Dai
@danjr, non è vero. Non è come vorreste far credere. Non esisteva, perché la politica dell'Impero Romano prevedeva l'assimilazione. E se non eri assimilato, rimanevi un suddito di seconda classe.
Sul fatto che in alcune zone dell'europa orientale si parlasse greco, causa ellenismo, non vuol dire che i Romani lo tollerassero. Cosa che non avveniva infatti, visto che i Romani volevano che gli atti ufficiali fossero scritti in latino. Tendenza che verrà cambiata solo con la divisione dell'Impero.
Persino gli ebrei, che tutto sommato godevano di autonomia, data la ricchezza e l'influenza sul territorio non avevano alcuna possibilità di partecipare alla politica attiva, dato il loro rifiuto di adeguarsi agli usi e ai costumi di Roma.
Poi, se mi vuoi dire che alcuni popoli, per orgoglio e tradizioni, rifiutarono la romanizzazione e lottarono per questo, ci sta. Ma da qui a venire a parlare di tolleranza dello Stato romano ce ne passa. I romani tutto erano fuorché tolleranti. Così come tutti i popoli nella Storia.
La tolleranza è una sciocchezza che abbiamo inventato.
Sulla persecuzione dei cristiani poi ci sarebbe da dire che le cose furono ambo le parti. I seguaci cristiani furono spesso violenti nei confronti dei templi e della simbologia religiosa romana.
Detto ciò, con "naturale" si intende fenomeni che non sono causati per preciso volere.
Le invasioni barbariche, come hai detto, sono state spinte dalle migrazioni degli Unni. Di fatto, un fenomeno naturale, visto che parliamo di popolazioni non stanziate ma nomadi.
Queste migrazioni non sono naturali. Sono finanziate e sostenute, in particolare dalle ONG che fanno da taxi del mare, e che prendono soldi da gente come Soros, e dall'intero sistema capitalista (come le multinazionali) che finanziano le guerre che trasformano i paesi in polveriere e le conseguenti migrazioni per portare la gente qui ottendendo l'abbattimento del costo del lavoro, oltre che la sostituzione etnica, che ha il compito di annientare qualunque idea di interesse nazionale.