Sarò strano io ma penso che preferirei beccare un insulto razzista piuttosto che farmi spaccare una gamba.
Tanto, in casi come quello di Acerbi, il giocatore ha insultato soprattutto la propria intelligenza.
Magari gli daranno 10 giornate per la serie "colpirne uno per educarne 100".
La cosa che non mi piace di tutto ciò è se lo squalificassero in mancanza di prove. Chi mi assicura che nel futuro uno non si inventi cose per fare squalificare un avversario?
Non me ne frega niente di Acerbi ma preferisco più garantismo, cioè le prove ci devono essere.
Immagino tu non sia nero. Non possiamo sapere quanto fastidio dà a un nero essere insultato con n*g*ro. E anche tra i neri, è ovviamente soggettivo.
Poi giustamente a livello personale è meglio un insulto che l'infortunio. L'infortunio se la becca solamente il giocatore; l'insulto razziale è un danno diffuso, ovvero solo una parte va al diretto interessato, il resto a tutti i neri. Quando il porco di Berlusca ha fatto la battuta a Obama, in quanti nel mondo si saranno risentiti? O quando sempre il maiale ha dato del nazista a un tedesco, magari diversi tedeschi si saranno offesi.
Questa è l'essenza del danno ingiusto provocato dagli insulti basati sugli stereotipi. E' solare che in tanti ci marciano (e ci mangiano), da bravi schifosi ipocriti, ma resta il fatto che questa cosa non si può più tollerare e va soppressa.
Sul discorso delle prove, la questione è effettivamente spinosa. Perché in teoria o credi all'insulto e dai il massimo della pena o addirittura non devi darne alcuna. Una via di mezzo è praticamente illogica.
Purtroppo, come detto, i calciatori sono degli omini schifosi e pure senza palle. Come fu per le scommesse (argomento peraltro sparito dai radar) ad alcuni è bastato negare tutto per uscirsene. Quindi il buon (si fa per dire) Non-maturo si è trincerato dietro la negazione. Vediamo come va a finire questa storia.