Come correttamente osservato da numerosi filosofi illuministi, la nostra società si basa sul “paradosso” per cui gli Uomini, per avere più libertà, hanno rinunciato a una parte di libertà. Anche se non ce ne accorgiamo, tutta la nostra vita si basa su questo paradosso, che è il pilastro di una civile e ordinata convivenza tra esseri umani.
Lo stesso discorso è applicabile alla libertà di parola: io rinuncio alla mia “libertà” di poter dire “pazzomania ruba le matite in ufficio” in cambio della tua rinuncia alla “libertà” di dire “sunburn fa la mano morta alle vecchiette sulla metropolitana”.
Se poi applichiamo il discorso a una comunità mondiale come quella dei social network, la necessità di avere regole e limiti diventa ancor più impellente perché a livello globale si trova di tutto: gente che pensa sia “giusto” far esplodere bombe nelle città, schiavizzare essere umani, trucidare persone di una determinata etnia/religione/lingua/orientamento sessuale/ecc, torturare bambini o animali per divertimento, praticare l’infibulazione ecc.
Del resto, lo vediamo anche in questa nostra comunità virtuale nelle discussioni più calde: senza il paziente lavoro dei nostri moderatori per mantenere l’ordine, diventerebbe impossibile poter esprimere un pensiero.
Insomma, si torna al paradosso iniziale: una società totalmente libera non è realmente libera perché l’essere umano, se privo di qualunque tipo di limite, tenderà sempre a voler prevaricare il prossimo, togliendogli libertà.
Resta, come hai scritto, il problema di stabilire la quantità di libertà da togliere ai singoli per poter avere più libertà tutti. Ed è un problema col quale inevitabilmente dovrà confrontarsi anche Musk.