Cardinale:"Lo stadio, il mercato, Elliott e l'Inter...".

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Cardinale al Financial Times:"Quando guardi al brand del Milan e guardi a dove dovrebbe essere la Serie A, dove tutti e 20 i proprietari delle squadre di Serie A dovrebbero essere, un’area che non è utilizzata e che non è sfruttata a dovere per portare eventi ai fan. Dovrebbero avere accesso ad una struttura “world class”. Stiamo valutando diversi siti per costruire il nuovo stadio, inclusa un’area vicino San Siro, per capire cos’è possibile fare. Lo stiamo facendo insieme al Municipio di Milano e alla Regione Lombardia. Devo dare credito a LeBron James che mi ha detto che mancava un pezzo alla mia visione (Sport e media, ndr), ed è la cultura. Negli USA la cultura è “urban”, in Italia è “fashion”. Siamo a Milano e non possiamo portare uno degli spettacoli di Live Nation, uno dei nostri partner, ai tifosi e agli appassionati perché non c’è dove farlo. Non possiamo portare altre forme di spettacolo alla community”.

"La nostra priorità è rimanere nel Comune di Milano, se possiamo restare all’interno lo faremo ma deve funzionare per tutti. Valuteremo, capiremo quale è la migliore opportunità per tutti. Farlo da soli? Abbiamo una grande esperienza nel lavoro riguardante i nuovi impianti"

«Superlega? Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene»
, ha concluso.

"San Siro è stato costruito nel 1926 e ristrutturato nel corso degli anni. Voglio dire che vogliamo che il Milan e la Serie A tornino ai livelli top, dove io credo che meritino di stare, bisogna fare un debrief a 360 gradi. E per tornare al top c’è bisogno delle infrastrutture. Voglio dare ai nostri tifosi un prodotto al top. Vedremo se riusciremo a trovare la giusta opportunità. Deve però funzionare per i tifosi, per l’Amministrazione del Comune di Milano e per la Regione Lombardia, per la Serie A, oltre che per noi”

"Noi e l'Inter insieme? Abbiamo le esperienze con lo Yankees Stadium, il Dallas Cowboys Stadium. Abbiamo esperienza nel costruire stadi e nel differenziare le varie entrate da questo tipo di infrastruttura. Sono un grande sostenitore dell’essere indipendenti, ma al momento non c’è niente che escludiamo a prescindere. Però sai, penso che l’Inter al momento sia pensando a quello che sarà il loro futuro e noi ci concentriamo sul nostro e quale può essere la migliore soluzione per noi”.

"Elliott? Ho grande rispetto per i Singer, non li conoscevo prima. Sono rimasto impressionato per quello che hanno fatto in quattro anni, anche perché non avevano esperienza nello sport. Sono uno dei fondi più strutturati nel mondo. Uno dei punti del business plan è la continuità con Elliott, RedBird ha il 100% delle quote. Per andare avanti e arrivare al prossimo step abbiamo preso due top manager che arrivano da Elliott ma che si sono offerti loro alzando la mano e parlo di Furlani, che sostituisce Ivan Gazidis che ha fatto grande lavoro, come AD e di Cocirio come CFO. Non è qualcosa che mi riguarda, ho manager talentuosi intorno a me. Ci sono persone che arrivano nello sport a pistole spianate. Non dico a Pioli chi mettere in campo. Non è “rocket science”, non curiamo il cancro, ma bisogna fare le cose per bene. Noi sfruttiamo i dati, credo che il modo in cui li usiamo sia diverso dal solito. Si tratta di efficienza in termini di gol, e di come i giocatori si posizionano per aumentare il loro impatto sulle possibilità di fare gol».

"Abbiamo investito nello sport per oltre 20 anni, il nostro business è sempre stato quello dello sport, dagli Yankees in poi. Cinque anni fa è iniziato il nostro viaggio nel calcio europeo. Grande credito a Billy Beane che mi ha convinto che il calcio europeo sia “Moneyball”, abbiamo l’opportunità per migliorare il nostro business a livello anche digitale. Non siamo investitori che arrivano e comprano, tutto riguarda il business plan perché in tanti hanno i soldi. Il Milan è uno dei più grandi brand in Europa. Il club rossonero non lo conoscevo fino a quattro o cinque anni fa, solo il Real Madrid ha più Champions, una grande opportunità per fare quello che sappiamo fare, portare conoscenze e capitale in un ecosistema migliorato. Come ci differenziamo? C’è stata una bolla sullo sport, non è una novità, quello che ho sentito mi preoccupa un po".

"Il mercato? Sono entrato nello sport con George Steinbrenner (patron degli Yankees dal 1973 alla morte nel 2010, ndr), ho imparato molto. Il vero segreto è che non puoi comprare i campionati. Il nostro lavoro è ridurre la parte di imprevedibilità per performare sempre e il valore del club cresce. Tutti vogliono vincere, ma se vincesse sempre lo stesso anche per l’ecosistema cosa succederebbe? Io voglio che tutti competano. Quello che puoi controllare è la costanza e questo è quello che cambia tutto".

"Superlega?Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene".

"Perchè non vado sempre allo stadio? Non si tratta di me. "Personalized ownership" non ha senso per me. Se ognuno fa il suo lavoro avremo successo: ma tutti devono fare il proprio lavoro. Dobbiamo portare una team mentality. Sono al telefono ogni giorno con il mio managing team, mi sveglio con questo pensiero e mi addormento con questo pensiero. Farmi vedere non cambia, il mio compito è portare le risorse per competere. Nessuno è più competitivo di me, vorrei vincere Scudetto e Champions ogni anno, ma non possiamo controllare tutto ed è uno sforzo di gruppo, non solo mio".

"Gli investimenti dei fondi di private equity nella Lega Serie A? Non sono d’accordo, non vedo perché ipotecare il futuro. Se ci sarà una discussione, diremo che possiamo farlo da noi. Ci sono tante cose su cui possiamo incidere. Abbiamo tanto da fare, ma non dobbiamo guardare fuori dal nostro ecosistema per essere efficienti, per quanto mi riguarda non accadrà mai".
 
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Cardinale al Financial Times:"Quando guardi al brand del Milan e guardi a dove dovrebbe essere la Serie A, dove tutti e 20 i proprietari delle squadre di Serie A dovrebbero essere, un’area che non è utilizzata e che non è sfruttata a dovere per portare eventi ai fan. Dovrebbero avere accesso ad una struttura “world class”. Stiamo valutando diversi siti per costruire il nuovo stadio, inclusa un’area vicino San Siro, per capire cos’è possibile fare. Lo stiamo facendo insieme al Municipio di Milano e alla Regione Lombardia. Devo dare credito a LeBron James che mi ha detto che mancava un pezzo alla mia visione (Sport e media, ndr), ed è la cultura. Negli USA la cultura è “urban”, in Italia è “fashion”. Siamo a Milano e non possiamo portare uno degli spettacoli di Live Nation, uno dei nostri partner, ai tifosi e agli appassionati perché non c’è dove farlo. Non possiamo portare altre forme di spettacolo alla community”.

"San Siro è stato costruito nel 1926 e ristrutturato nel corso degli anni. Voglio dire che vogliamo che il Milan e la Serie A tornino ai livelli top, dove io credo che meritino di stare, bisogna fare un debrief a 360 gradi. E per tornare al top c’è bisogno delle infrastrutture. Voglio dare ai nostri tifosi un prodotto al top. Vedremo se riusciremo a trovare la giusta opportunità. Deve però funzionare per i tifosi, per l’Amministrazione del Comune di Milano e per la Regione Lombardia, per la Serie A, oltre che per noi”

"Noi e l'Inter insieme? Abbiamo le esperienze con lo Yankees Stadium, il Dallas Cowboys Stadium. Abbiamo esperienza nel costruire stadi e nel differenziare le varie entrate da questo tipo di infrastruttura. Sono un grande sostenitore dell’essere indipendenti, ma al momento non c’è niente che escludiamo a prescindere. Però sai, penso che l’Inter al momento sia pensando a quello che sarà il loro futuro e noi ci concentriamo sul nostro e quale può essere la migliore soluzione per noi”.

"Elliott? Ho grande rispetto per i Singer, non li conoscevo prima. Sono rimasto impressionato per quello che hanno fatto in quattro anni, anche perché non avevano esperienza nello sport. Sono uno dei fondi più strutturati nel mondo. Uno dei punti del business plan è la continuità con Elliott, RedBird ha il 100% delle quote. Per andare avanti e arrivare al prossimo step abbiamo preso due top manager che arrivano da Elliott ma che si sono offerti loro alzando la mano e parlo di Furlani, che sostituisce Ivan Gazidis che ha fatto grande lavoro, come AD e di Cocirio come CFO. Non è qualcosa che mi riguarda, ho manager talentuosi intorno a me. Ci sono persone che arrivano nello sport a pistole spianate. Non dico a Pioli chi mettere in campo. Non è “rocket science”, non curiamo il cancro, ma bisogna fare le cose per bene. Noi sfruttiamo i dati, credo che il modo in cui li usiamo sia diverso dal solito. Si tratta di efficienza in termini di gol, e di come i giocatori si posizionano per aumentare il loro impatto sulle possibilità di fare gol».

"Il mercato? Sono entrato nello sport con George Steinbrenner (patron degli Yankees dal 1973 alla morte nel 2010, ndr), ho imparato molto. Il vero segreto è che non puoi comprare i campionati. Il nostro lavoro è ridurre la parte di imprevedibilità per performare sempre e il valore del club cresce. Tutti vogliono vincere, ma se vincesse sempre lo stesso anche per l’ecosistema cosa succederebbe? Io voglio che tutti competano. Quello che puoi controllare è la costanza e questo è quello che cambia tutto".

"Superlega?Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene".

"Perchè non vado sempre allo stadio? Non si tratta di me. "Personalized ownership" non ha senso per me. Se ognuno fa il suo lavoro avremo successo: ma tutti devono fare il proprio lavoro. Dobbiamo portare una team mentality. Sono al telefono ogni giorno con il mio managing team, mi sveglio con questo pensiero e mi addormento con questo pensiero. Farmi vedere non cambia, il mio compito è portare le risorse per competere. Nessuno è più competitivo di me, vorrei vincere Scudetto e Champions ogni anno, ma non possiamo controllare tutto ed è uno sforzo di gruppo, non solo mio".

"Io voglio che tutti competano" LOL.
 

Zenos

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Cardinale al Financial Times:"Quando guardi al brand del Milan e guardi a dove dovrebbe essere la Serie A, dove tutti e 20 i proprietari delle squadre di Serie A dovrebbero essere, un’area che non è utilizzata e che non è sfruttata a dovere per portare eventi ai fan. Dovrebbero avere accesso ad una struttura “world class”. Stiamo valutando diversi siti per costruire il nuovo stadio, inclusa un’area vicino San Siro, per capire cos’è possibile fare. Lo stiamo facendo insieme al Municipio di Milano e alla Regione Lombardia. Devo dare credito a LeBron James che mi ha detto che mancava un pezzo alla mia visione (Sport e media, ndr), ed è la cultura. Negli USA la cultura è “urban”, in Italia è “fashion”. Siamo a Milano e non possiamo portare uno degli spettacoli di Live Nation, uno dei nostri partner, ai tifosi e agli appassionati perché non c’è dove farlo. Non possiamo portare altre forme di spettacolo alla community”.

"San Siro è stato costruito nel 1926 e ristrutturato nel corso degli anni. Voglio dire che vogliamo che il Milan e la Serie A tornino ai livelli top, dove io credo che meritino di stare, bisogna fare un debrief a 360 gradi. E per tornare al top c’è bisogno delle infrastrutture. Voglio dare ai nostri tifosi un prodotto al top. Vedremo se riusciremo a trovare la giusta opportunità. Deve però funzionare per i tifosi, per l’Amministrazione del Comune di Milano e per la Regione Lombardia, per la Serie A, oltre che per noi”

"Noi e l'Inter insieme? Abbiamo le esperienze con lo Yankees Stadium, il Dallas Cowboys Stadium. Abbiamo esperienza nel costruire stadi e nel differenziare le varie entrate da questo tipo di infrastruttura. Sono un grande sostenitore dell’essere indipendenti, ma al momento non c’è niente che escludiamo a prescindere. Però sai, penso che l’Inter al momento sia pensando a quello che sarà il loro futuro e noi ci concentriamo sul nostro e quale può essere la migliore soluzione per noi”.

"Elliott? Ho grande rispetto per i Singer, non li conoscevo prima. Sono rimasto impressionato per quello che hanno fatto in quattro anni, anche perché non avevano esperienza nello sport. Sono uno dei fondi più strutturati nel mondo. Uno dei punti del business plan è la continuità con Elliott, RedBird ha il 100% delle quote. Per andare avanti e arrivare al prossimo step abbiamo preso due top manager che arrivano da Elliott ma che si sono offerti loro alzando la mano e parlo di Furlani, che sostituisce Ivan Gazidis che ha fatto grande lavoro, come AD e di Cocirio come CFO. Non è qualcosa che mi riguarda, ho manager talentuosi intorno a me. Ci sono persone che arrivano nello sport a pistole spianate. Non dico a Pioli chi mettere in campo. Non è “rocket science”, non curiamo il cancro, ma bisogna fare le cose per bene. Noi sfruttiamo i dati, credo che il modo in cui li usiamo sia diverso dal solito. Si tratta di efficienza in termini di gol, e di come i giocatori si posizionano per aumentare il loro impatto sulle possibilità di fare gol».

"Il mercato? Sono entrato nello sport con George Steinbrenner (patron degli Yankees dal 1973 alla morte nel 2010, ndr), ho imparato molto. Il vero segreto è che non puoi comprare i campionati. Il nostro lavoro è ridurre la parte di imprevedibilità per performare sempre e il valore del club cresce. Tutti vogliono vincere, ma se vincesse sempre lo stesso anche per l’ecosistema cosa succederebbe? Io voglio che tutti competano. Quello che puoi controllare è la costanza e questo è quello che cambia tutto".

"Superlega?Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene".

"Perchè non vado sempre allo stadio? Non si tratta di me. "Personalized ownership" non ha senso per me. Se ognuno fa il suo lavoro avremo successo: ma tutti devono fare il proprio lavoro. Dobbiamo portare una team mentality. Sono al telefono ogni giorno con il mio managing team, mi sveglio con questo pensiero e mi addormento con questo pensiero. Farmi vedere non cambia, il mio compito è portare le risorse per competere. Nessuno è più competitivo di me, vorrei vincere Scudetto e Champions ogni anno, ma non possiamo controllare tutto ed è uno sforzo di gruppo, non solo mio".
Vuole che tutti competano.
Perché a lui interessano solo i guadagni dallo spettacolo e non vincere trofei.
Io spero sempre nella GDF.
 
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Cardinale al Financial Times:"Quando guardi al brand del Milan e guardi a dove dovrebbe essere la Serie A, dove tutti e 20 i proprietari delle squadre di Serie A dovrebbero essere, un’area che non è utilizzata e che non è sfruttata a dovere per portare eventi ai fan. Dovrebbero avere accesso ad una struttura “world class”. Stiamo valutando diversi siti per costruire il nuovo stadio, inclusa un’area vicino San Siro, per capire cos’è possibile fare. Lo stiamo facendo insieme al Municipio di Milano e alla Regione Lombardia. Devo dare credito a LeBron James che mi ha detto che mancava un pezzo alla mia visione (Sport e media, ndr), ed è la cultura. Negli USA la cultura è “urban”, in Italia è “fashion”. Siamo a Milano e non possiamo portare uno degli spettacoli di Live Nation, uno dei nostri partner, ai tifosi e agli appassionati perché non c’è dove farlo. Non possiamo portare altre forme di spettacolo alla community”.

"San Siro è stato costruito nel 1926 e ristrutturato nel corso degli anni. Voglio dire che vogliamo che il Milan e la Serie A tornino ai livelli top, dove io credo che meritino di stare, bisogna fare un debrief a 360 gradi. E per tornare al top c’è bisogno delle infrastrutture. Voglio dare ai nostri tifosi un prodotto al top. Vedremo se riusciremo a trovare la giusta opportunità. Deve però funzionare per i tifosi, per l’Amministrazione del Comune di Milano e per la Regione Lombardia, per la Serie A, oltre che per noi”

"Noi e l'Inter insieme? Abbiamo le esperienze con lo Yankees Stadium, il Dallas Cowboys Stadium. Abbiamo esperienza nel costruire stadi e nel differenziare le varie entrate da questo tipo di infrastruttura. Sono un grande sostenitore dell’essere indipendenti, ma al momento non c’è niente che escludiamo a prescindere. Però sai, penso che l’Inter al momento sia pensando a quello che sarà il loro futuro e noi ci concentriamo sul nostro e quale può essere la migliore soluzione per noi”.

"Elliott? Ho grande rispetto per i Singer, non li conoscevo prima. Sono rimasto impressionato per quello che hanno fatto in quattro anni, anche perché non avevano esperienza nello sport. Sono uno dei fondi più strutturati nel mondo. Uno dei punti del business plan è la continuità con Elliott, RedBird ha il 100% delle quote. Per andare avanti e arrivare al prossimo step abbiamo preso due top manager che arrivano da Elliott ma che si sono offerti loro alzando la mano e parlo di Furlani, che sostituisce Ivan Gazidis che ha fatto grande lavoro, come AD e di Cocirio come CFO. Non è qualcosa che mi riguarda, ho manager talentuosi intorno a me. Ci sono persone che arrivano nello sport a pistole spianate. Non dico a Pioli chi mettere in campo. Non è “rocket science”, non curiamo il cancro, ma bisogna fare le cose per bene. Noi sfruttiamo i dati, credo che il modo in cui li usiamo sia diverso dal solito. Si tratta di efficienza in termini di gol, e di come i giocatori si posizionano per aumentare il loro impatto sulle possibilità di fare gol».

"Il mercato? Sono entrato nello sport con George Steinbrenner (patron degli Yankees dal 1973 alla morte nel 2010, ndr), ho imparato molto. Il vero segreto è che non puoi comprare i campionati. Il nostro lavoro è ridurre la parte di imprevedibilità per performare sempre e il valore del club cresce. Tutti vogliono vincere, ma se vincesse sempre lo stesso anche per l’ecosistema cosa succederebbe? Io voglio che tutti competano. Quello che puoi controllare è la costanza e questo è quello che cambia tutto".

"Superlega?Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene".

"Perchè non vado sempre allo stadio? Non si tratta di me. "Personalized ownership" non ha senso per me. Se ognuno fa il suo lavoro avremo successo: ma tutti devono fare il proprio lavoro. Dobbiamo portare una team mentality. Sono al telefono ogni giorno con il mio managing team, mi sveglio con questo pensiero e mi addormento con questo pensiero. Farmi vedere non cambia, il mio compito è portare le risorse per competere. Nessuno è più competitivo di me, vorrei vincere Scudetto e Champions ogni anno, ma non possiamo controllare tutto ed è uno sforzo di gruppo, non solo mio".
Sti imprenditori amerikani pero' hanno davvero una marcia in più.
Come cactus fai ad essere cosi ottimista? Io non ce la farei mai, pero' sarà questione di carattere.

Ad ogni modo, a questo non gliene frega nulla dello sport, vuole solo che la Serie A diventi una macchina da soldi.
aaahhhh .....il mondo moderno......

Comunque vedremo, a chiacchiere è sempre tutto bello.
 

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"La nostra priorità è rimanere nel Comune di Milano, se possiamo restare all’interno lo faremo ma deve funzionare per tutti. Valuteremo, capiremo quale è la migliore opportunità per tutti. Farlo da soli? Abbiamo una grande esperienza nel lavoro riguardante i nuovi impianti"

«Superlega? Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene»
, ha concluso.

"San Siro è stato costruito nel 1926 e ristrutturato nel corso degli anni. Voglio dire che vogliamo che il Milan e la Serie A tornino ai livelli top, dove io credo che meritino di stare, bisogna fare un debrief a 360 gradi. E per tornare al top c’è bisogno delle infrastrutture. Voglio dare ai nostri tifosi un prodotto al top. Vedremo se riusciremo a trovare la giusta opportunità. Deve però funzionare per i tifosi, per l’Amministrazione del Comune di Milano e per la Regione Lombardia, per la Serie A, oltre che per noi”

"Noi e l'Inter insieme? Abbiamo le esperienze con lo Yankees Stadium, il Dallas Cowboys Stadium. Abbiamo esperienza nel costruire stadi e nel differenziare le varie entrate da questo tipo di infrastruttura. Sono un grande sostenitore dell’essere indipendenti, ma al momento non c’è niente che escludiamo a prescindere. Però sai, penso che l’Inter al momento sia pensando a quello che sarà il loro futuro e noi ci concentriamo sul nostro e quale può essere la migliore soluzione per noi”.

"Elliott? Ho grande rispetto per i Singer, non li conoscevo prima. Sono rimasto impressionato per quello che hanno fatto in quattro anni, anche perché non avevano esperienza nello sport. Sono uno dei fondi più strutturati nel mondo. Uno dei punti del business plan è la continuità con Elliott, RedBird ha il 100% delle quote. Per andare avanti e arrivare al prossimo step abbiamo preso due top manager che arrivano da Elliott ma che si sono offerti loro alzando la mano e parlo di Furlani, che sostituisce Ivan Gazidis che ha fatto grande lavoro, come AD e di Cocirio come CFO. Non è qualcosa che mi riguarda, ho manager talentuosi intorno a me. Ci sono persone che arrivano nello sport a pistole spianate. Non dico a Pioli chi mettere in campo. Non è “rocket science”, non curiamo il cancro, ma bisogna fare le cose per bene. Noi sfruttiamo i dati, credo che il modo in cui li usiamo sia diverso dal solito. Si tratta di efficienza in termini di gol, e di come i giocatori si posizionano per aumentare il loro impatto sulle possibilità di fare gol».

"Il mercato? Sono entrato nello sport con George Steinbrenner (patron degli Yankees dal 1973 alla morte nel 2010, ndr), ho imparato molto. Il vero segreto è che non puoi comprare i campionati. Il nostro lavoro è ridurre la parte di imprevedibilità per performare sempre e il valore del club cresce. Tutti vogliono vincere, ma se vincesse sempre lo stesso anche per l’ecosistema cosa succederebbe? Io voglio che tutti competano. Quello che puoi controllare è la costanza e questo è quello che cambia tutto".

"Superlega?Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene".

"Perchè non vado sempre allo stadio? Non si tratta di me. "Personalized ownership" non ha senso per me. Se ognuno fa il suo lavoro avremo successo: ma tutti devono fare il proprio lavoro. Dobbiamo portare una team mentality. Sono al telefono ogni giorno con il mio managing team, mi sveglio con questo pensiero e mi addormento con questo pensiero. Farmi vedere non cambia, il mio compito è portare le risorse per competere. Nessuno è più competitivo di me, vorrei vincere Scudetto e Champions ogni anno, ma non possiamo controllare tutto ed è uno sforzo di gruppo, non solo mio".

"Gli investimenti dei fondi di private equity nella Lega Serie A? Non sono d’accordo, non vedo perché ipotecare il futuro. Se ci sarà una discussione, diremo che possiamo farlo da noi. Ci sono tante cose su cui possiamo incidere. Abbiamo tanto da fare, ma non dobbiamo guardare fuori dal nostro ecosistema per essere efficienti, per quanto mi riguarda non accadrà mai".
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"La nostra priorità è rimanere nel Comune di Milano, se possiamo restare all’interno lo faremo ma deve funzionare per tutti. Valuteremo, capiremo quale è la migliore opportunità per tutti. Farlo da soli? Abbiamo una grande esperienza nel lavoro riguardante i nuovi impianti"

«Superlega? Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene»
, ha concluso.

"San Siro è stato costruito nel 1926 e ristrutturato nel corso degli anni. Voglio dire che vogliamo che il Milan e la Serie A tornino ai livelli top, dove io credo che meritino di stare, bisogna fare un debrief a 360 gradi. E per tornare al top c’è bisogno delle infrastrutture. Voglio dare ai nostri tifosi un prodotto al top. Vedremo se riusciremo a trovare la giusta opportunità. Deve però funzionare per i tifosi, per l’Amministrazione del Comune di Milano e per la Regione Lombardia, per la Serie A, oltre che per noi”

"Noi e l'Inter insieme? Abbiamo le esperienze con lo Yankees Stadium, il Dallas Cowboys Stadium. Abbiamo esperienza nel costruire stadi e nel differenziare le varie entrate da questo tipo di infrastruttura. Sono un grande sostenitore dell’essere indipendenti, ma al momento non c’è niente che escludiamo a prescindere. Però sai, penso che l’Inter al momento sia pensando a quello che sarà il loro futuro e noi ci concentriamo sul nostro e quale può essere la migliore soluzione per noi”.

"Elliott? Ho grande rispetto per i Singer, non li conoscevo prima. Sono rimasto impressionato per quello che hanno fatto in quattro anni, anche perché non avevano esperienza nello sport. Sono uno dei fondi più strutturati nel mondo. Uno dei punti del business plan è la continuità con Elliott, RedBird ha il 100% delle quote. Per andare avanti e arrivare al prossimo step abbiamo preso due top manager che arrivano da Elliott ma che si sono offerti loro alzando la mano e parlo di Furlani, che sostituisce Ivan Gazidis che ha fatto grande lavoro, come AD e di Cocirio come CFO. Non è qualcosa che mi riguarda, ho manager talentuosi intorno a me. Ci sono persone che arrivano nello sport a pistole spianate. Non dico a Pioli chi mettere in campo. Non è “rocket science”, non curiamo il cancro, ma bisogna fare le cose per bene. Noi sfruttiamo i dati, credo che il modo in cui li usiamo sia diverso dal solito. Si tratta di efficienza in termini di gol, e di come i giocatori si posizionano per aumentare il loro impatto sulle possibilità di fare gol».

"Il mercato? Sono entrato nello sport con George Steinbrenner (patron degli Yankees dal 1973 alla morte nel 2010, ndr), ho imparato molto. Il vero segreto è che non puoi comprare i campionati. Il nostro lavoro è ridurre la parte di imprevedibilità per performare sempre e il valore del club cresce. Tutti vogliono vincere, ma se vincesse sempre lo stesso anche per l’ecosistema cosa succederebbe? Io voglio che tutti competano. Quello che puoi controllare è la costanza e questo è quello che cambia tutto".

"Superlega?Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene".

"Perchè non vado sempre allo stadio? Non si tratta di me. "Personalized ownership" non ha senso per me. Se ognuno fa il suo lavoro avremo successo: ma tutti devono fare il proprio lavoro. Dobbiamo portare una team mentality. Sono al telefono ogni giorno con il mio managing team, mi sveglio con questo pensiero e mi addormento con questo pensiero. Farmi vedere non cambia, il mio compito è portare le risorse per competere. Nessuno è più competitivo di me, vorrei vincere Scudetto e Champions ogni anno, ma non possiamo controllare tutto ed è uno sforzo di gruppo, non solo mio".

"Gli investimenti dei fondi di private equity nella Lega Serie A? Non sono d’accordo, non vedo perché ipotecare il futuro. Se ci sarà una discussione, diremo che possiamo farlo da noi. Ci sono tante cose su cui possiamo incidere. Abbiamo tanto da fare, ma non dobbiamo guardare fuori dal nostro ecosistema per essere efficienti, per quanto mi riguarda non accadrà mai".
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Andris

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finalmente ha parlato, poi che conceda intervista al giornale di finanza invece che agli sportivi italiani è tutto dire
almeno abbiamo capito una cosa di cui si intende alla grande: lo stadio
sulla super lega secondo me la proprietà precedente aveva una posizione diversa e Gazidis lo vedevo ben favorevole
 
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A lui interessa lo stadio,tanto pure se poi ci metti a giocare 11 elementi come Calabria,giusto per citare un cesso a caso,i 70.000 boccaloni presenti li avrà sempre.
 

Toby rosso nero

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"Il mercato? Sono entrato nello sport con George Steinbrenner (patron degli Yankees dal 1973 alla morte nel 2010, ndr), ho imparato molto. Il vero segreto è che non puoi comprare i campionati. Il nostro lavoro è ridurre la parte di imprevedibilità per performare sempre e il valore del club cresce. Tutti vogliono vincere, ma se vincesse sempre lo stesso anche per l’ecosistema cosa succederebbe? Io voglio che tutti competano. Quello che puoi controllare è la costanza e questo è quello che cambia tutto".

Questa roba per me è la morte, calcisticamente parlando. E' come se avesse parlato di spararmi nei testicoli.
 

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