L'assessore Elena Grandi dei Verdi sul nuovo stadio di Milan e Inter:"Il sindaco sa benissimo qual è la nostra posizione, condivisa anche da altri pezzi di questa maggioranza: noi siamo per la riqualificazione del Meazza. Ma siamo consapevoli che c’è una trattativa in atto con Milan e Inter e il Comune non può permettersi di avere uno stadio vuoto nel caso in cui i club decidessero di costruire il nuovo impianto altrove, un’operazione che non credo faranno mai. Noi ci poniamo una domanda: serve costruire altri palazzi per uffici e un nuovo centro commerciale?".
Il problema di tutta questa gente è che non hanno una minima conoscenza di come funzioni il business connesso al mondo del calcio nè intendono svilupparla considerando questo sport roba da "popolino" con la mentalità tipica di un certo ambiente politico-culturale. Gli oppositori continuano a dire che in Europa ci sono tante squadre con i conti in ordine che non hanno uno stadio di proprietà e da questi ragionamenti è chiaro che Milan ed Inter stiano parlando ad un muro. Della competitività vera dei due club non interessa al Comune, per loro il Milan di Zaccardo e Destro vale il Milan di Van Basten e Baresi, ma l'importante è continuare a guadagnare dallo stadio ed evitare che i club diventino troppo indipendenti.
Che sia una questione di soldi lo si capisce dal fatto che gli oppositori propongono di "
costituire una Spa di proprietà comunale cui conferire terreni e stadio, con la missione di progettare e realizzare la rigenerazione e lo sviluppo dell’intera zona" con "
i partner privati coinvolti mediante la cessione con bando pubblico del 49 per cento delle quote" con benefici per il comune pari a "
alla evidenziazione a patrimonio di almeno 400 milioni come quota di partecipazione e controllo della Spa". Altro che tutela del verde e visione urbanistica, qui il problema del comune sono i soldi.
Trovo poi ridicola la domanda "ma perchè costruire allora anche alberghi, negozi e ristoranti se si vuole rifare lo stadio?", come se il problema del Milan o dell'Inter fosse la visibilità del campo o il comfort delle poltroncine di San Siro. Il Barcellona non faceva, prima del Covid, 150 milioni di stadio solo con i biglietti, magari agli amici di Sala questo non è chiaro e andrebbe spiegato con disegnini animati che vengano incontro alle loro limitate capacità di comprensione. I famosi, ma non per il Comune di Milano, "Naming rights" sono la fetta più prelibata e grande dei ricavi da stadio e sono impraticabili su uno stadio di proprietà comunale. Milan ed Inter sono già andate incontro al Comune rinunciando ad avere due stadi di proprietà a testa come invece è prassi in qualunque città che conta a livello europeo ma se si tira troppo la corda l'ipotesi di Sesto San Giovanni potrebbe prendere quota perchè è insostenibile continuare a guadagnare dallo stadio meno di Borussia Dortmund e Atletico Madrid che hanno un terzo dei tifosi delle due squadre milanesi nel mondo.