Ag. kessie:"Sta bene al Barca. Non si e' offerto. Il Milan..."

Dexter

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Agente Kessie a calciomercato'quale sentimento lega Kessie al Milan? Di realizzazione, perché è riuscito a raggiungere quello che sognava quando ha firmato per i rossoneri. Era il primo Milan post Berlusconi, è stata una scommessa anche per noi e l’abbiamo vinta. Ha partecipato attivamente alla conquista di uno scudetto che mancava dal 2010-11. Ma non dobbiamo neanche dimenticare la doppietta di Bergamo nella stagione precedente, perché se non avesse segnato quei due rigori all’ultima giornata, il Milan non sarebbe andato in Champions e forse sarebbe cambiata anche la storia della stagione successiva. E poi c’è quel rapporto che per tanti anni ha avuto con il popolo milanista, che per quanto ci riguarda rimane intatto perché sappiamo essere grati e anche perché, francamente, sappiamo come sono andate le cose”.

Perché non siete rimasti?
“Sono andati via Calhanoglu, Donnarumma e Romagnoli e per lo stesso motivo si fa fatica anche a chiudere rinnovi attuali, almeno da quello che mi sembra. Non capisco perché solo l’addio di Franck sia stato così tormentato”.

Forse perché aveva promesso qualcosa?
“Certo, l’intenzione era quella. Tuttavia non si può chiudere un rinnovo a senso unico. Noi abbiamo rifiutato offerte da club importanti anche nel mese di gennaio, proprio perché c’era viva la volontà di arrivare a un accordo con il Milan. C’è una cosa che mi suona strana, cioè che dopo l’addio di Kessié, pare che certi tetti che prima parevano invalicabili, adesso possano essere sforati”.

Le dispiace che spesso di parli di lui in termini poco gentili?
“Da una parte posso capire la frustrazione di qualche tifoso, può sempre accadere quando va via uno dei giocatori più forti. Mentre non comprendo quelli che trattano il calcio per mestiere e che puntualmente scrivono o comunque diffondono notizie insensate e prive di fondamento su Kessié. Certo, ormai accade da tempo, ma è meglio che certe cose non diventino abitudine. Confesso che anche per noi è stata una separazione dolorosa, ma i matrimoni si fanno in due e a un certo punto non c’erano più i presupposti per andare avanti”.
A Milano iniziano ad essere molti quelli che sostengono che Kessié sia pentito di essere andato via. Vi siete proposti in Italia?
“Quando leggo certe notizie ho sempre la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa di irrealistico… Franck non è un calciatore che si propone né in Italia né altrove, non ha mai dovuto farlo in carriera. Il Milan è venuto a chiamarci quando eravamo all’Atalanta e il Barcellona ha fatto altrettanto. E ci tengo a chiarire una volta per tutte che oggi non è in programma una partenza da Barcellona, di conseguenza anche il ritorno in Italia è poco concretizzabil
A Barcellona si sta così male come dicono?
Sorride… (ndr) “Franck non è mai stato felice come lo è adesso. Ha raggiunto un obiettivo che per molti calciatori rimane solo un sogno, cioè quello di giocare per il Barcellona e sfido chiunque a dire il contrario”.
Intervista fantastica che mette in luce i limiti di questa dirigenza di dilettanti e di questa proprietà prestanome di clowns, fantastici gli insulti che si beccherà questo tizio semplicemente per aver detto la verità :ave:
 
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Agente Kessie a calciomercato'quale sentimento lega Kessie al Milan? Di realizzazione, perché è riuscito a raggiungere quello che sognava quando ha firmato per i rossoneri. Era il primo Milan post Berlusconi, è stata una scommessa anche per noi e l’abbiamo vinta. Ha partecipato attivamente alla conquista di uno scudetto che mancava dal 2010-11. Ma non dobbiamo neanche dimenticare la doppietta di Bergamo nella stagione precedente, perché se non avesse segnato quei due rigori all’ultima giornata, il Milan non sarebbe andato in Champions e forse sarebbe cambiata anche la storia della stagione successiva. E poi c’è quel rapporto che per tanti anni ha avuto con il popolo milanista, che per quanto ci riguarda rimane intatto perché sappiamo essere grati e anche perché, francamente, sappiamo come sono andate le cose”.

Perché non siete rimasti?
“Sono andati via Calhanoglu, Donnarumma e Romagnoli e per lo stesso motivo si fa fatica anche a chiudere rinnovi attuali, almeno da quello che mi sembra. Non capisco perché solo l’addio di Franck sia stato così tormentato”.

Forse perché aveva promesso qualcosa?
“Certo, l’intenzione era quella. Tuttavia non si può chiudere un rinnovo a senso unico. Noi abbiamo rifiutato offerte da club importanti anche nel mese di gennaio, proprio perché c’era viva la volontà di arrivare a un accordo con il Milan. C’è una cosa che mi suona strana, cioè che dopo l’addio di Kessié, pare che certi tetti che prima parevano invalicabili, adesso possano essere sforati”.

Le dispiace che spesso di parli di lui in termini poco gentili?
“Da una parte posso capire la frustrazione di qualche tifoso, può sempre accadere quando va via uno dei giocatori più forti. Mentre non comprendo quelli che trattano il calcio per mestiere e che puntualmente scrivono o comunque diffondono notizie insensate e prive di fondamento su Kessié. Certo, ormai accade da tempo, ma è meglio che certe cose non diventino abitudine. Confesso che anche per noi è stata una separazione dolorosa, ma i matrimoni si fanno in due e a un certo punto non c’erano più i presupposti per andare avanti”.
A Milano iniziano ad essere molti quelli che sostengono che Kessié sia pentito di essere andato via. Vi siete proposti in Italia?
“Quando leggo certe notizie ho sempre la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa di irrealistico… Franck non è un calciatore che si propone né in Italia né altrove, non ha mai dovuto farlo in carriera. Il Milan è venuto a chiamarci quando eravamo all’Atalanta e il Barcellona ha fatto altrettanto. E ci tengo a chiarire una volta per tutte che oggi non è in programma una partenza da Barcellona, di conseguenza anche il ritorno in Italia è poco concretizzabil
A Barcellona si sta così male come dicono?
Sorride… (ndr) “Franck non è mai stato felice come lo è adesso. Ha raggiunto un obiettivo che per molti calciatori rimane solo un sogno, cioè quello di giocare per il Barcellona e sfido chiunque a dire il contrario”.
Sempre bello da titolari trattare fino all'ultimo giorno di contratto.
Perché non ha portato un'offerta due o un anno prima della scadenza?

Dobbiamo ancora crescere in tal senso, se non altro per non leggere poi dichiarazioni così deliranti.

E ci fosse mai un giornalista che faccia mai la fatidica domanda: ma non vi sentite un po infami a lasciare il club che vi ha lanciato senza portare un euro nelle casse della società?
Perché spacciate per separazione consensuale quello che invece è un danno economico?
Col senno del poi era meglio farvi lavare i cessi per dare spazio a uomini migliori prima che calciatori?
 

Blu71

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Agente Kessie a calciomercato'quale sentimento lega Kessie al Milan? Di realizzazione, perché è riuscito a raggiungere quello che sognava quando ha firmato per i rossoneri. Era il primo Milan post Berlusconi, è stata una scommessa anche per noi e l’abbiamo vinta. Ha partecipato attivamente alla conquista di uno scudetto che mancava dal 2010-11. Ma non dobbiamo neanche dimenticare la doppietta di Bergamo nella stagione precedente, perché se non avesse segnato quei due rigori all’ultima giornata, il Milan non sarebbe andato in Champions e forse sarebbe cambiata anche la storia della stagione successiva. E poi c’è quel rapporto che per tanti anni ha avuto con il popolo milanista, che per quanto ci riguarda rimane intatto perché sappiamo essere grati e anche perché, francamente, sappiamo come sono andate le cose”.

Perché non siete rimasti?
“Sono andati via Calhanoglu, Donnarumma e Romagnoli e per lo stesso motivo si fa fatica anche a chiudere rinnovi attuali, almeno da quello che mi sembra. Non capisco perché solo l’addio di Franck sia stato così tormentato”.

Forse perché aveva promesso qualcosa?
Certo, l’intenzione era quella. Tuttavia non si può chiudere un rinnovo a senso unico. Noi abbiamo rifiutato offerte da club importanti anche nel mese di gennaio, proprio perché c’era viva la volontà di arrivare a un accordo con il Milan. C’è una cosa che mi suona strana, cioè che dopo l’addio di Kessié, pare che certi tetti che prima parevano invalicabili, adesso possano essere sforati”.

Le dispiace che spesso di parli di lui in termini poco gentili?
“Da una parte posso capire la frustrazione di qualche tifoso, può sempre accadere quando va via uno dei giocatori più forti. Mentre non comprendo quelli che trattano il calcio per mestiere e che puntualmente scrivono o comunque diffondono notizie insensate e prive di fondamento su Kessié. Certo, ormai accade da tempo, ma è meglio che certe cose non diventino abitudine. Confesso che anche per noi è stata una separazione dolorosa, ma i matrimoni si fanno in due e a un certo punto non c’erano più i presupposti per andare avanti”.
A Milano iniziano ad essere molti quelli che sostengono che Kessié sia pentito di essere andato via. Vi siete proposti in Italia?
“Quando leggo certe notizie ho sempre la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa di irrealistico… Franck non è un calciatore che si propone né in Italia né altrove, non ha mai dovuto farlo in carriera. Il Milan è venuto a chiamarci quando eravamo all’Atalanta e il Barcellona ha fatto altrettanto. E ci tengo a chiarire una volta per tutte che oggi non è in programma una partenza da Barcellona, di conseguenza anche il ritorno in Italia è poco concretizzabil
A Barcellona si sta così male come dicono?
Sorride… (ndr) “Franck non è mai stato felice come lo è adesso. Ha raggiunto un obiettivo che per molti calciatori rimane solo un sogno, cioè quello di giocare per il Barcellona e sfido chiunque a dire il contrario”.

Nemmeno la dignità di ammettere che Kessie è andato via solo per i soldi. Non si facesse più vedere dal Milan.
 
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Agente Kessie a calciomercato'quale sentimento lega Kessie al Milan? Di realizzazione, perché è riuscito a raggiungere quello che sognava quando ha firmato per i rossoneri. Era il primo Milan post Berlusconi, è stata una scommessa anche per noi e l’abbiamo vinta. Ha partecipato attivamente alla conquista di uno scudetto che mancava dal 2010-11. Ma non dobbiamo neanche dimenticare la doppietta di Bergamo nella stagione precedente, perché se non avesse segnato quei due rigori all’ultima giornata, il Milan non sarebbe andato in Champions e forse sarebbe cambiata anche la storia della stagione successiva. E poi c’è quel rapporto che per tanti anni ha avuto con il popolo milanista, che per quanto ci riguarda rimane intatto perché sappiamo essere grati e anche perché, francamente, sappiamo come sono andate le cose”.

Perché non siete rimasti?
“Sono andati via Calhanoglu, Donnarumma e Romagnoli e per lo stesso motivo si fa fatica anche a chiudere rinnovi attuali, almeno da quello che mi sembra. Non capisco perché solo l’addio di Franck sia stato così tormentato”.

Forse perché aveva promesso qualcosa?
“Certo, l’intenzione era quella. Tuttavia non si può chiudere un rinnovo a senso unico. Noi abbiamo rifiutato offerte da club importanti anche nel mese di gennaio, proprio perché c’era viva la volontà di arrivare a un accordo con il Milan. C’è una cosa che mi suona strana, cioè che dopo l’addio di Kessié, pare che certi tetti che prima parevano invalicabili, adesso possano essere sforati”.

Le dispiace che spesso di parli di lui in termini poco gentili?
“Da una parte posso capire la frustrazione di qualche tifoso, può sempre accadere quando va via uno dei giocatori più forti. Mentre non comprendo quelli che trattano il calcio per mestiere e che puntualmente scrivono o comunque diffondono notizie insensate e prive di fondamento su Kessié. Certo, ormai accade da tempo, ma è meglio che certe cose non diventino abitudine. Confesso che anche per noi è stata una separazione dolorosa, ma i matrimoni si fanno in due e a un certo punto non c’erano più i presupposti per andare avanti”.
A Milano iniziano ad essere molti quelli che sostengono che Kessié sia pentito di essere andato via. Vi siete proposti in Italia?
“Quando leggo certe notizie ho sempre la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa di irrealistico… Franck non è un calciatore che si propone né in Italia né altrove, non ha mai dovuto farlo in carriera. Il Milan è venuto a chiamarci quando eravamo all’Atalanta e il Barcellona ha fatto altrettanto. E ci tengo a chiarire una volta per tutte che oggi non è in programma una partenza da Barcellona, di conseguenza anche il ritorno in Italia è poco concretizzabil
A Barcellona si sta così male come dicono?
Sorride… (ndr) “Franck non è mai stato felice come lo è adesso. Ha raggiunto un obiettivo che per molti calciatori rimane solo un sogno, cioè quello di giocare per il Barcellona e sfido chiunque a dire il contrario”.
Ti venisse una macumba anche a te Atangana
 

Jino

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Nemmeno la dignità di ammettere che Kessie è andato via solo per i soldi. Non si facesse più vedere dal Milan.

Esatto, e non c'è da vergognarsi nel voler guadagnare di più. Il Milan gliene offriva 4.5, a Barcellona 6, che per 4 anni di contratto sono tanti tanti. Scegliere i soldi non è una vergogna, invece nel mondo del calcio sembra lo sia voler guadagnare di più.
 

Dexter

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I limiti di una dirigenza a cui non suona di notte la guardia di finanza
Risposta quotata a 1.01. Non é che se altri dirigenti finiranno in manette, i tuoi automaticamente diventano dei mostri...i confronti con i criminali non fanno testo, altrimenti anche un rapinatore é più in gamba di me e te perché fattura di più :asd:
 

danjr

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Risposta quotata a 1.01. Non é che se altri dirigenti finiranno in manette, i tuoi automaticamente diventano dei mostri...i confronti con i criminali non fanno testo, altrimenti anche un rapinatore é più in gamba di me e te perché fattura di più :asd:
Se non ci sono margini per certi stipendi cosa fai? accettalo e stop, goditi una squadra che va avanti con le sue forze
 

Blu71

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Risposta quotata a 1.01. Non é che se altri dirigenti finiranno in manette, i tuoi automaticamente diventano dei mostri...i confronti con i criminali non fanno testo, altrimenti anche un rapinatore é più in gamba di me e te perché fattura di più :asd:

I nostri dirigenti vanno giudicati per quello che riescono a fare con il misero budget a disposizione.
Se poi commettono - come tutti- errori nelle scelte vengono giustamente criticati ma certamente è molto più facile sbagliare avendo esigui margini di manovra e soprattutto rimanendo onesti.
 

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