CDA Milan 13 dicembre 2016.

Gekyn

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Era stato convocato in origine per la cessione eh....cosa centreranno mai....

E' stato convocato per il cambio del direttivo in caso di Cessione, questa non è avvenuta come da comunicati ufficiali, ragion per cui il CDA non aveva più senso, ma ormai era stato convocato e questo è il risultato...cioè il NULLA e non potevamo pretendere altro.
 

InsideTheFire

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Ribadisco il mio appoggio all'avv. La Scala per tutte le sue dichiarazioni degli ultimi tempi...questa ad oggi è solo ľultima di tante manifestazioni che rispecchiano ľidea che la maggior parte di noi del forum ha sull'attuale proprietà...se dovessi scegliere di essere rappresentato da lui o dalla coppia di topcalcio....beh non facciamo mica cabaret...
 

sballotello

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Ribadisco il mio appoggio all'avv. La Scala per tutte le sue dichiarazioni degli ultimi tempi...questa ad oggi è solo ľultima di tante manifestazioni che rispecchiano ľidea che la maggior parte di noi del forum ha sull'attuale proprietà...se dovessi scegliere di essere rappresentato da lui o dalla coppia di topcalcio....beh non facciamo mica cabaret...

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Henry

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Pienamente condivisibili le dichiarazioni finali di La Scala e assolutamente legittime le sue articolate domande. In particolare era doveroso rispondere da parte di Galliani su un punto preciso che riguarda direttamente una situazione giuridica soggettiva inerente la società AC Milan spa: la questione dei 350 milioni che secondo il comunicato della Fininvest gli acquirenti si sarebbero impegnati giuridicamente a versare nel Milan (le formule possono essere varie, La Scala ha pensato al contratto a favore di terzo, che a me pare un po' problematico, ma si poteva pensare a strumenti più sofisticati come ad esempio una clausola di reverse earnout, che spiegherò dopo. La Scala aveva diritto di ottenere risposta su un punto preciso, ovvero se la società come terzo beneficiario, nel caso si tratti appunto di contratto a favore di terzo, abbia formalmente agito per cristallizzare a proprio favore questo eventuale diritto di credito. Rifugiarsi dietro scuse di confidenzialità è ridicolo perché la mediatizzazione di tutta la vicenda è stata fatta proprio da Fininvest, che andava giustamente stanata in una sede ufficiale per verificare il fondamento del sospetto che molti hanno circa la natura propagandistica e inveritiera di almeno alcune delle dichiarazioni ufficiali che provengono dalle parti. Se per fare bello il vecchio Silvio senti il bisogno di scrivere in un comunicato che i compratori si sono impegnati a fare una certa cosa a favore del Milan, sarà pure diritto di un piccolo azionista in rappresentanza dei tifosi di sapere di quale impegno si tratta, se è vero che è vincolante o se si tratta di un semplice proclama senza effetti pratici per finalità puramente pubblicitarie, non vi pare?

PS
La clausola che ho citato prima consiste in questo: si scrive nel contratto di vendita che il prezzo dell'equity non è 520 ma 870, ma si stabilisce che i primi 520 vanno pagati al closing, mentre i restanti 350 vengono meno e si devono detrarre dal prezzo finale se nei 3 anni successivi al closing gli acquirenti hanno effettivamente versato a fondo perduto nella società acquistata la medesima cifra di 350 milioni, in tal caso, verificatosi l'evento, il venditore dà atto al compratore che nulla è più dovuto, in caso contrario reclama la tranche finale di 350. Si tratterebbe chiaramente di un uso strumentale di una clausola nata per finalità economicamente diverse, adattandola ad un caso come il nostro, dove il venditore vuole cautelarsi e in qualche modo incentivare il compratore a mettere soldi nella società target. Nella normale prassi degli affari queste clausole sono piuttosto rare e servono a facilitare un accordo sul prezzo quando le parti discordano sul fatto che nei primi anni dopo il trasferimento la target faccia perdite oppure no e se sì sul loro ammontare: se i nuovi proprietari vanno incontro a perdite superiori a una certa soglia le scalano dal prezzo di vendita e non pagano la rata residua. Più comune è l'earnout diretto, dove il prezzo è sempre in parte variabile, ma il meccanismo funziona al contrario, ovvero: se nei primi 3 anni la società venduta raggiunge risultati economici superiori a una certa soglia il compratore deve riconoscere al venditore una ulteriore somma, che si va ad aggiungere al prezzo originariamente stabilito e già integralmente pagato. Ovvio che esistano dei meccanismi atti a consentire al venditore di avere una qualche voce in capitolo e di controllare la gestione della società venduta durante il lasso di tempo interessato da questo tipo di accordi, per evitare di essere buggerato da improvvisi e maliziosi mutamenti della politica aziendale in materia di investimenti e di regole di accounting, cosa che confligge con la credenza popolare secondo cui il "vecchio proprietario non può condizionare per nulla la politica dei nuovi proprietari", in realtà spesso i contratti prevedono questo e altro, naturalmente solo per un limitato numero di anni :)
 

Milanforever26

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E' stato convocato per il cambio del direttivo in caso di Cessione, questa non è avvenuta come da comunicati ufficiali, ragion per cui il CDA non aveva più senso, ma ormai era stato convocato e questo è il risultato...cioè il NULLA e non potevamo pretendere altro.

E allora potevano annullarlo..
Davvero non capisco come si possano difendere ancora questi pagliacci..
 

IronJaguar

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Pienamente condivisibili le dichiarazioni finali di La Scala e assolutamente legittime le sue articolate domande. In particolare era doveroso rispondere da parte di Galliani su un punto preciso che riguarda direttamente una situazione giuridica soggettiva inerente la società AC Milan spa: la questione dei 350 milioni che secondo il comunicato della Fininvest gli acquirenti si sarebbero impegnati giuridicamente a versare nel Milan (le formule possono essere varie, La Scala ha pensato al contratto a favore di terzo, che a me pare un po' problematico, ma si poteva pensare a strumenti più sofisticati come ad esempio una clausola di reverse earnout, che spiegherò dopo. La Scala aveva diritto di ottenere risposta su un punto preciso, ovvero se la società come terzo beneficiario, nel caso si tratti appunto di contratto a favore di terzo, abbia formalmente agito per cristallizzare a proprio favore questo eventuale diritto di credito. Rifugiarsi dietro scuse di confidenzialità è ridicolo perché la mediatizzazione di tutta la vicenda è stata fatta proprio da Fininvest, che andava giustamente stanata in una sede ufficiale per verificare il fondamento del sospetto che molti hanno circa la natura propagandistica e inveritiera di almeno alcune delle dichiarazioni ufficiali che provengono dalle parti. Se per fare bello il vecchio Silvio senti il bisogno di scrivere in un comunicato che i compratori si sono impegnati a fare una certa cosa a favore del Milan, sarà pure diritto di un piccolo azionista in rappresentanza dei tifosi di sapere di quale impegno si tratta, se è vero che è vincolante o se si tratta di un semplice proclama senza effetti pratici per finalità puramente pubblicitarie, non vi pare?

PS
La clausola che ho citato prima consiste in questo: si scrive nel contratto di vendita che il prezzo dell'equity non è 520 ma 870, ma si stabilisce che i primi 520 vanno pagati al closing, mentre i restanti 350 vengono meno e si devono detrarre dal prezzo finale se nei 3 anni successivi al closing gli acquirenti hanno effettivamente versato a fondo perduto nella società acquistata la medesima cifra di 350 milioni, in tal caso, verificatosi l'evento, il venditore dà atto al compratore che nulla è più dovuto, in caso contrario reclama la tranche finale di 350. Si tratterebbe chiaramente di un uso strumentale di una clausola nata per finalità economicamente diverse, adattandola ad un caso come il nostro, dove il venditore vuole cautelarsi e in qualche modo incentivare il compratore a mettere soldi nella società target. Nella normale prassi degli affari queste clausole sono piuttosto rare e servono a facilitare un accordo sul prezzo quando le parti discordano sul fatto che nei primi anni dopo il trasferimento la target faccia perdite oppure no e se sì sul loro ammontare: se i nuovi proprietari vanno incontro a perdite superiori a una certa soglia le scalano dal prezzo di vendita e non pagano la rata residua. Più comune è l'earnout diretto, dove il prezzo è sempre in parte variabile, ma il meccanismo funziona al contrario, ovvero: se nei primi 3 anni la società venduta raggiunge risultati economici superiori a una certa soglia il compratore deve riconoscere al venditore una ulteriore somma, che si va ad aggiungere al prezzo originariamente stabilito e già integralmente pagato. Ovvio che esistano dei meccanismi atti a consentire al venditore di avere una qualche voce in capitolo e di controllare la gestione della società venduta durante il lasso di tempo interessato da questo tipo di accordi, per evitare di essere buggerato da improvvisi e maliziosi mutamenti della politica aziendale in materia di investimenti e di regole di accounting, cosa che confligge con la credenza popolare secondo cui il "vecchio proprietario non può condizionare per nulla la politica dei nuovi proprietari", in realtà spesso i contratti prevedono questo e altro, naturalmente solo per un limitato numero di anni :)

Perfetto come sempre Henry.

Il silenzio ai giusti quesiti di La Scala (alcuni capisco che non avebbero comunque avuto risposta ma altri era doveroso approfondirli) è assordante oltre che vergognoso.
 

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