Bertolini: "Allenatore maschio? Ritorna patriarcato"

Andris

Senior Member
Registrato
21 Febbraio 2019
Messaggi
35,326
Reaction score
10,971
Bertolini non si arrende all'anonimato, dopo i fallimenti plurimi con la nazionale femminile, e straparla al Corriere della Sera

"Ovviamente auguro a Soncin il meglio, ma andava cavalcata quell’onda positiva.
Sento dire che questo è l’anno zero: allora chi ha compiti di governo cosa ha fatto dal 2019 in poi?
Certo oggi c’è il professionismo, importantissimo.

Ma la progettualità è un’altra cosa: distribuire risorse alla base, lavorare sul territorio, far crescere le tesserate, che si sono fermate, incentivare con la premialità a fare il settore bambine.
Noi abbiamo fatto partite in casa in cui erano molti di più i tifosi avversari. Da noi manca un progetto che ti faccia pensare che il calcio femminile sia qualcosa di importante a livello culturale.
Un problema di testa.
Dove sono oggi le donne negli staff della serie A femminile?
Forse il 10%… Siamo considerate immagine: le quote rosa diventano necessarie. E noi ci mettiamo del nostro, siamo le peggiori nemiche di noi stesse: aveva ragione Murgia quando diceva che servono due donne per far fuori una donna.
Ma così andiamo indietro, torniamo al patriarcato

Al raduno di aprile ho parlato chiaro a tutte le giocatrici più esperte: attenzione, le giovani premono, nessuna ha il posto garantito. Sara inclusa.
Se verrete al Mondiale, ho detto, potrete giocare o stare in panchina però il vostro contributo al gruppo sarà comunque importante.
È il concetto di squadra che deve prevalere.
Con Girelli, Cernoia e Bartoli è nato un patto: mi hanno dato la loro disponibilità totale.
Sara l’ha presa male da subito: ho capito che quel ruolo, in Nuova Zelanda, non avrebbe potuto reggerlo


Il clima era buono, fino alla vittoria sull’Argentina:«Vedevo sorrisi, allenamenti partecipati, giovani entusiaste: mi sembrava che la professionalità prevalesse su qualsiasi necessità individuale.
Ma dalla partita con la Svezia, quando sono diventate titolari le piccole, chi non ha giocato ha messo il muso.
E l’atmosfera è cambiata

Ma se la sconfitta con la Svezia era preventivabile, quella con il Sudafrica, che è poi costata l’eliminazione per l’Italia, non lo era:
Fatto l’autogol, siamo andate in trance.

Ho cercato di tranquillizzare le ragazze: calma, siamo comunque qualificate.
Niente, non mi ascoltavano
. È subentrata l’ansia: tutti i gol li abbiamo presi in superiorità numerica

Quello che ci è successo fa parte di una crescita.
Non è facile vedere le piccole che ti passano davanti. Giulia Dragoni ha 16 anni ma la testa da grande: potrebbe essere la prima italiana a vincere il Pallone d’Oro.

Ma se sei una professionista devi riuscire a starci dentro a prescindere se la c.t. ti sta antipatica. La Spagna ha vinto il Mondiale dopo che metà delle calciatrici avevano sfiduciato l’allenatore.
Quella è maturità.

La forza di un gruppo è il collettivo, non il singolo.
Le battaglie per sdoganare il calcio femminile le abbiamo combattute tutte, ciascuna nel suo ruolo.
Non è facile vedersi soffiare il posto, lo capisco.
Sentirsi offese non aiuta e alla fine siamo andate a lezione di umiltà dal Sudafrica

Finita la partita col Sudafrica sono andata a consolare le giovani, mentre le altre mi scansavano.
C’era troppa rabbia in spogliatoio per fare discorsi. Non è vero che mi sono chiusa in camera. Loro si sono riunite e hanno scritto quel comunicato.
Il volo di ritorno è stato allucinante. C’è chi non ha più avuto il coraggio di guardarmi in faccia né di salutarmi.
Non ho mai detto che hanno paura ma che abbiamo avuto paura. Tutte.
Certe ragazze fanno fatica a vivere l’errore e poi c’è l’aspetto social: vedersi sommerse dalle critiche toglie lucidità.
La lettera è stata un’autorete pazzesca per il movimento.

La forza del Mondiale 2019 era stata una squadra di donne, con un ct donna, capace di fare gruppo.
Questo, per l’Italia, era stato il cambiamento culturale
»


 

Andris

Senior Member
Registrato
21 Febbraio 2019
Messaggi
35,326
Reaction score
10,971
mi divertirò domani a leggere i commenti a questo thread :asd:

chissà che alle Europee il Pd non la piazzi in qualche listino sicuro di Emilia-Romagna
negli anni là e in Toscana provano a candidare chiunque, non lo escludo
 
Registrato
18 Settembre 2017
Messaggi
15,112
Reaction score
6,321
Alleno da un paio d'anni le ragazze e posso dirti che sono delle gran rompi c.glioni. i maschietti hanno l'aureola in confronto
 

Toby rosso nero

Moderatore
Membro dello Staff
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
41,369
Reaction score
22,172
Bertolini non si arrende all'anonimato, dopo i fallimenti plurimi con la nazionale femminile, e straparla al Corriere della Sera

"Ovviamente auguro a Soncin il meglio, ma andava cavalcata quell’onda positiva.
Sento dire che questo è l’anno zero: allora chi ha compiti di governo cosa ha fatto dal 2019 in poi?
Certo oggi c’è il professionismo, importantissimo.

Ma la progettualità è un’altra cosa: distribuire risorse alla base, lavorare sul territorio, far crescere le tesserate, che si sono fermate, incentivare con la premialità a fare il settore bambine.
Noi abbiamo fatto partite in casa in cui erano molti di più i tifosi avversari. Da noi manca un progetto che ti faccia pensare che il calcio femminile sia qualcosa di importante a livello culturale.
Un problema di testa.
Dove sono oggi le donne negli staff della serie A femminile?
Forse il 10%… Siamo considerate immagine: le quote rosa diventano necessarie. E noi ci mettiamo del nostro, siamo le peggiori nemiche di noi stesse: aveva ragione Murgia quando diceva che servono due donne per far fuori una donna.
Ma così andiamo indietro, torniamo al patriarcato

Al raduno di aprile ho parlato chiaro a tutte le giocatrici più esperte: attenzione, le giovani premono, nessuna ha il posto garantito. Sara inclusa.
Se verrete al Mondiale, ho detto, potrete giocare o stare in panchina però il vostro contributo al gruppo sarà comunque importante.
È il concetto di squadra che deve prevalere.
Con Girelli, Cernoia e Bartoli è nato un patto: mi hanno dato la loro disponibilità totale.
Sara l’ha presa male da subito: ho capito che quel ruolo, in Nuova Zelanda, non avrebbe potuto reggerlo


Il clima era buono, fino alla vittoria sull’Argentina:«Vedevo sorrisi, allenamenti partecipati, giovani entusiaste: mi sembrava che la professionalità prevalesse su qualsiasi necessità individuale.
Ma dalla partita con la Svezia, quando sono diventate titolari le piccole, chi non ha giocato ha messo il muso.
E l’atmosfera è cambiata

Ma se la sconfitta con la Svezia era preventivabile, quella con il Sudafrica, che è poi costata l’eliminazione per l’Italia, non lo era:
Fatto l’autogol, siamo andate in trance.

Ho cercato di tranquillizzare le ragazze: calma, siamo comunque qualificate.
Niente, non mi ascoltavano
. È subentrata l’ansia: tutti i gol li abbiamo presi in superiorità numerica

Quello che ci è successo fa parte di una crescita.
Non è facile vedere le piccole che ti passano davanti. Giulia Dragoni ha 16 anni ma la testa da grande: potrebbe essere la prima italiana a vincere il Pallone d’Oro.

Ma se sei una professionista devi riuscire a starci dentro a prescindere se la c.t. ti sta antipatica. La Spagna ha vinto il Mondiale dopo che metà delle calciatrici avevano sfiduciato l’allenatore.
Quella è maturità.

La forza di un gruppo è il collettivo, non il singolo.
Le battaglie per sdoganare il calcio femminile le abbiamo combattute tutte, ciascuna nel suo ruolo.
Non è facile vedersi soffiare il posto, lo capisco.
Sentirsi offese non aiuta e alla fine siamo andate a lezione di umiltà dal Sudafrica

Finita la partita col Sudafrica sono andata a consolare le giovani, mentre le altre mi scansavano.
C’era troppa rabbia in spogliatoio per fare discorsi. Non è vero che mi sono chiusa in camera. Loro si sono riunite e hanno scritto quel comunicato.
Il volo di ritorno è stato allucinante. C’è chi non ha più avuto il coraggio di guardarmi in faccia né di salutarmi.
Non ho mai detto che hanno paura ma che abbiamo avuto paura. Tutte.
Certe ragazze fanno fatica a vivere l’errore e poi c’è l’aspetto social: vedersi sommerse dalle critiche toglie lucidità.
La lettera è stata un’autorete pazzesca per il movimento.

La forza del Mondiale 2019 era stata una squadra di donne, con un ct donna, capace di fare gruppo.
Questo, per l’Italia, era stato il cambiamento culturale
»

Allenamenti troppo duri con lo strapon?
 

diavolo

شراء ميل
Registrato
24 Giugno 2014
Messaggi
6,682
Reaction score
1,913
Bertolini non si arrende all'anonimato, dopo i fallimenti plurimi con la nazionale femminile, e straparla al Corriere della Sera

"Ovviamente auguro a Soncin il meglio, ma andava cavalcata quell’onda positiva.
Sento dire che questo è l’anno zero: allora chi ha compiti di governo cosa ha fatto dal 2019 in poi?
Certo oggi c’è il professionismo, importantissimo.

Ma la progettualità è un’altra cosa: distribuire risorse alla base, lavorare sul territorio, far crescere le tesserate, che si sono fermate, incentivare con la premialità a fare il settore bambine.
Noi abbiamo fatto partite in casa in cui erano molti di più i tifosi avversari. Da noi manca un progetto che ti faccia pensare che il calcio femminile sia qualcosa di importante a livello culturale.
Un problema di testa.
Dove sono oggi le donne negli staff della serie A femminile?
Forse il 10%… Siamo considerate immagine: le quote rosa diventano necessarie. E noi ci mettiamo del nostro, siamo le peggiori nemiche di noi stesse: aveva ragione Murgia quando diceva che servono due donne per far fuori una donna.
Ma così andiamo indietro, torniamo al patriarcato

Al raduno di aprile ho parlato chiaro a tutte le giocatrici più esperte: attenzione, le giovani premono, nessuna ha il posto garantito. Sara inclusa.
Se verrete al Mondiale, ho detto, potrete giocare o stare in panchina però il vostro contributo al gruppo sarà comunque importante.
È il concetto di squadra che deve prevalere.
Con Girelli, Cernoia e Bartoli è nato un patto: mi hanno dato la loro disponibilità totale.
Sara l’ha presa male da subito: ho capito che quel ruolo, in Nuova Zelanda, non avrebbe potuto reggerlo


Il clima era buono, fino alla vittoria sull’Argentina:«Vedevo sorrisi, allenamenti partecipati, giovani entusiaste: mi sembrava che la professionalità prevalesse su qualsiasi necessità individuale.
Ma dalla partita con la Svezia, quando sono diventate titolari le piccole, chi non ha giocato ha messo il muso.
E l’atmosfera è cambiata

Ma se la sconfitta con la Svezia era preventivabile, quella con il Sudafrica, che è poi costata l’eliminazione per l’Italia, non lo era:
Fatto l’autogol, siamo andate in trance.

Ho cercato di tranquillizzare le ragazze: calma, siamo comunque qualificate.
Niente, non mi ascoltavano
. È subentrata l’ansia: tutti i gol li abbiamo presi in superiorità numerica

Quello che ci è successo fa parte di una crescita.
Non è facile vedere le piccole che ti passano davanti. Giulia Dragoni ha 16 anni ma la testa da grande: potrebbe essere la prima italiana a vincere il Pallone d’Oro.

Ma se sei una professionista devi riuscire a starci dentro a prescindere se la c.t. ti sta antipatica. La Spagna ha vinto il Mondiale dopo che metà delle calciatrici avevano sfiduciato l’allenatore.
Quella è maturità.

La forza di un gruppo è il collettivo, non il singolo.
Le battaglie per sdoganare il calcio femminile le abbiamo combattute tutte, ciascuna nel suo ruolo.
Non è facile vedersi soffiare il posto, lo capisco.
Sentirsi offese non aiuta e alla fine siamo andate a lezione di umiltà dal Sudafrica

Finita la partita col Sudafrica sono andata a consolare le giovani, mentre le altre mi scansavano.
C’era troppa rabbia in spogliatoio per fare discorsi. Non è vero che mi sono chiusa in camera. Loro si sono riunite e hanno scritto quel comunicato.
Il volo di ritorno è stato allucinante. C’è chi non ha più avuto il coraggio di guardarmi in faccia né di salutarmi.
Non ho mai detto che hanno paura ma che abbiamo avuto paura. Tutte.
Certe ragazze fanno fatica a vivere l’errore e poi c’è l’aspetto social: vedersi sommerse dalle critiche toglie lucidità.
La lettera è stata un’autorete pazzesca per il movimento.

La forza del Mondiale 2019 era stata una squadra di donne, con un ct donna, capace di fare gruppo.
Questo, per l’Italia, era stato il cambiamento culturale
»
Magari Soncin si identifica in una donna,che ne Bertolini?
 

Lineker10

Senior Member
Registrato
20 Giugno 2017
Messaggi
27,585
Reaction score
11,982
Bertolini non si arrende all'anonimato, dopo i fallimenti plurimi con la nazionale femminile, e straparla al Corriere della Sera

"Ovviamente auguro a Soncin il meglio, ma andava cavalcata quell’onda positiva.
Sento dire che questo è l’anno zero: allora chi ha compiti di governo cosa ha fatto dal 2019 in poi?
Certo oggi c’è il professionismo, importantissimo.

Ma la progettualità è un’altra cosa: distribuire risorse alla base, lavorare sul territorio, far crescere le tesserate, che si sono fermate, incentivare con la premialità a fare il settore bambine.
Noi abbiamo fatto partite in casa in cui erano molti di più i tifosi avversari. Da noi manca un progetto che ti faccia pensare che il calcio femminile sia qualcosa di importante a livello culturale.
Un problema di testa.
Dove sono oggi le donne negli staff della serie A femminile?
Forse il 10%… Siamo considerate immagine: le quote rosa diventano necessarie. E noi ci mettiamo del nostro, siamo le peggiori nemiche di noi stesse: aveva ragione Murgia quando diceva che servono due donne per far fuori una donna.
Ma così andiamo indietro, torniamo al patriarcato

Al raduno di aprile ho parlato chiaro a tutte le giocatrici più esperte: attenzione, le giovani premono, nessuna ha il posto garantito. Sara inclusa.
Se verrete al Mondiale, ho detto, potrete giocare o stare in panchina però il vostro contributo al gruppo sarà comunque importante.
È il concetto di squadra che deve prevalere.
Con Girelli, Cernoia e Bartoli è nato un patto: mi hanno dato la loro disponibilità totale.
Sara l’ha presa male da subito: ho capito che quel ruolo, in Nuova Zelanda, non avrebbe potuto reggerlo


Il clima era buono, fino alla vittoria sull’Argentina:«Vedevo sorrisi, allenamenti partecipati, giovani entusiaste: mi sembrava che la professionalità prevalesse su qualsiasi necessità individuale.
Ma dalla partita con la Svezia, quando sono diventate titolari le piccole, chi non ha giocato ha messo il muso.
E l’atmosfera è cambiata

Ma se la sconfitta con la Svezia era preventivabile, quella con il Sudafrica, che è poi costata l’eliminazione per l’Italia, non lo era:
Fatto l’autogol, siamo andate in trance.

Ho cercato di tranquillizzare le ragazze: calma, siamo comunque qualificate.
Niente, non mi ascoltavano
. È subentrata l’ansia: tutti i gol li abbiamo presi in superiorità numerica

Quello che ci è successo fa parte di una crescita.
Non è facile vedere le piccole che ti passano davanti. Giulia Dragoni ha 16 anni ma la testa da grande: potrebbe essere la prima italiana a vincere il Pallone d’Oro.

Ma se sei una professionista devi riuscire a starci dentro a prescindere se la c.t. ti sta antipatica. La Spagna ha vinto il Mondiale dopo che metà delle calciatrici avevano sfiduciato l’allenatore.
Quella è maturità.

La forza di un gruppo è il collettivo, non il singolo.
Le battaglie per sdoganare il calcio femminile le abbiamo combattute tutte, ciascuna nel suo ruolo.
Non è facile vedersi soffiare il posto, lo capisco.
Sentirsi offese non aiuta e alla fine siamo andate a lezione di umiltà dal Sudafrica

Finita la partita col Sudafrica sono andata a consolare le giovani, mentre le altre mi scansavano.
C’era troppa rabbia in spogliatoio per fare discorsi. Non è vero che mi sono chiusa in camera. Loro si sono riunite e hanno scritto quel comunicato.
Il volo di ritorno è stato allucinante. C’è chi non ha più avuto il coraggio di guardarmi in faccia né di salutarmi.
Non ho mai detto che hanno paura ma che abbiamo avuto paura. Tutte.
Certe ragazze fanno fatica a vivere l’errore e poi c’è l’aspetto social: vedersi sommerse dalle critiche toglie lucidità.
La lettera è stata un’autorete pazzesca per il movimento.

La forza del Mondiale 2019 era stata una squadra di donne, con un ct donna, capace di fare gruppo.
Questo, per l’Italia, era stato il cambiamento culturale
»
Ricorda un po' il macello dei mondiali in Sudafrica nel 2010, con la squadra maschile. Dinamiche simili.

La Bertolini ha fatto scelte coraggiose e drastiche, penso sapesse che sarebbe andata incontro a conseguenze nel gruppo. Se non ne era consapevole, è colpa sua.

Le scelte che ha fatto non sono da poco: ha lasciato a casa il capitano, ha messo dentro una sedicenne (seppure fenomeno conclamato), ha fatto fuori il portiere titolare (che gioca nel Milan tra l'altro), pluriscudettato con una marea di presenze, per lanciare una giovane con scarsa esperienza (che gioca nell'Inter). Ha poi messo in panchina diverse senatrici (come la Girelli, Cernoia, Bartoli). Insomma, scelte forti che hanno conseguenze, nel calcio femminile come in quello maschile come in qualunque sport.

Poi secondo me anche le giocatrici hanno colpe grosse. Sono professioniste da pochi anni e si vede, sia sul piano tecnico che comportamentale, perchè questi ammutinamenti e la lettera poi... sono roba da cialtroni.

Riguardo al patriarcato, capisco il suo discorso. Lo sentiamo ormai in tanti contesti, oltretutto spesso fuori luogo, in fondo nel calcio ci sta pure. Anche se, va detto, le nazionali straniere hanno allenatori anche uomini (come la Francia), se lei parla (giustamente) di professionalità e rispetto del gruppo allora il fattore allenatore maschioVsfemmina non dovrebbe esistere. L'allenatore deve essere la scelta migliore al momento, al di la del sesso.

Casomai ci sono enormi dubbi su Soncin, un allenatore con zero esperienza. Segno che il casino che c'è a livello federale (c'è negli uomini, figuriamoci nelle donne) scoraggia gli allenatori piu quotati a rilevare un ruolo che ha parecchi problemi e poche soddisfazioni, oltre che pochi soldi.
Il calcio femminile in Italia ha parecchia strada da fare e tutta in salita secondo me.
 
Alto
head>