dell'ideale e perfettibili. Naturalmente è una cosa che andrebbe studiata opportunamente e fatta come bene comune per l'umanità.

Per il malaugurato caso del razzo che esplode in volo, come dicevo il rischio zero non esiste, altrimenti non dovremmo mai uscire di casa.

Se il mondo fosse perfetto, esisterebbe una piattaforma di lancio nell'oceano aperto dove vengono lanciate le scorie, finanziato e costruito da chi ha le centrali nucleari. Sarebbe questo che io vorrei si discutesse e si mettesse a punto presso i vari enti sovrannazionali e le sedi diplomatiche, dove invece pensano solo a riscuotere grandi stipendi e ad architettare tasse e opprimere economie facendo il gioco di multinazionali, massoneria e potentati.

I danni al pianeta derivati dagli incidenti ai dispositivi di estrazione del petrolio sono immani e credo nemmeno paragonabili, se discutiamo di pericoli. Esistono ancora oggi trivelle sottomarine che sversano milioni di tonnellate di greggio in mare aperto, per non parlare degli incidenti alle navi da trasporto.

Il discorso della dipendenza onestamente può essere un problema. Comunque la scienza atomica è in grado di modificare gli elementi pesanti e quindi magari si potrebbe incrementare la produzione di materiale fissile. L'uranio è solo in minima parte usabile per la reazione a catena (U235), mentre il 98% è costituito da U238, inservibile. Però riescono a produrre il Pu239 da quest'ultimo ("fertilizzazione"), che risulta buono per la fissione, magari può essere una strada da percorrere.

Per ora il plutonio lo producono specialmente come materiale per le bombe atomiche. Ennesima nota sul fatto che, quando si vuole, si riesce a fare qualsiasi cosa quando interessa.
Bravo Gabri, la risposta e' proprio quella. Quelle che sono chiamate scorie in realtà' possono essere una riserva potenziale grandissima di energia inutilizzata. Inoltre nelle scorie oltre all' U238 ci sono anche gli isotopi transuranici che a loro volta sono in parte fissili. Quello che si fa, come per l'immondizia differenziata, e' di riciclare la parte utile e allo stesso tempo ridurre considerevolmente la radioattività totale dei rifiuti. Questi problemi si affrontano nei progetti di cicli del combustibile nucleare dove si utilizzano reattori avanzati, per lo più a neutroni veloci perché danno il massimo di flessibilità sull' economia neutronica, per poter o eliminare le scorie o anche fertilizzare per produrre più combustibile di quello che si consuma. Il problema principale e' rendere questo riciclaggio il più effettivo possibile in modo che sia anche conveniente dal punto di vista finanziario. Riguardo alle riserve, le stime, quando si includono anche i cicli a torio, e' che dovremmo essere a posto per almeno quattromila anni nel caso decidessimo di andare tutto a nucleare nel mondo. La Francia quando lavoravo li' aveva acquisito riserve, per la maggior parte dalle ex-colonie, per svariate decine d'anni di utilizzazione. Questo e' possibile, come e' stato detto, per l'alta concentrazione d'energia che esiste nel combustibile nucleare. Con paesi come USA, Canada e Australia che hanno riserve considerevoli non mi starei a preoccupare di possibili razionamenti da altri paesi.
 
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gabri65

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Bravo Gabri, la risposta e' proprio quella. Quelle che sono chiamate scorie in realtà' possono essere una riserva potenziale grandissima di energia inutilizzata. Inoltre nelle scorie oltre all' U238 ci sono anche gli isotopi transuranici che a loro volta sono in parte fissili. Quello che si fa, come per l'immondizia differenziata, e' di riciclare la parte utile e allo stesso tempo ridurre considerevolmente la radioattività totale dei rifiuti. Questi problemi si affrontano nei progetti di cicli del combustibile nucleare dove si utilizzano reattori avanzati, per lo più a neutroni veloci perché danno il massimo di flessibilità sull' economia neutronica, per poter o eliminare le scorie o anche fertilizzare per produrre più combustibile di quello che si consuma. Il problema principale e' rendere questo riciclaggio il più effettivo possibile in modo che sia anche conveniente dal punto di vista finanziario. Riguardo alle riserve, le stime, quando si includono anche i cicli a torio, e' che dovremmo essere a posto per almeno quattromila anni nel caso decidessimo di andare tutto a nucleare nel mondo. La Francia quando lavoravo li' aveva acquisito riserve, per la maggior parte dalle ex-colonie, per svariate decine d'anni di utilizzazione. Questo e' possibile, come e' stato detto, per l'alta concentrazione d'energia che esiste nel combustibile nucleare. Con paesi come USA, Canada e Australia che hanno riserve considerevoli non mi starei a preoccupare di possibili razionamenti da altri paesi.

Grazie, amico Pinopalm, è per me un grande onore leggere la tua risposta.

Sarebbe bello sentirti più spesso, come navigato tifoso milanista d'altri tempi, oltre a persona discreta ed educata.

A presto e forza Milan.
 

Swaitak

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Non ponevo la questione sulla resa (su quello hai ragione, non c'è storia ma sulla reale disponibilità della materia prima. Pochi paesi che estraggono (e che ne sono anche consumatori) ed alcuni paesi su cui non si può fare affidamento (es. Russia e Niger, ma forse anche Kazakistan).
Con le previsioni attuali stimano che questo tipo di risorsa possa poi esaurirsi dai 30 ai 150 anni (stime minime/massime).
avevo capito, ma mi aggancio alla risposta di @pinopalm, non stiamo bruciando milioni di tonnellate giornaliere di gas/petrolio ma parliamo di poche centinaia di tonnellate di Uranio che durano per più anni, l'approvigionamento non lo vedo un problemone.
La fissione, che sembra molto più efficente, prima o poi sarà disponibile.
Aggiungo anche che non andremo ad utilizzare solo nucleare, ma lo integreremo con i sistemi di produzione rinnovabili.
Mettendo da parte la politica, secondo me lo scoglio principale in Italia è trovare i luoghi adatti, anche alla luce dei cambiamenti climatici.
 
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