Eliott non può avere l'accordo con nessuno perchè in caso di inadempienza, come scritto in questi giorni anche da Carlo Festa su "Il Sole 24 Ore" e da Arianna Ravelli su "Il Corriere della Sera", si passerebbe prima da un Tribunale del Lussemburgo che, tramite un perito, dovrebbe stabilire il prezzo di vendita del Milan e poi cederlo. Eliott potrebbe anche chiedere di trasformare i suoi crediti obbligazionari in azioni ma anche in questo caso dovrebbe comunque attendere la valutazione economica del Tribunale, a cui sicuramente farebbero seguito diverse dispute legali con la precedente proprietà.
La verità è che sarebbe interesse di tutti chiudere entro il 6 luglio: di Li perchè conterrebbe le perdite del suo investimento, di Eliott perchè otterrebbe subito quanto gli spetta e senza passare per tortuosi e complessi procedimenti giudiziari, del nuovo acquirente perchè eviterebbe un'asta ed i pericoli connessi all'escussione del pegno da parte di Eliott e del Milan perchè potrebbe iniziare a programmare la prossima stagione.