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Aurelio De Laurentiis, intervenuto nel corso della sesta edizione del 'Business of Football Summit - The Path to Profit'.
"Il calcio è malato perché l'economia del calcio è malata perché campionati e squadre non sono in grado di competere dal punto di vista finanziario. In questo modo, i campionati non sono produttivi abbastanza. Quindi ogni volta che, ad esempio, la UEFA dice 'Okay, ora in Champions League stanziamo 2,4 miliardi di euro, in Europa League più di 500 milioni di euro e nella Conference League più di 238 milioni di euro', lo capisco. Ok. Ma se tutte queste squadre sono indebitate questo vuol dire che questa somma di denaro non è sufficiente. Quindi non è questo un calcio sostenibile. Non solo non è sostenibile, ma giochiamo anche tante gare. Quindi, quando questo accade, è come se buttassi tutto all'aria. Finisci per non attrarre più il pubblico. Per recuperare il pubblico il calcio deve essere gratis per tutti in tv. Da imprenditore devi raccogliere una pubblicità importante. Conta come fai vedere il calcio. Sicuramente allo stadio, e in Italia le strutture sono fatiscenti. Ma anche in tv, perché non è possibile che in Formula 1 le immagini ti facciano credere di essere quasi il pilota e nel calcio non sia così. Il calcio è invecchiato anche come gioco: servirebbe sedersi e riflettere sulla direzione da prendere, ma il nostro è un grande circo in cui non puoi fermarti a pensare. Gli agenti? Penso siano il cancro del calcio. La classe arbitrale invece dovrebbe dialogare di più con i club e dipendere da loro. Non esiste che un arbitro espella un allenatore. Il calcio sembra una barzelletta per questo. Superlega? Dieci anni fa proposi un campionato europeo per club a cui avrebbero partecipato squadre in base ai risultati nei propri campionati. Io sarò favorevole alla Superlega solo se sarà in grado di essere democratica, solo se ci si entrerà per merito e non per pedigree. Loro hanno promesso di essere operativi dal 2025. Chi vivrà vedrà. Noi al Mondiale per club? Mi spiace per la Juve, che è stata punita dalla Uefa ed estromessa dalle coppe: se dovessimo battere il Barcellona e poi fare una vittoria o un pareggio, di diritto dovremmo andarci noi. Ma penso che il Napoli dovrebbe andarci comunque, perché se la Juve è fuori dalle coppe europee non dovrebbe essere ammessa al Mondiale per club. Osimhen è un grandissimo giocatore e lo sanno tutti. Abbiamo avuto tante leggende come Higuain, Cavani, Lavezzi, Mertens. Tanti giocatori si sono innamorati del Napoli, questo è un posto stupendo. Alcuni sono rimasti come Hamsik per 11 anni o altri per 8. Ce ne sono altri ancora che piacciono a Real Madrid, Arsenal, PSG, Manchester City, Chelsea. Queste squadre hanno tanti soldi e quando vogliono i giocatori è difficile trattenerli. Soprattutto quando i tuoi giocatori hanno una clausola rescissoria molto alta. Osimhen? Sì, ha una clausola rescissoria e la cifra è molto alta. Se resterà? Vedremo chi partirà. I soldi sono l'ultimo problema del Napoli. Abbiamo fatto ottimi acquisti e come accaduto in passato lo faremo anche in futuro. Sono problemi sentimentali: quando va via un giocatore è come se salutassi un figlio. Ma sei felice anche se questo figlio avrà successo ovunque andrà".
"Il calcio è malato perché l'economia del calcio è malata perché campionati e squadre non sono in grado di competere dal punto di vista finanziario. In questo modo, i campionati non sono produttivi abbastanza. Quindi ogni volta che, ad esempio, la UEFA dice 'Okay, ora in Champions League stanziamo 2,4 miliardi di euro, in Europa League più di 500 milioni di euro e nella Conference League più di 238 milioni di euro', lo capisco. Ok. Ma se tutte queste squadre sono indebitate questo vuol dire che questa somma di denaro non è sufficiente. Quindi non è questo un calcio sostenibile. Non solo non è sostenibile, ma giochiamo anche tante gare. Quindi, quando questo accade, è come se buttassi tutto all'aria. Finisci per non attrarre più il pubblico. Per recuperare il pubblico il calcio deve essere gratis per tutti in tv. Da imprenditore devi raccogliere una pubblicità importante. Conta come fai vedere il calcio. Sicuramente allo stadio, e in Italia le strutture sono fatiscenti. Ma anche in tv, perché non è possibile che in Formula 1 le immagini ti facciano credere di essere quasi il pilota e nel calcio non sia così. Il calcio è invecchiato anche come gioco: servirebbe sedersi e riflettere sulla direzione da prendere, ma il nostro è un grande circo in cui non puoi fermarti a pensare. Gli agenti? Penso siano il cancro del calcio. La classe arbitrale invece dovrebbe dialogare di più con i club e dipendere da loro. Non esiste che un arbitro espella un allenatore. Il calcio sembra una barzelletta per questo. Superlega? Dieci anni fa proposi un campionato europeo per club a cui avrebbero partecipato squadre in base ai risultati nei propri campionati. Io sarò favorevole alla Superlega solo se sarà in grado di essere democratica, solo se ci si entrerà per merito e non per pedigree. Loro hanno promesso di essere operativi dal 2025. Chi vivrà vedrà. Noi al Mondiale per club? Mi spiace per la Juve, che è stata punita dalla Uefa ed estromessa dalle coppe: se dovessimo battere il Barcellona e poi fare una vittoria o un pareggio, di diritto dovremmo andarci noi. Ma penso che il Napoli dovrebbe andarci comunque, perché se la Juve è fuori dalle coppe europee non dovrebbe essere ammessa al Mondiale per club. Osimhen è un grandissimo giocatore e lo sanno tutti. Abbiamo avuto tante leggende come Higuain, Cavani, Lavezzi, Mertens. Tanti giocatori si sono innamorati del Napoli, questo è un posto stupendo. Alcuni sono rimasti come Hamsik per 11 anni o altri per 8. Ce ne sono altri ancora che piacciono a Real Madrid, Arsenal, PSG, Manchester City, Chelsea. Queste squadre hanno tanti soldi e quando vogliono i giocatori è difficile trattenerli. Soprattutto quando i tuoi giocatori hanno una clausola rescissoria molto alta. Osimhen? Sì, ha una clausola rescissoria e la cifra è molto alta. Se resterà? Vedremo chi partirà. I soldi sono l'ultimo problema del Napoli. Abbiamo fatto ottimi acquisti e come accaduto in passato lo faremo anche in futuro. Sono problemi sentimentali: quando va via un giocatore è come se salutassi un figlio. Ma sei felice anche se questo figlio avrà successo ovunque andrà".
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