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Il CorSera in edicola riporta le parole di Conceicao ai giocatori nell'intervallo di Juve - Milan:"Ragazzi, così non va bene. Questo era il vecchio Milan. Se vogliamo vincere, dobbiamo avere coraggio e prenderci i nostri rischi. Voi non vi preoccupate: se perdiamo 3-0
o 4-0 la colpa sarà mia, solo mia. Ma ora basta con la paura. Siete forti, mettetevelo in testa". Arringa durata più del dovuto, con la squadra rientrata in campo in ritardo.
Poi le indicazioni ai giocatori, illustrate su un tablet. Così è nata la rimonta contro la Juve. La fortuna ha fatto il suo, domani contro l'Inter servirà di più. Conceicao ha stretto un patto col gruppo. Regole precise per tutti su orari, alimentazione e comportamenti, sia in spogliatoio sia fuori. Meglio mettere le cose in chiaro subito anziché dover prendere provvedimenti dopo, il suo ragionamento. Un atteggiamento da duro, da sergente di ferro, fatto di pochi sorrisi, ma che potrebbe funzionare per trovare quella compattezza e quell’empatia che fin qui non c’è mai stata. Vedremo.
Tuttosport: cattivissimo Sergio, per la svolta Milan. Non chiamatelo Mister Simpatia. Perché Sergio Conceiçao vuole essere il sergente di ferro che con la sua personalità guida il Milan verso altri trofei. Comincerà col tentare di conquistare la Supercoppa contro l’Inter. La sua fi losofi a: io non sono qui per essere amico dei giocatori, ma per vincere trofei, frase mediaticamente molto apprezzata anche dai tifosi che invocavano da tempo un tecnico così. Altri frasi cult pronunciate dall’allenatore dopo la vittoria contro la Juve e perfette per essere segnate nel manuale del perfetto Sergio Conceiçao: io non sono molto simpatico, sono più le volte che mi arrabbio che il contrario. Oppure: i giocatori a volte hanno bisogno di una bella parola, ma a volte anche di qualche botta. I sorrisi e le pacche sulle spalle, insomma, sono fi niti con Paulo Fonseca, che aveva preferito seguire una linea più alla Stefano Pioli, vicino ai calciatori, quasi amico. Stessa linea interpretativa di Vincenzo Montella, mentre Gennaro Gattuso era stato più un fratello maggiore. Conceiçao ha scelto invece una declinazione del ruolo più vicina a quella che era stata di Sinisa Mihajlovic: un sergente di ferro. Anche se, parlando di scuola Lazio, va detto che Sergio tiene in grandissima considerazione come modello pure un altro personaggio che manca tantissimo al calcio: Sven Goran Eriksson. Per ora, però, la gentilezza di Eriksson è meglio lasciarla da parte. Al Milan serve concentrazione, fame e cattiveria. Altro estratto del Conceiçao pensiero che i giocatori rossoneri si saranno appuntati: il gruppo Milan è umile e di qualità, forse manca quella cattiveria necessaria per ottenere qualcosa in più, ma arriverà col tempo. Il modo migliore per farla apprendere è quello di trasmetterla in prima persona. Di sicuro un primo assaggio c’è stato nell’intervallo della semifinale di Supercoppa. Ma è solo l’inizio della cura. La pancia del tifo rossonero approva. Un condottiero di polso era, del resto, quello che i milanisti si aspettavano dopo l’addio di Stefano Pioli per un cambio di rotta nella gestione della squadra. Non per niente, in cima alle preferenze dei tifosi come candidato per la successione c’era Antonio Conte. Un sogno che è rimasto tale. Ma se non altro, ora c’è un Conceiçao, il quale sembra che per il momento abbia intenzione di utilizzare un pochino più il bastone che la carota. Sarà la scelta giusta? Per il momento, l’impatto è stato positivo, confermando una tendenza che ha sempre accompagnato positivamente il portoghese all’esordio nelle sue ultime avventure da allenatore: partenza con successo. Arrivato, peraltro, con un certo aiuto della sorte. Perché se in occasione del calcio di rigore è stato Locatelli a peccare di avventatezza nell’intervento su Pulisic, è vero che l’americano ha avuto un pizzico di fortuna nella realizzazione, con Di Gregorio che ha quasi intercettato il tiro. Nulla, però, in confronto all’autorete decisiva di Gatti: una deviazione sul tentato cross dell’altro americano Musah che ha finito per impallinare di nuovo il portiere bianconero. La fortuna, insomma, nella prima rossonera di Conceiçao non è mancata. Per creare i cicli vincenti, serve anche quella.
o 4-0 la colpa sarà mia, solo mia. Ma ora basta con la paura. Siete forti, mettetevelo in testa". Arringa durata più del dovuto, con la squadra rientrata in campo in ritardo.
Poi le indicazioni ai giocatori, illustrate su un tablet. Così è nata la rimonta contro la Juve. La fortuna ha fatto il suo, domani contro l'Inter servirà di più. Conceicao ha stretto un patto col gruppo. Regole precise per tutti su orari, alimentazione e comportamenti, sia in spogliatoio sia fuori. Meglio mettere le cose in chiaro subito anziché dover prendere provvedimenti dopo, il suo ragionamento. Un atteggiamento da duro, da sergente di ferro, fatto di pochi sorrisi, ma che potrebbe funzionare per trovare quella compattezza e quell’empatia che fin qui non c’è mai stata. Vedremo.
Tuttosport: cattivissimo Sergio, per la svolta Milan. Non chiamatelo Mister Simpatia. Perché Sergio Conceiçao vuole essere il sergente di ferro che con la sua personalità guida il Milan verso altri trofei. Comincerà col tentare di conquistare la Supercoppa contro l’Inter. La sua fi losofi a: io non sono qui per essere amico dei giocatori, ma per vincere trofei, frase mediaticamente molto apprezzata anche dai tifosi che invocavano da tempo un tecnico così. Altri frasi cult pronunciate dall’allenatore dopo la vittoria contro la Juve e perfette per essere segnate nel manuale del perfetto Sergio Conceiçao: io non sono molto simpatico, sono più le volte che mi arrabbio che il contrario. Oppure: i giocatori a volte hanno bisogno di una bella parola, ma a volte anche di qualche botta. I sorrisi e le pacche sulle spalle, insomma, sono fi niti con Paulo Fonseca, che aveva preferito seguire una linea più alla Stefano Pioli, vicino ai calciatori, quasi amico. Stessa linea interpretativa di Vincenzo Montella, mentre Gennaro Gattuso era stato più un fratello maggiore. Conceiçao ha scelto invece una declinazione del ruolo più vicina a quella che era stata di Sinisa Mihajlovic: un sergente di ferro. Anche se, parlando di scuola Lazio, va detto che Sergio tiene in grandissima considerazione come modello pure un altro personaggio che manca tantissimo al calcio: Sven Goran Eriksson. Per ora, però, la gentilezza di Eriksson è meglio lasciarla da parte. Al Milan serve concentrazione, fame e cattiveria. Altro estratto del Conceiçao pensiero che i giocatori rossoneri si saranno appuntati: il gruppo Milan è umile e di qualità, forse manca quella cattiveria necessaria per ottenere qualcosa in più, ma arriverà col tempo. Il modo migliore per farla apprendere è quello di trasmetterla in prima persona. Di sicuro un primo assaggio c’è stato nell’intervallo della semifinale di Supercoppa. Ma è solo l’inizio della cura. La pancia del tifo rossonero approva. Un condottiero di polso era, del resto, quello che i milanisti si aspettavano dopo l’addio di Stefano Pioli per un cambio di rotta nella gestione della squadra. Non per niente, in cima alle preferenze dei tifosi come candidato per la successione c’era Antonio Conte. Un sogno che è rimasto tale. Ma se non altro, ora c’è un Conceiçao, il quale sembra che per il momento abbia intenzione di utilizzare un pochino più il bastone che la carota. Sarà la scelta giusta? Per il momento, l’impatto è stato positivo, confermando una tendenza che ha sempre accompagnato positivamente il portoghese all’esordio nelle sue ultime avventure da allenatore: partenza con successo. Arrivato, peraltro, con un certo aiuto della sorte. Perché se in occasione del calcio di rigore è stato Locatelli a peccare di avventatezza nell’intervento su Pulisic, è vero che l’americano ha avuto un pizzico di fortuna nella realizzazione, con Di Gregorio che ha quasi intercettato il tiro. Nulla, però, in confronto all’autorete decisiva di Gatti: una deviazione sul tentato cross dell’altro americano Musah che ha finito per impallinare di nuovo il portiere bianconero. La fortuna, insomma, nella prima rossonera di Conceiçao non è mancata. Per creare i cicli vincenti, serve anche quella.